lunedì 30 giugno 2008

Gli ordini neo-templari




Nel 1948 Antonio Campello Pinto de Sousa Fontes (1878-1960) – ultimo (ma non incontestato) erede di una lunga genealogia neo-templare che risale ai tempi della Rivoluzione francese – designa a succedergli come Gran Maestro il figlio Fernando Campello Pinto de Sousa Fontes (designazione contestata dai critici di quest’ultimo, che replica esibendo documenti registrati presso le autorità portoghesi); alla morte di Antonio, il 15 febbraio 1960 a Porto, Fernando assume il titolo di “Principe Reggente”. Peraltro, diverse branche nazionali avevano un’esistenza autonoma, non avendo riconosciuto l’autorità di Antonio. Altre branche nazionali si separano in occasione della successione di Fernando, dichiarandosi indipendenti.

Nel 1970, a Parigi, alcuni dei Gran Priorati che non accettano l’autorità di Antonio Sousa Fontes si riuniscono a Parigi e nominano Gran Maestro il maresciallo polacco Antoine Zdrojewski (†1988). Da questo momento esistono tre principali filiazioni internazionali: una di obbedienza Sousa Fontes; una di obbedienza Zdrojewski; e una che riunisce coloro che non riconoscono Sousa Fontes ma diffidano di Zdrojewski e delle voci che lo collegano al sottobosco dei servizi segreti francesi. Rendendo il quadro estremamente complicato, tutte le filiazioni usano sia la sigla latina OSMTH (Ordo Supremus Militari Templi Hierosolymitani) sia quella francese OSMTJ (Ordre Souverain et Militaire du Temple de Jérusalem). Nascono pure una dozzina di altre organizzazioni e numerosi priorati nazionali “indipendenti”. Più tardi si formano varie federazioni internazionali, alcune peraltro di esistenza effimera. Gli scismi sono stati complicati negli ultimi anni dal desiderio – e dalla necessità – per tutti i gruppi neo-templari di prendere le distanze da una scheggia impazzita del loro movimento, l’Ordine del Tempio Solare, protagonista dei suicidi-omicidi del 1994-1997.


La filiazione che possiamo chiamare ex-Zdrojewski sopravvive in Svizzera con Alfred Zappelli e George Lamirand (†1994). Quest’ultimo, nel 1988, riunisce quello che rimane della filiazione ex-Zdrojewski al gruppo di uno dei pretendenti “autonomi” al ruolo di Gran Maestro, Pierre Pasleau (1932-2004), un personaggio assai noto nel mondo delle “massonerie di frangia” (da cui si era peraltro staccato nel 1991) e dei “vescovi vaganti”. La filiazione Pasleau, avendo incorporato dunque quella ex-Zdrojewski, è all’origine dell’attuale OR.MO.TE. (Organizzazione Mondiale dei Templari), mentre i seguaci di Sousa Fontes, continuano a dare vita a una serie di filiazioni autonome ma collegate e unite dal riconoscimento dell’autorità dell’anziano dirigente portoghese.

La più grande articolazione – ma anche il maggior numero di neotemplari presenti oggi nel mondo – si ha nell’ambiente di quei Gran Priorati che hanno rifiutato a suo tempo la guida sia di Sousa Fontes sia di Zdrojewski o Pasleau. Alcuni sono rimasti risolutamente autonomi. Altri hanno cercato di collegarsi in federazioni, e la città di Ginevra – dove opera peraltro anche la filiazione ex-Zdrojewski – è emersa come un centro importante di queste iniziative. All’interno del gruppo con sede “federale” a Ginevra si sono però manifestate divergenze – e occasionali alleanze – fra gruppi che fanno capo rispettivamente al belga Michel Van der Stock, a Nicolas Haimovici Hastier, e infine ai dirigenti dei più grandi e numerosi ordini inglesi e americani. Questi ultimi costituiscono nel 1999 l’OSMTH di Ginevra, debitamente registrato presso le autorità del Cantone e presieduto dall’ammiraglio statunistense (oggi in pensione) James J. Carey, che presiede anche la think thank conservatrice National Defense Committee. Questo OSMTH non è l’unica organizzazione neotemplare a portare questo nome, ma è probabilmente – con circa cinquemila membri – la più grande realtà contemporanea del neo-templarismo mondiale.

Semplificando, possiamo dunque schematizzare la linea principale del panorama neotemplare internazionale facendo riferimento a tre filiazioni: quella Sousa Fontes, quella Pasleau, e quella dei priorati dissidenti da Sousa Fontes ma non legati né a Pasleau né a Zdrojewski, a loro volta oggi divisi nelle tre principali filiazioni Van der Stock, Haimovici Hastier e Carey.

Le vicende italiane risentono di quelle internazionali, e non sono meno complesse. Il Gran Priorato italiano, come si è accennato, nel 1815 si dissocia da Fabré-Palaprat e dalle sue credenze “gioannite”. L’autonomia è ribadita al Capitolo tenuto a Venezia nel 1867, e – sia pure con non molti membri – il Gran Priorato continua la sua esistenza fino al 1945, quando il suo ultimo Reggente, Alessandro Vettori di San Marco e Valdorica, in carica dal 1925 e di idee politiche fasciste, è ucciso dai partigiani a Bologna. Prima di morire aveva affidato il destino dell’Ordine a cinque cavalieri, uno solo dei quali – Gastone Ventura (1906-1981), su cui si troveranno maggiori informazioni nella sezione de Le religioni in Italia dedicata al martinismo – sopravvive alla guerra, ma attende fino al 1964 per “risvegliare” l’Ordine.

In forza di una decisione presa da Gastone Ventura poco prima di morire, nel 1981, la Somma Reggenza del Gran Priorato Italiano - cioè dell'Ordine Sovrano dei Cavalieri del Tempio, detto "Tempio Italiano" - è passata al capitano Salvatore Olivari, che tutt'oggi la esercita. A riferimenti simbolici e storici simili - ma senza relazioni di affiliazione (né di altro genere) con tale "Tempio Italiano" - si ispira anche l'Ordine dei Cavalieri Templari Cattolici d'Italia guidato da Giorgio Ferretti.

Diverse organizzazioni di obbedienza Sousa Fontes si costituiscono negli anni 1980. In data 19 febbraio 2005 lo stesso Sousa Fontes, impegnato in un tentativo di riorganizzazione mondiale dell’Ordine e con apposito decreto, istituisce un Gran Priorato d’Italia con giurisdizione su tutto il territorio italiano, nominando Gran Priore d’Italia la professoressa Leda Paola Tonon di Padova, in passato responsabile di un OSMTH-Gran Priorato Lombardo Veneto. A partire da questa data quindi, in linea di principio i Priorati e le numerose precettorie italiane di obbedienza Sousa Fontes, sono tutte riunite in un unico Gran Priorato d'Italia.

Quanto alla filiazione Pasleau (che, come si ha accennato, ha incorporato quella ex-Zdrojewski), è rappresentata in Italia da un OSMTJ – Gran Priorato della Lingua d’Italia, aderente all’OR.MO.TE. (di cui è anzi il principale animatore). Costituito come ONLUS il 25 luglio 2002, ha incorporato altre filiazioni minori e ha oggi sede a Montevecchia (Lecco).

