domenica 21 settembre 2008

Le email della Palin finiscono in rete


Gli Anonymous hanno violato l'account di posta elettronica Yahoo della governatrice dell'Alaska e pubblicato il tutto su Wikileaks. Nessun contenuto compromettente, ma è polemica sull'utilizzo di un indirizzo privato per "affari" istituzionali..

Dopo aver dato filo da torcere a Scientology, gli Anonymous sono tornati a far discutere per le loro incursioni online. Questa volta il bersaglio è una delle personalità più chiacchierate del momento: la candidata alla vice-presidenza della Casa Bianca per i Repubblicani, Sarah Palin.

La governatrice dell'Alaska nei giorni scorsi era stata accusata di utilizzare l'account di posta elettronica privato su Yahoo ("gov.sarah@yahoo.com") per gestire la corrispondenza relativa alla sua attività istituzionale.

In un paese in cui la trasparenza amministrativa è un valore sbandierato da un po' da tutti durante le campagna elettorale, queste accuse avevano procurato non poco imbarazzo. Secondo le leggi statunitensi, le mail dell'account istituzionale sono considerate a tutti gli effetti "atti d'ufficio" e sono quindi adeguatamente memorizzate, anche per future indagini. Il ricorso ad un account privato come quello di Yahoo! insinuava il sospetto che la governatrice avesse qualcosa da nascondere. Ma le accuse sono rimaste semplici illazioni, almeno fino a quando non sono scesi in campo gli Anonymous.

Il gruppo di attivisti è riuscito a penetrare nella casella di posta elettronica della Palin e a scaricare parte delle sue mail, la lista dei contatti e le foto dei figli. Il tutto è poi stato pubblicato sul sito di soffiate Wikileaks, con l'invito a ripubblicare i documenti in giro per il web per evitare di farli scomparire nel nulla nel caso in cui le autorità statunitensi decidessero di "spegnere" il sito (qui il file zip).

Tra i documenti non c'è niente di compromettente, se non la riprova che effettivamente la Palin ha utilizzato l'account di Yahoo per comunicazioni relative alla sua attività istituzionale, tra cui: mail inviate o ricevute da indirizzi .gov dei suoi collaboratori; la bozza di una lettera da inviare al governatore della California Arnold Schwarzenegger; scambi sulle nomine della Corte d'Appello dell'Alaska e sul controverso caso del DPS (il Dipartimento di sicurezza Pubblica) per cui la Palin è già indagata per abuso di potere. Tutte questioni che la candidata alla Casa Bianca avrebbe dovuto gestire attraverso il suo account istituzionale. Se non altro per garantire una maggiore trasparenza in caso di indagini future.

Lo staff della Palin ha subito denunciato "l'invasione della privacy della governatrice oltre che una violazione della legge" e subito si è mobilitato anche l'FBI per dare la caccia agli autori dell'infiltrazione.

Fonte - Visionpost, 18 settembre 2008 - di Nicola Bruno

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