Il nucleo attuale di questo Gran Priorato – il quale, dal canto sua, insiste sull’assenza nelle sue fila di qualunque legame massonico, sottolineando anzi la sua ispirazione cattolica e il fatto che le sue iniziazioni avvengono esclusivamente in chiese o abbazie cattoliche nel corso di cerimonie che comprendono la celebrazione della Messa – nasce da cavalieri da cui nel 1996 si era separato un gruppo legato a Haimovici Hastier. Quest’ultimo gruppo – la cui continuità è rivendicata, nonostante difficoltà sopravvenute nel 1997 con lo stesso Haimovici Hastier e attraverso una complessa successione che passa anche dall’obbedienza fondata nel 1988 dallo spagnolo Toro Garland, dall'OSMTJ – Ordine Sovrano e Militare del Tempio di Gerusalemme, che ha avuto come Priore generale d’Italia (2004) Rosario Filippo Tomarchio e, dopo le dimissioni di questi, è stato retto prima (2005) da un Comitato di Reggenza che comprendeva Antonio Paris (che è anche Gran Maestro Mondiale della federazione internazionale OSMTHU, Ordine Sovrano Militare del Tempio Gerosolimitano Universale), Gennaro Luigi Nappo e Riccardo Vittorio Rossi, quindi (2006) dal nuovo Priore generale Raffaele Pariante, ancorché le relazioni attuali fra questo OSMTJ detto “Osservanza Pariante” e l’OSMTHU di Antonio Paris non sembrino esenti da conflitti – ha patito ulteriori divisioni interne, a partire da quella del triestino Walter Grandis, che ha dato vita a un suo priorato di filiazione Van der Stock chiamato Cavalieri Templari – O.S.M.T.J. Haimovici Hastier è invece tuttora riconosciuto come Gran Comandante Internazionale dal gruppo italiano denominato OSMTJ – Ordine dei Cavalieri del Tempio di Gerusalemme. Ma un buon numero di ex-seguaci di Haimovici Hastier si è invece legato a quella che, come si è accennato, è attualmente la più numerosa realtà neo-templare internazionale, l’OSMTH costituita nel 1999 a Ginevra, andando a fondare il Gran Priorato d’Italia OSMTH, cui corrisponde l’associazione civile Gran Priorato d’Italia dei Cavalieri del Tempio di Jérusalem, con Gran Priore Stelio Venceslai. Da Haimovici Hastier e Venceslai si era separato a sua volta nel novembre 1999 il Commendatore di Bologna, Maurizio Chiavari, dando vita a Roma all’Ordine dei Cavalieri di Cristo e del Tempio di Gerusalemme, vantando riconoscimenti di diversi Gran Priorati stranieri.

Ma il quadro che si è così delineato, anche solo con riferimento alla linea principale del neotemplarismo, è tutt’altro che completo, perché operano in Italia pure diversi gruppi semi-autonomi. A Torino, in particolare, tra il 1972 e il 1974 si costituisce un Priorato diretto da Ferruccio Castoldi (†1998), che cresce fino a una sessantina di unità, e cui le prime iniziazioni sono conferite direttamente da Sousa Fontes, che peraltro lo sottopone alla giurisdizione di Milano. La prolungata malattia e la morte di Castoldi riducono il Priorato a un’attività nominale, anche se la presenza di un personaggio noto sulla scena torinese come animatore di iniziative culturali e programmi televisivi, Gianluigi Marianini, gli conferisce una sua rilevanza mediatica. Nel 1996 un buon numero di cavalieri che avevano fatto parte del Priorato di Castoldi costituiscono l’Ordo Templi Hyerosolimitani - Militia Christi, indipendente rispetto a Sousa Fontes, guidato da Marco Sannino e Valter Maria Gatti. Dissensi fra i due animatori portano Gatti nel 1998 a fondare l’autonomo Ordine del Tempio, costituito in associazione nel 1999 e venuto allo scoperto nello stesso anno con una mostra presso l’Associazione Artistico Culturale “La Tesoriera” sulla storia templare. Le investiture di questo Ordine avvengono presso l’Abbazia di Staffarda, e l’Ordine – che ha anche nelle sue fila novizi e dame – conta una decina di cavalieri fra Piemonte e Veneto, fra cui un sacerdote cattolico.

Sullo sfondo di questa proliferazione apparentemente infinita di ordini e priorati rimane, come ai tempi di Fabré-Palaprat, la dialettica fra due polarità, una cattolica e una laico-massonica: fra chi sogna di ricostruire l’Ordine del Tempio nell’ambito della Chiesa cattolica e chi è di solito contemporaneamente neo-templare, martinista e massone regolare o “di frangia”.

B.: Del Supernus Ordo Equester Templi, cfr. la pubblicazione: Fra Mauro Giorgio Ferretti - Padre Giorgio Finotti d.O., Templari oggi. Pauperum Commilitonum Christi Templique Mariae, Aiep, San Marino 2004

Si veda anche l'Enciclopedia delle Nuove Religioni sul sito del CESNUR.

venerdì 20 giugno 2008

Valkyrie, Scientology e il Tom Cruise fotoritoccato


Non si placano le polemiche su Valkyrie, il thriller storico di Bryan Singer in cui Tom Cruise interpreta il colonnello tedesco Claus von Stauffenberg: ora spunta una foto palesemente ritoccata....

Di polemiche dietro a Valkyrie ce n'è già state diverse, e probabilmente ce ne saranno molte altre da qui all'uscita del film di Bryan Singer, a febbraio 2009. Una, in particolare, sta emergendo in questi giorni e coinvolge l'immagine di Tom Cruise, che interpreta il protagonista Claus von Stauffenberg. Quando circa un anno fa dovevano iniziare le riprese in Germania, la stampa locale si scagliò contro la star per via del suo coinvolgimento in Scientology. La setta, infatti, non è affatto ben vista in Germania, e l'idea che un eroe della patria venisse interpretato da uno Scientologista non piaceva affatto. Ma la vera polemica arriva da due foto che la United Artists alcuni mesi fa diffuse per dimostrare quanto Cruise fosse "in parte". Si tratta del confronto tra una foto del vero Claus von Stauffenberg e una di Cruise. Il rumor era che la foto di Stauffenberg fosse stata ritoccata per darle dei tratti più simili a quelli della star. Slate.com ha interprellato in questi giorni degli esperti, e a quanto pare la foto è stata veramente modificata, sebbene la United Artist continui a negare il fatto. Guardate voi stessi.

A sinistra trovate la vera foto di Stauffenberg (by Associated Press), al centro la foto diffusa dalla United Artist, a destra la foto di Cruise ad essa associata. Si può chiaramente notare la differenza tra il naso della foto a sinistra e quello della foto centrale, ma anche l'inclinazione della bocca e, soprattutto, la curva del mento, che nella foto al centro è quasi identica a quella di Cruise. Anche le sopracciglia hanno una incurvatura diversa, e se guardate bene le ombre degli zigomi della foto al centro sono state ritoccate per farla assomigliare alla foto di Cruise. E' stata anche aggiunta un'ombra al naso. Non viene neanche da chiedersi perché lo studio possa aver fatto un'operazione del genere: chiaramente si trattava di immagine, e l'impatto che ebbero quelle foto alcuni mesi fa è noto a tutti. Sorge un problema etico, ovviamente, e parlando di questo film non è neanche la prima volta (basti pensare alla polemica sul finto accento tedesco di Cruise nel film, poi smentito). Scritto da Christopher McQuarrie (I Soliti Sospetti), Valkyrie racconta la storia vera del complotto chiamato "Operazione Valkyrie" organizzato dal comandante Claus von Stauffenberg per spodestare Adolf Hitler. Nel cast del film oltre a Cruise anche Kenneth Branagh, Kevin McNally, Bill Nighy, Terrence Stamp, Christian Berkel, Patrick Wilson.

Fonte - Slate.com , 19 giugno 2008

martedì 17 giugno 2008

La Bibbia dei Testimoni di Geova è attendibile?


Esistono in merito alla Bibbia dei Testimoni di Geova (la «Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scriture») degli studi di validi specialisti del genere, dove si confrontano le diverse traduzioni e la loro attendibilità?



Giancarlo Apostoli
Risponde don Stefano Tarocchi, docente di Sacra Scrittura

Come il lettore sa ai Testimoni di Geova non è permessa nessuna interpretazione delle sacre scritture, in relazione alle quali debbono seguire l’orientamento ufficiale ad esse dato dal loro Comitato Direttivo. Per questo motivo i TdG sono incoraggiati a studiare la Bibbia principalmente attraverso le pubblicazioni e i testi pubblicati dalle società bibliche dei testimoni stessi. In queste pubblicazioni che esplicano la dottrina dei testimoni corredata, tra parentesi, da diversi versetti della Bibbia, a sostegno e con domande predisposte, riferite alla dottrina.
I TdG non ammettono dunque alcuna manifestazione di dissenso pubblica di un testimone rispetto all’interpretazione che fa il Corpo Direttivo, pena la scomunica dalla congregazione. Essi credono che la Bibbia sia l’esatta parola di Dio, rifiutando dunque anche un’interpretazione in chiave storica del testo.
Fino al 1950, i TdG non possedevano una Bibbia propria. La Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (New World Translation of the Holy Scriptures) è una traduzione moderna della Bibbia stampata a New York da società religiose in uso dai TdG. La Traduzione del Nuovo Mondo è successiva al credo dei TdG in quanto prima della sua pubblicazione utilizzavano nella loro predicazione traduzioni bibliche edite da altre società bibliche. La Traduzione del Nuovo Mondo non è la prima né l’unica Bibbia stampata dai TdG, in quanto dal 1926 stamparono in proprio alcune versioni fra cui la Bibbia di Re Giacomo (1611), la versione inglese più diffusa nel mondo anglosassone in quanto è la versione ufficiale (o autorizzata) dalla Chiesa Anglicana.
La Traduzione del Nuovo Mondo fu eseguita direttamente dall’ebraico, dall’aramaico e dal greco in inglese moderno da un comitato di TdG rimasti anonimi. Generalmente denota solo una cattiva conoscenza della lingua ebraica/aramaica da parte degli anonimi traduttori, ma in diversi casi vi sono anche importanti implicazioni dottrinali. Per la prima edizione si sa che alle riunioni per la traduzione parteciparono persone senza alcuna qualifica. Queste traduzioni sono rigorosamente anonime. Il motivo di ciò é rivelato da un ex-TdG : «La ragione dell’anonimato è duplice: 1) non si può controllare la competenza dei traduttori; 2) nessuno è responsabile della traduzione».
Questa traduzione fu inizialmente pubblicata in vari volumi, dal 1950 al 1960. Le successive edizioni in altre lingue, compresa quella in italiano, si basano non sui testi originali, ma sulla traduzione dall’inglese. Edizioni complete sono state pubblicate in una trentina di lingue, sempre con il medesimo criterio.
Nella traduzione italiana del 1986 ridotta ad un solo volume, priva di note in calce, tali note sono inserite direttamente nel testo in modo che non è possibile distinguere il testo dal commento. Tutta la Traduzione del Nuovo Mondo è caratterizzata, errori a parte, da un linguaggio italiano scadente. L’ultima revisione italiana è datata 1987.
Il lettore può approfondire l’argomento con i libri seguenti (solo una selezione!): S. M. De Paolis, TDG: forti biblisti? Esposizione di numerosi versetti incomprensibili, ridicoli o addirittura grotteschi presenti nella falsa Bibbia della Soc. Torre di Guardia, Segno, Tavagnacco 1998; P.A. Gramaglia, Perché non sono d’accordo con i Testimoni di Geova, Piemme, Casale Monferrato 1984; M. Introvigne, Le sètte cristiane: dai Testimoni di Geova al reverendo Moon, Mondadori, Milano 1990; L. Minuti, I testimoni di Geova non hanno la Bibbia, Colletti, Roma 1997; C. Weis, Testimoni di Geova: testimoni di Dio?: sussidio per il confronto critico con la dottrina dei testimoni di Geova, Edizioni paoline, Cinisello Balsamo 1987.

Fonte - Toscana Oggi, 09/04/2008

TOSCANA - Sospetti sull’esistenza di sette sataniche


FENOMENO INQUIETANTE

Sospetti sull’esistenza di sette sataniche

Elisa Cecchi
Resti di animali, tracce di riti e scritte ineggianti al diavolo in edifici in città, a Calci e Marina
PISA. Se a Firenze si riaprono i fascicoli sulle morti sospette dei boschi della Lunigiana, a Pisa il rischio di costituzione di sette sataniche trasuda dalle mura di alcuni edifici abbandonati della città. In molti casi si tratta soltanto di scritte tracciate a caso e prive di una chiara intenzione satanista. Sono moltissimi, infatti, i giovani che, spesso per incoscienza, spesso per noia, visitano gli edifici abbandonati alla periferia di Pisa lasciando scritte su qualche parete una traccia del proprio passaggio. In altri casi, se si scava più a fondo, si scoprono graffiti che sembrano tracciati con maggiore consapevolezza e chiaro riferimento ad un mondo occulto che niente ha a che fare con i movimenti dark o metal post-adolescenziali.
La distinzione, infatti, tra i ragazzi che in cerca di avventure stile “Goonies” si introducono in edifici in ristrutturazione o abbandonati, e protagonisti invece legati attivamente a gruppi satanisti attivi in Toscana sino dal 2000 è nettissima, e spesso sono proprio i ragazzi stessi a diventare testimoni di episodi inquietanti che sembrano dimostrare come alcuni luoghi della città siano divenuti ritrovo per messe nere od inquietanti rituali macabri.
È, a esempio, il caso dell’ex monastero trappista ormai abbandonato nelle vicinanze di Calci. Di giorno, moltissimi curiosi si introducono nelle vecchie cucine o nei sotterranei dell’edificio.
Di notte, in molti sono pronti a giurare che qualcosa di più inquietante accada lì dentro: sono proprio alcuni ragazzi, che fermiamo all’uscita del monastero, a raccontarci di scritte sataniche inquietanti e cadaveri di animali ritrovati all’interno del monastero pericolante.
«I riferimenti al satanismo sono evidenti - racconta un ragazzino - noi veniamo qui solo perché è un po’ un’avventura entrare nel monastero, non vogliamo fare niente di male. Ma probabilmente qualcun altro si, ed era lo stesso anche alla Motofides: un sacco di volte abbiamo trovato invocazioni a satana o scritte rovesciate».
E dai racconti di diversi ragazzi emergono particolari inquietanti, forse in parte frutto di fantasia ma confermati dai messaggi effettivamente presenti nei locali del monastero, dove i simboli satanici e le maledizioni sono ricorrenti: qualche ragazzo racconta di aver trovato anche cadaveri di faine e gatti, oltre che corde appese al soffitto e macchie di sangue.
Anche nel caso dell’edificio, ormai demolito, a Marina di Pisa, si racconta di scritte inquietanti tracciate sui muri, come croci rovesciate, pentacoli o numerologia satanica. Ma anche altri luoghi in provincia sono conosciuti come punti di ritrovo “occulti”: è il caso di ex ville ormai diroccate presenti lungo il percorso ciclabile delle Piagge o a Tirrenia.
Anche in questi casi basta osservare le pareti per accorgersi che, per scherzo o meno, qualcuno si è divertito ad evocare il diavolo con scritte rosse e nere che ricoprono i muri.
Quello dell’evocazione satanica è divenuto anche a Pisa, dunque,un fenomeno reale ma dai confini molto labili, che spaziano dallo scherzo alla leggenda metropolitana (sono moltissime le case della città divenute oggetto di leggenda senza che in realtà vi fosse mai accaduto niente), dalla suggestione creatasi in seguito alla recente sparizione di numerosi gatti neri a, forse, vere e proprie devianze potenzialmente pericolose: secondo gli esperti, in Toscana sarebbero infatti presenti circa 70 gruppi di satanisti composti da più di 500 membri.

Fonte - Il Tirreno, 16 giugno 2008

venerdì 13 giugno 2008

Tracce di Satana in Maremma


RITI DIABOLICI IN PROVINCIA - Ragazzi di 13 anni o poco più attirati dal mistero dell’occulto. Molti i resti di pratiche oscure

Tracce di Satana in Maremma

Claudio Bottinelli
Certa la presenza di sette «acide», formate da giovani
GROSSETO. Maremma, terra di Satana. Affermarlo è esagerato, e non esistono riscontri oggettivi - almeno secondo le forze dell’ordine - che portino ad affermare la presenza nella provincia di Grosseto, di sette sataniche organizzate. Ma è anche vero che tracce di messe nere, di riti diabolici, di malefici ogni tanto si trovano; e accade con una certa frequenza.
Più volte è accaduto in quel che resta dell’Abbazia di San Guglielmo, per esempio, e perfino in un campo alla periferia della città, verso l’aeroporto, c’è stata la segnalazione di strani rituali che gruppi di persone facevano nella notte lasciando sul terreno segni evidenti di riti satanici: candele disposte in certi modi, e addirittura soldi abbandonati in un oliveto. Neppure i cimiteri sono stati risparmiati ed è accaduto di trovare tombe devastate durante la notte o chiese profanate; è accaduto per esempio al cimitero di Sterpeto. Ed è stato trovato un casale nella zona di Alberese con muri dipinti di nero, candele bruciate, teschi; e la stessa cosa è accaduta a Roccatederighi. Secondo Maria Pia Gardini, dell’associazione Aris Toscana, «Grosseto e provincia pullulano di satanismo di tipo “fai da te”, poiché viene praticato da ragazzi di 13 e 14 anni che non sanno bene cosa significano i gesti che compiono. Solitamente si drogano, bevono alcool e dopo, nel momento del fervore, si colpiscono a vicenda oppure compiono gesti sacrileghi».
Una affermazione, questa della Gardini, sulla quale sembrano esserci numerose conferme. Come dimostrerebbe anche l’intervento di una insegnante della quale pubblichiamo l’intervista.
Sette sataniche? Il termine è grosso e sproporzionato.
Vero è invece - come risulta anche alla polizia e come è emerso nelle denunce di un paio di anni fa quando cinque giovani arrivarono a strappare le braccia a un Cristo in croce - che in Maremma sembra essere forte la presenza delle cosidette “sette acide” formate per lo più da giovani (dai 15 ai 25 anni, ma sopratutto minorenni) che si lasciano affascinare dal mistero dell’occulto, si inebriano di musiche cosiddette “diaboliche” e finiscono con il seguire persone più grandi che affascinano le loro menti con racconti sul diavolo e le inebriano con sostanze stupefacenti.
Chiudere gli occhi e far finta che questo non accada, in Maremma, vuol dire fare come gli struzzi. Sono realtà che i giovanissimi conoscono e che, alla fin fine, sono protagoniste dei riti notturni di cui ritrovano poi tracce qua e là, da Grosseto all’Argentario a Manciano e particolarmente attorno a Saturnia.
Voler tentare una mappa di questo mondo che guarda verso Satana è difficile, se non impossibile. Se però si ricorda che qualche anno fa la nostra provincia fu sede di un convegno nazionale sul diavolo, c’è da ritenere che la scelta del luogo non sia stata del tutto casuale. Ed è cosa certa che la Maremma è famosa da sempre per il gran numero di maghi e streghe, di persone che sono pronte a fare “fatture magiche” arrivando perfino a varcare le soglie della magia nera. Sono cose che fanno parte della cronaca di tanti anni. Cronaca che parla anche di una Maremma che è scelta talvolta da persone che abitano in altre province (Firenze e Siena soprattutto) che vengono quaggiù per fare i loro riti. La scarsa densità di popolazione in certe zone favorisce queste cose e d’altra parte che la Maremma fosse indicata come sede di sabbe e riunioni malefiche è cosa che risale fino al medioevo.
Oggi, poi, basta usare internet per impossessarsi di rituali per qualunque tipo di messa o rito diabolico. Ed è cosa da dare come certa che ci sono giovani che usano a man bassa questi siti “diabolici” per trarne ispirazione e suggerimenti. Forse anche spinti da una mancanza di valori che va facendosi sempre più pesante.
Parlare dunque in Maremma di sette sataniche capaci di sacrifici cruenti o di altri malefici appare eccessivo. Ma occhio a giovanissimi. Non sono pochi coloro che vengono attratti dal mistero e che, come dimostra l’intervista della professoressa che riportiamo, finiscono per prendere una brutta strada. Le cui conseguenze sono state ben delimitate dall’allora monsignore Angelo Scola, undici anni fa.

Fonte - IL TIRRENO, 11 giugno 2008

Satanismo: un po' di luce sul mondo delle ombre


Alla luce degli ultimi eventi di cronaca nera legati a gruppi di cosiddetti “adoratori di Satana”, aumenta la curiosità attorno a fenomeni così inquietanti. Ci chiediamo quindi cosa si intende esattamente col termine “satanismo” e quali sono le sue origini storiche. Secondo il sociologo Massimo Introvigne, uno dei maggiori esperti italiani di culti esoterici, si possono distinguere ben quattro ceppi, a ciascuno dei quali si ispirano poi i vari gruppi di satanisti. Esiste il Satanismo “razionalista”, che vede Satana semplicemente come un simbolo del male ed ha una visione del mondo anticristiana, edonista ed immorale. C'è il Satanismo “occultista”, il quale accetta la versione biblica della Creazione e della cacciata degli angeli ribelli dal paradiso, schierandosi ovviamente dalla parte di questi ultimi. Il Satanismo “acido”, dove il diavolo è solo una figura pretestuosa per organizzare incontri a sfondo sessuale e orgiastico, dove si sottopongono a pressioni psicologiche i partecipanti (adepti) e si assumono varie sostanze allucinogene e stupefacenti. Per ultimo abbiamo il cosiddetto Luciferismo, dove il diavolo viene appunto chiamato Lucifero (angelo della luce), e si venera non in quanto incarnazione del male bensì come un angelo che si è ribellato alla perfidia di un dio prepotente.
In Italia esistono varie sette, tuttora attive e che contano al loro interno numerosi adepti. Per esempio esiste una setta chiamata “i bambini di Satana”, che è la più famosa. È stata fondata da Marco Dimitri, (il quale si autodefinisce incarnazione del diavolo), conta circa 60 adepti, ha sede a Bologna e rientra nel gruppo del satanismo razionalista. Altra setta di una certa importanza è quella delle cosiddette “Chiese di Satana di Torino”, che vanta più o meno seicento seguaci. Al loro interno si celebrano vere e proprie messe nere, in cui viene venerato Satana e rinnegato Dio; si utilizzano amuleti, crocifissi messi al contrario e profanati. Questa setta, quindi, è da annoverare nel gruppo del satanismo occultista. Efrem del Gatto è il fondatore di un'altra importante setta, di impronta luciferina, che conta 150 adepti ed ha sede a Roma: la “Confraternita Luciferina”. Durante le messe nere si eseguono autoflaggellazioni come sacrificio a Lucifero, inteso come “principe perfetto della luce”. A Bassano del Grappa, invece, ha sede una setta clandestina, il “Cerchio satanico”, ispirata alle azioni e al pensiero di Charles Manson, ed ovviamente appartiene al ceppo satanista acido. Altra setta clandestina è quella dei “Figli di Satana”, di ceppo razionalista, attiva in Piemonte e dedita soprattutto alla profanazione di cimiteri di campagna. Un gruppo misterioso e tutto al femminile, scoperto di recente a Pescara è quello chiamato “Ierudole di Ishtar”. Infine il più importante gruppo satanico americano, fondato da Michael Aquino nel 1975: “Il tempio di Seth”, la cui filiale italiana si trova a Napoli, che appartiene al gruppo razionalista. Insomma, da cosa deriva tutta questa morbosa attrazione verso Satana? Forse è direttamente proporzionale al silenzio che c'è a riguardo. A pensarci bene, il diavolo con tutto ciò che lo circonda è forse rimasto l'ultimo dei tabù di questo secolo all'avanguardia.

Fonte - 055.it, 12 Giugno 2008

mercoledì 11 giugno 2008

Feste dark fra Prato e la Lucchesia è qui che Satana ha allevato la setta


I quattro indagati per la morte di una donna frequentavano raduni in onore del marchese De Sade

Feste dark fra Prato e la Lucchesia
è qui che Satana ha allevato la setta

Laura Montanari
A questi ritrovi esoterici si affollano anche 5-600 persone alla volta e vi si accede soltanto su invito strettamente riservato
Il gruppo omicida si sarebbe costituito fra il 2000 e il 2001 partecipando agli eventi ospitati in una villa di Montemurlo
Gli accusati sono due uomini e due donne tra i 25 e i 27 anni, vivono fra Firenze e Pistoia
Uno fa l´operaio, gli altri tre sono disoccupati. Il delitto dovrebbe risalire al 2004
Un giro di feste dark e di altre stranezze, di musiche oscure, ritmi gotici mescolati a passioni per l´occulto. Inviti strettamente personali che girano fra una cerchia di adepti fidati, gente che apprezza serate all´insegna di discutibili motti del tipo: «nei rapporti interpersonali è sempre necessaria un´arma da taglio». Tra Firenze, Prato, la Lucchesia e il Bolognese, un giro di locali notturni, ma anche di ville abbandonate e casolari a pezzi dove si ritrovavano per «la nuit de Sade» o la festa delle bambole cinque o sei cento persone. E´ in questo giro dark che la squadra mobile di Firenze sta cercando di ricostruire incontri e movimenti dei quattro giovani accusati di aver fatto parte di una setta satanica. Gli adepti del «satanismo acido» una pratica che definisce forme rituali di messe nere, orge, droga, violenze. Sono giovani fra i 25 e i 27 anni, due ragazzi e due ragazze, accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Tutto nasce da un diario lasciato aperto da una ragazza e letto dal padre: «Qualche tempo fa abbiamo fatto un rito satanico. C´è stata un´orgia alla fine della quale una donna è stata uccisa». Il genitore si gela, strappa la pagina e la consegna alla polizia. Le indagini cominciano da lì e sono difficili. Grazie a qualche altro dettaglio trovato nel diario della ragazza si incrociano i dati con un´altra inchiesta, quella del ritrovamento di ossa umane in un sacco il 21 giugno 2006 ai bordi dell´autostrada A1, fra Barberino del Mugello e Roncobilaccio. Quello scheletro senza il teschio, senza cinque vertebre e privo anche delle parti inferiori delle braccia e delle gambe, potrebbe essere appartenuto a una prostituta dell´Est, età approssimativa intorno ai 25 anni, uccisa nel 2004 secondo gli accertamenti del medico legale. Nessuno ne ha mai denunciato la scomparsa, ma adesso gli investigatori sono convinti che quella donna sarebbe stata uccisa in un piccolo cimitero del Mugello proprio nel corso di un sacrificio satanico. Il gruppo secondo i primi accertamenti si sarebbe costituito fra il 2000 e il 2001, sabato mattina sono scattate anche ventitré perquisizioni di cui undici a Prato, le altre tra Firenze, Lucca, Livorno, Siena e Pistoia. Moltissimo il materiale sequestrato, gli agenti hanno recuperato due teschi umani su cui sono stati subito avviati degli accertamenti per risalire ai luoghi da cui sono stati prelevati, probabilmente dei cimiteri. Sequestrate anche spade, mantelli, monili con simboli satanisti, cd musicali con testi particolarmente violenti. Alcune delle persone perquisite oggi non fanno più parte della setta che avrebbe nel frattempo continuato a celebrare dei riti esoterici la notte nei cimiteri o nei locali dove si esibiscono delle band death metal, in ville prese in affitto o in ville abbandonate nella campagna tra Firenze e Prato. Uno dei luoghi simbolo del gruppo toscano (in contatto anche con persone che venivano da altre regioni e che si davano appuntamento in occasione dei dark-party) era la struttura dell´ex Cicognini di Prato dove sono state trovate scritte sui muri, resti di ceri rossi e neri, macchie di sangue di piccoli animali probabilmente sacrificati nel corso delle messe nere.
Il fenomeno del satanismo in Toscana è in crescita e raccoglie adepti soprattutto tra i giovani già a partite dai quindici anni. Secondo gli esperti, nella regione sono attivi una settantina di gruppi con oltre cinquecento aderenti. Le zone dove il fenomeno è più diffuso sono la Lunigiana, la Versilia (l´area di Viareggio in particolare), l´area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia compreso il Mugello, il Casentino e la Maremma. Una testimonianza viene anche dal fatto che nelle settimane scorse, in Lombardia, è stato riaperto il caso di Fabio Rapalli, l´uomo trovato morto il 7 settembre del 1996 a Pontremoli (Massa Carrara). Il decesso venne catalogato come suicidio, ma da settimane gli inquirenti che indagano sulle «Bestie di satana» hanno deciso di fare luce sull´episodio ritenendo che il suicidio possa essere stato indotto nell´ambito dei riti imposti dalla setta.

Fonte - La Repubblica, edizione di Firenze, 09 giugno 2008

Varese - Rubano una croce al cimitero, l'ombra del Satanismo


Rubano una croce al cimitero Gornate, due in manette

Nella notte tra sabato e domenica raid al camposanto di Torba. Polemiche sulla festa metal in corso nel paese. Gli organizzatori: "Noi non c'entriamo".

Gornate Olona C’è l’ombra del satanismo dietro l’incursione notturna nel cimitero, messa a segno tra sabato e domenica da una coppia di ventenni del posto. I due, look da metallo pesante, capelli lunghi e qualche birra di troppo, sono entrati nel piccolo camposanto di Torba per portarsi via una grossa croce di cemento strappata da una vecchia tomba. Un oggetto senza alcun valore se non quello intrinseco del simbolo. Il gesto dei due ragazzi, svuotato da ogni possibile movente economico, risulta ancora più incomprensibile.

In ogni caso, che si tratti di una semplice bravata o di qualcosa di più inquietante, i due giovanissimi sono stati subito inchiodati alle proprie responsabilità dai carabinieri di Tradate, di pattuglia nella zona proprio nel momento in cui i profanatori stavano uscendo dal cancello del piccolo cimitero. La mezzanotte era passata da 45 minuti, quando gli uomini dell’arma hanno fermato la strana coppia di sacrileghi, arrestandoli in flagranza di reato con l’accusa di furto aggravato. Per uscire con la refurtiva, hanno anche rotto il braccio meccanico del cancello automatico, mentre la croce di cemento che stavano caricando in macchina è stata recuperata e ora è custodita nel magazzino comunale. Così ai polsi dei due giovani sono scattate le manette e, nelle prossime ore, verranno processati per direttissima. La sentenza sarà una croce ben più pesante da portare di quella che hanno rubato, apparentemente senza motivo, dal cimitero gornatese.

Fonte - La Provincia di Varese, 8 giugno 2008

Satanisti fecero a pezzi una donna: indagini della Mobile anche in Versilia


del 08/06/2008 di Manuela Mattei - Lo Schermo di Lucca

LUCCA – Anche la nostra provincia è stata coinvolta nell’indagine della squadra mobile di Firenze che ha portato all’invio di quattro avvisi di garanzia nei confronti di alcuni fiorentini sospettati di far parte di un gruppo definito dagli inquirenti di ispirazione dark-satanista. In quattro nel 2004 avrebbero ucciso e fatto a pezzi una giovane donna. Con i due controlli, diretti dalla squadra mobile di Lucca, torna a riaffacciarsi in lucchesia l’ipotesi della presenza di qualche adepto dedito alla cosiddetta ‘religione del male’.

Per adesso sono solo ipotesi, di certo ci sono soltanto due perquisizioni che la procura di Firenze ha delegato agli agenti lucchesi nella prima settimana di giugno. Infatti, mentre giovedì 6 giugno nella provincia fiorentina venivano ispezionate oltre una ventina di abitazioni, gli uomini dei commissariati di Viareggio e Forte dei Marmi si dirigevano verso due abitazioni della zona.

Dai controlli fiorentini della Squadra Antisette sono stati ritrovati un totale di due teschi umani, materiali ovviamente ritenuti significativi per l’indagine, in Versilia pare non essere emerso niente di troppo significativo. La prima ispezione è stata effettuata a Lido di Camaiore nella casa per le vacanze di uno degli indagati fiorentini. Nell’abitazione dell’uomo non è però stato trovato alcun materiale che facesse riferimento ai ‘culti del male’.

La seconda perquisizione è stata effettuata invece, sempre nel giorno di giovedì 6 giugno, presso la prima casa di un ventiduenne pietrasantino. Qui invece gli agenti avrebbero trovato materiale cartaceo ricollegabile forse al gruppo costituitosi tra il 2000 e il 2001, adesso accusato di omicidio e soppressione di cadavere, o perlomeno a qualche interesse nutrito dallo stesso versiliese per i culti demoniaci.

Secondo ulteriori particolari forniti dagli agenti fiorentini, il gruppo dark-satanista sarebbe formato da almeno quattro persone, le quali potrebbero essere tutte coinvolte nell'assassinio di una donna tra i venti e i trent’anni i cui resti furono trovati in sacchi di plastica abbandonati lungo l'A1 tra Barberino e Roncobilaccio nel giugno 2006.

Ossa umane e materiale organico testimonierebbero un gesto di mortale violenza avvenuto addirittura due anni prima. Inoltre nel corso di una perquisizione un giovane di ventitre anni di Sesto Fiorentino è stato tratto in arresto in flagranza per il reato di pornografia virtuale, poiché nella sua abitazione è stato ritrovato un considerevole quantitativo di materiale pedopornografico.

Will Smith prende in giro i nuovi miti (ma non risponde sul tabù Scientology)


«Hancock» : Il protagonista è dotato di poteri speciali ma va alla deriva

Super eroe da buttare

Will Smith prende in giro i nuovi miti (ma non risponde sul tabù Scientology)


LOS ANGELES — È tempo di eroi sugli schermi anche se imperfetti: come Indiana Jones e, soprattutto, come Hancock interpretato dall'uomo d'oro del box office americano Will Smith. L'attore nella vita privata tiene all'immagine di padre e marito perfetto e sullo schermo questa volta è vestito come un barbone, in crisi con se stesso e la sua identità nonché «alcolista senza speranza, capace di combinare guai di ogni tipo, ma....». Ma Hancock è anche capace di salvare «il popolo» e si sente un uomo del popolo afroamericano, ha capacità erotiche «sensoriali », si innamora della bella moglie del suo publicist, assoldato (e da lui salvato) per ricostruire la sua immagine da perdente.

Circolano tante voci su questo film in relazione a Smith. Ma l'attore non ha chiarito i dubbi su una sua «conversione » a Scientology né a Cannes — dove ha partecipato a un'anteprima del film diretto da sua moglie Jada Pinkett, The Human Factor — né agli MTV Movie Awards. Ha cancellato molti incontri con la stampa, trincerandosi dietro un no comment, mentre a Hollywood si parla anche di una donazione generosa al gruppo fondato da Ron Hubbard e dell'iscrizione dei figli di Smith a una scuola di Scientology. Davanti alla sede dell'associazione c'è chi inalbera striscioni che invitano Smith e Cruise a lasciare questa «religione-non religione ».

Prima delle polemiche Will parlava. Svelandosi «ex studente di una scuola cattolica, cresciuto in un ambiente Battista, aperto a ogni studio religioso, buddismo compreso». Oggi l'attore tace, timoroso di demolire la sua immagine e di fallire al botteghino per una reazione negativa della platea. Il film uscirà a luglio in Usa, a settembre in Italia. Ma dopo le proiezioni- test si incrociano già i primi commenti su Internet. C'è chi sostiene che la pellicola di Peter Berg «sia un plateale omaggio a Scientology nelle sue ricerche spirituali di salvezza e ricerca di autostima o sicurezza». A sua prima «difesa», Will ha detto: « Hancock ha bisogno di aiuto spirituale e morale, malgrado i suoi poteri, e a par mio potrebbe trovarlo in Scientology, nel Buddismo, nell'Induismo perché la base dei dettami di tante religioni è la stessa». A proposito di Hancock, costato più di 150 milioni di dollari alla Sony Columbia, dice ancora: «Ne sono entusiasta: provate a pensare a un produttore come il mio maestro Michael Mann, che ha voluto fortemente, come me, questo film. A una attrice come Charlize innamorata di un perdente con varie dipendenze... Il gioco è fatto visto che Hancock è capace di volare persino quando è ubriaco. Non metterei il mio personaggio tra gli eroi tipo Iron Man o Batman o il demone Hellboy. Volevo interpretare un uomo che sa volare e salvare la gente, ma che vive come tutti, anche se è rozzo, senza compromessi nelle sue dichiarazioni e non profuma di colonia, dato che vive come un homeless e si sente un paria. Il film è una commedia con toni agrodolci ed effetti ed affetti speciali. Interrazziale anche nei sentimenti».

Charlize Theron interpreta la perfetta moglie del pubblicitario. Dapprima detesta Hancock e poi è irrimediabilmente attratta da lui. Parla del film, non di Scientology «perché ognuno è libero di scegliere la sua fede e la cosa non riguarda gli altri». Dice: «Ho trovato il copione validissimo, ricco di colpi di scena e anche romantico. Poi lo abbiamo girato a Los Angeles, anche nei pressi dei quartieri in cui abitiamo io e Will. Lui era sempre pronto a battersi per salvare i meno fortunati, i nostri «vicini» di casa, che Hollywood finge di ignorare o arresta. La mia Mary si ritiene una moglie e una mamma perbene, ma qualcosa si incrina perché in realtà non è quella che sembra e che si è convinta di essere. Accade a molte donne. Sono stata la prima a firmare il contratto e a credere al suo fascino tra toni drammatici e brillanti. Subito dopo ho interpretato un ruolo realistico e amaro, diretta da Guillermo Arriaga. Ma Mary mi ha dato tantissimo: tra azione e risate».

Fonte - Il Corriere della Sera, art. di Giovanna Grassi, 04 giugno 2008

martedì 10 giugno 2008

Gli otto anni satanici del gruppo dark


Riaperti i fascicoli su due morti sospette a Prato e nei boschi della Lunigiana
E’ del 2000 l’incontro dei quattro giovani ora indagati per omicidio

FIRENZE. Otto anni da ricostruire con un lavoro paziente e minuzioso, una moltitudine di personaggi che potrebbero essere entrati a contatto con il gruppo satanista scoperto a Firenze e una miriade di fatti di cronaca registrati come frutto dell’attività di sette sataniche in varie zone della Toscana e in particolare nell’area compresa tra Firenze, Prato e Pistoia che devono essere riconsiderati.
Il lavoro degli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Luca Turco è potenzialmente enorme e adesso si comincia a ripassare al vaglio molti episodi criminosi che potrebbero essere riletti in maniera diversa.
Non soltanto, dunque, il mistero della donna sconosciuta, uccisa nel 2004 e i cui resti sono stati ritrovati due anni fa lungo l’Autostrada del Sole tra Roncobilaccio e Barberino.
Si torna a scavare sulla morte di Fabio Rapalli, il giovane dell’Oltrepò Pavese che venne trovato morto nella zona di Pontremoli nel settembre di dodici anni fa. Sul caso Rapalli, in Lombardia sono state riaperte le indagini, anche in considerazione del fatto che nella stessa zona di Montelungo venne trovato morto, nel novembre di due anni dopo, un giovane di un paese vicino a quello dove abitava Fabio Rapalli.

Così come a Prato adesso si torna a scavare sul caso di Antonella Bruni, una donna di 41 anni che venne trovata morta nel greto del Bisenzio il giorno di Ferragosto di quattro anni fa.
Sarebbe troppo facile trovare una spiegazione univoca per questi e altri casi, non è questa la traccia su cui sembrano muoversi gli inquirenti, anche perché nel caso della morte di Fabio Rapalli gli attuali indagati avrebbero avuto tra i dodici e i quattordici anni. E’ possibile, invece, che da questo caso possa aprirsi un nuovo capitolo sull’attività delle «Bestie di Satana» scoperte in provincia di Varese.
Il fatto è che attraverso la scoperta del gruppo dark satanista, nato nel 2000, che agiva sull’asse Firenze-Prato-Pistoia gli inquirenti potrebbero aver trovato il bandolo di una matassa oscura e complicatissima che potrebbe permettere di ricostruire fatti e situazioni e di dare un volto anche ad altri protagonisti di questo mondo.
Anche perché il gruppo dark satanista finito sotto inchiesta con le accuse di omicidio volontario, distruzione, sottrazione o soppressione di cadavere non è un’entità strutturata come lo erano «Le bestie di Satana».
Il gruppo toscano si sarebbe costituto frequentando feste dark negli ambienti vicini al club Decadence di Bologna e in altri eventi simili in Toscana come la «Nuit de Sade» (La notte del Marchese de Sade) che si svolge in Lucchesia o la «Festa delle bambole» nella villa Scarfantoni a Montemurlo nelle vicinanze di Prato. Si tratta di eventi dove si accede solo con invito riservato e ai quali partecipano anche 500-600 persone alla volta. In fenomeno del satanismo in Toscana è dato in crescita e raccoglie adepti soprattutto tra i giovani già a partite dai 14-15 anni. Secondo gli esperti, in Regione sono attivi circa 70 gruppi con oltre 500 aderenti. Le zone dove il fenomeno è più diffuso sono la Lunigiana, la Versilia, l’area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia compreso il Mugello, il Casentino e la Maremma.
E’ proprio su questo mondo magmatico e di difficile penetrazione che gli inquirenti fiorentini cercheranno di fare luce.

Fonte – Il Tirreno, 09 giugno 2008

Satanismo a Firenze, nuove scoperte


"Dopo l'orgia una donna è stata uccisa"

Mugello, diario-shock di una ragazza: una pista per il cadavere fatto a pezzi

di Michele Bocci

«Qualche tempo fa abbiamo fatto un rito satanico. C´è stata un´orgia alla fine della quale una donna è stata uccisa». E´ rimasto sconvolto il padre di una ventenne che vive nel Mugello quando ha letto queste parole nel diario della figlia. L´uomo ha portato la pagina alla polizia permettendo agli uomini della squadra mobile fiorentina di imboccare una pista che potrebbe risolvere un mistero risalente a due anni fa. Grazie a quella segnalazione, e ad altri accertamenti sugli scritti privati della giovane, che hanno trovato riscontro, si sono incrociate due inchieste. Quella sulle ossa di una donna trovate il 21 giugno del 2006 dentro alcuni sacchetti di plastica ai bordi dell´autostrada A1 tra Barberino e Roncobilaccio, e quella su un gruppo di giovani toscani, soprattutto pratesi e fiorentini, adepti del cosiddetto "satanismo acido", con cui si definisce una forma di ritualismo fatto di messe nere, orge, droga, atti di violenza. Quattro di loro, quelli con rapporti più stretti con la giovane del diario, sono sotto inchiesta per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Hanno tra i 25 e i 27 anni. L´ipotesi dell´accusa è che durante un rito, magari in un piccolo cimitero del Mugello, sia stata uccisa quella donna, di cui non è stato ritrovato il teschio. Non è ancora stata identificata, le analisi dicono che aveva circa 25 anni ed era di razza bianca. Potrebbe trattarsi di una prostituta dell´est, la cui scomparsa non sarebbe mai stata denunciata da nessuno. I medici fanno risalire la sua morte al 2004, in una data che renderebbe possibile accostare l´episodio a quanto scritto sul diario dalla giovane. Il corpo era stato sezionato con un seghetto elettrico con lama circolare molto sottile e poi era stato scarnificato. Sulle ossa, infatti, erano rimaste le tracce di una lama che aveva asportato carne e muscoli. Oltre al cranio, mancavano cinque vertebre e le parti inferiori di braccia e gambe. La polizia si è mossa la mattina presto di venerdì su mandato del pm fiorentino Luca Turco per trovare materiale utile alle indagini. Sono partite 23 perquisizioni, di cui 11 a Prato e le altre a Firenze, Lucca, Livorno, Siena e Pistoia. Gli agenti hanno trovato due teschi umani, spade, mantelli, monili con simboli satanisti, cd di gruppi death metal, un filone dell´heavy metal con testi violenti e ritmi irregolari. Quattro giovani, due di Prato e due di Firenze, due maschi e due femmine, sono indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Alcune delle persone perquisite non fanno più parte del gruppo, che celebrerebbe i suoi riti in cimiteri, locali dove suonano band di death metal, ville prese in affitto per feste private (una di queste è in Lucchesia), dove i toscani incontravano giovani provenienti da altre regioni. Ma il luogo simbolo del gruppo è la struttura dell´ex Cicognini di Prato, dove sono state trovate tracce rilevanti del passaggio dei giovani. Scritte sui muri, resti di ceri rossi e neri bruciati e macchie di sangue che si fanno risalire al sacrificio di piccoli animali. Di solito i riti avvengono in coincidenza con le festività cattoliche, per celebrare diavoli e demoni al posto di santi. Per individuare i giovani, gli uomini della squadra anti-sette della squadra mobile hanno esaminato gli scambi di messaggi su internet, si sono addirittura infiltrati nei loro locali, per parlarci, scoprire dove si tenevano le feste private e parteciparvi. Tre delle persone perquisite, ma non i denunciati per i reati più gravi, fanno parte di una band di death metal di cinque elementi che suona in una cantina di Prato e rappresenta il punto di riferimento per i giovani del gruppo. Dalla mobile spiegano che la droga in quel contesto non ha un ruolo particolarmente importante, i ventenni preferiscono bere, soprattutto l´assenzio. Una delle persone perquisite giovedì mattina, S. A., ventitreenne di Sesto Fiorentino, è stata arrestata perché nel computer aveva centinaia di immagini pedopornografiche.


Fonte - La Repubblica, Cronaca di Firenze, 07 giugno 2008

Sette sataniche a Firenze, si indaga su omicidio


Un gruppo di persone legate dalla passione per la musica dark, fra le quali alcuni componenti di band amatoriali, che nel tempo ha avuto un'evoluzione, arrivando a compiere riti satanici. E' il filo conduttore dell'indagine della squadra mobile di Firenze nata dal ritrovamento di sacchi contenenti ossa, nel giugno 2006 sull'A1. Quattro gli indagati con accuse che vanno dall'omicidio volontario alla soppressione di cadavere. Sono due uomini e due donne fra i 25 e i 27 anni, delle province di Firenze e Prato, fra cui un operaio e tre in cerca di lavoro. L' indagine ha portato alla perquisizione di 23 persone, tutti di età compresa tra i 23 e i 28 anni, molti studenti o da poco usciti da scuola, qualche professionista e operaio. Fra le ipotesi quella che le ossa ritrovate siano riconducibili a un rito satanico, anche se, hanno spiegato gli investigatori, non sono escluse altre piste. Ancora da identificare la donna a cui appartenevano i resti. Nei colloqui fra i compenti del gruppo, hanno spiegato gli investigatori, si parlava di riti satanici, ricordando come fossero previsti anche sacrifici umani o di animali. Alla luce del materiale sequestrato le indagini mirano ad appurare se e quali tipo di sacrifici siano stati compiuti. Il gruppo si sarebbe ritrovato in luoghi sconsacrati della Toscana e in un ex convitto di Prato, poi trasformato in scuola (vi studiò Curzio Malaparte) e adesso abbandonato. A FIRENZE 4 AVVISI GARANZIA PER OMICIDIO - Quattro avvisi di garanzia per omicidio volontario, distruzione, sottrazione o soppressione di cadavere, nell'ambito di un'operazione compiuta dalla squadra mobile di Firenze, coordinata dal sostituto procuratore Luca Turco, contro una setta satanica composta da giovani riconducibili all'area cosiddetta dark-satanista. Le indagini sono state avviate in seguito al ritrovamento, il 21 giugno 2006, di numerosi sacchi di plastica di colore nero e azzurro, contenenti ossa umane e materiale organico, in avanzato stato di decomposizione, nei pressi di una piazzola di sosta dell'A1, in località Villanecchio, nei pressi del casello di Pian del Voglio (Bologna). Gli esami autoptici hanno ricondotto i resti umani ad una donna di età compresa tra i 20 e i 30 anni, il cui decesso è stato fatto risalire a circa due anni prima dal ritrovamento. Nel corso dell'indagine gli uomini della squadra mobile hanno trovato nei domicili degli appartenenti al gruppo numeroso materiale informatico e cartaceo "di chiara ispirazione satanista". In particolare, nell'ambito di una perquisizione sono stati sequestrati due teschi umani. Nell'abitazione di uno dei quattro, un ventitreenne di Sesto Fiorentino (Firenze), che é stato arrestato in flagranza per il reato di pornografia virtuale, è stato trovato un considerevole quantitativo di materiale pedopornografico.

Fonte – ANSA, 7 Guigno 2008

lunedì 9 giugno 2008

Omeopatia, quale valore scientifico?


Drammatici e recenti eventi di cronaca hanno riportato alla ribalta l'annosa questione sulla validità terapeutica e scientifica dell'Omeopatia. Da oltre due secoli, domande e dubbi si rincorrono senza sosta cercando di comprendere a fondo i meccanismi e la validità stessa di questa disciplina. Al di là della disquisizione scientifica riteniamo però imprescindibile una profonda riflessione sui confini che queste pratiche para-scientifiche debbono possedere. Niente è incontrovertibile se non l'esistenza umana stessa. Ogni discussione è lecita, nel reciproco dia-logos, ma non si può tollerare che 'altre' medicine, o meglio 'altri terapeuti', si sostituiscano a quella tradizionale conducendo giovani e ignare vittime alla morte come successo recentemente all'ospedale di Careggi, a Firenze.
Su Wikipedia, alla voce Problema della Demarcazione dei confini della Scienza, ritroviamo un breve quanto significativo contributo sui dubbi che questa disciplina ha sempre suscitato. Nel suo estratto possiamo leggere: <<Notevoli sono state le critiche nei confronti dell'omeopatia sin dalla sua nascita (ad opera di Samuel Hahnemann alla fine del XVIII secolo): Sir John Forbes, fisico alla corte della regina Vittoria del Regno Unito, in Homeopathy, Allopathy and Young Physic definiva l'omeopatia (e in particolare il suo principio della memoria dell'acqua) un "oltraggio alla ragione umana".Una delle critiche più recenti risale all'agosto del 2005, quando l'autorevole rivista medica The Lancet ha pubblicato un editoriale dal titolo La fine dell'omeopatia, in cui è pubblicata una ricerca dell'università di Berna condotta esaminando 110 ricerche dove si proverebbe l'inutilità dei metodi omeopatici, i cui effetti positivi sono assimilabili all'effetto placebo>>.

In riferimento a quanto appena letto riteniamo interessante per i Nostri lettori riproporre un articolo de La Repubblica del 27 Agosto 2005 dal titolo 'Scontro sulla medicina alternativa
"L'omeopatia? Solo un placebo"
':



Per una ricerca svizzera pubblicata dalla rivista Lancet
non c'è differenza tra un farmaco naturale e un bicchiere d'acqua
Scontro sulla medicina alternativa
"L'omeopatia? Solo un placebo"

di FABRIZIO RAVELLI


LONDRA - L'editoriale di "Lancet", una delle più autorevoli riviste mediche al mondo, ha un titolo che sembra definitivo: "La fine dell'omeopatia". Il principe Carlo farà un salto sulla sedia, visto che ha appena commissionato uno studio per convincere il governo a investire di più nella medicina alternativa. E con lui decine di milioni fra medici e pazienti filo-omeopatici nel mondo avranno una brutta sorpresa.

Lancet pubblica una ricerca dell'università di Berna, secondo la quale una sperimentazione incrociata dimostra che i farmaci omeopatici hanno un'efficacia solo illusoria, pari a quella del placebo, e cioè dell'acqua fresca. Difficile immaginare che i seguaci della medicina fondata alla fine del '700 dal dottor Samuel Hahnemann, a questo punto, facciano ammenda e buttino nella spazzatura tinture e preparati ultra-diluiti. Ma certo quello inferto dal dottor Matthias Egger e dai suoi colleghi è un duro colpo.

I ricercatori svizzeri hanno comparato i risultati di 110 trattamenti omeopatici con altrettante somministrazioni di farmaci convenzionali, in un ampio spettro di situazioni, dalle affezioni respiratorie alla chirurgia. Hanno scoperto che l'omeopatia non ha effetti più rilevanti del placebo. Più in dettaglio, a Berna dicono che, mentre nella sperimentazione su bassa scala (e quindi qualitativamente inferiore) s'è accertata una certa prevalenza degli effetti dell'omeopatia sul placebo, su una scala più ampia c'è stato il pareggio. Nessuna differenza fra prodotti omeopatici e acqua fresca. I farmaci convenzionali, invece, hanno vinto entrambe le partite.


Insomma, secondo Egger e colleghi l'omeopatia funziona solo se ci credi. L'editoriale di "Lancet", che si apriva con quel titolo sulla morte dell'omeopatia, conclude in maniera più salomonica: "Bisogna che i dottori siano chiari e onesti con i loro pazienti sull'assenza di benefici dell'omeopatia, e con se stessi sulla debolezza della medicina moderna nel prendere atto del bisogno di attenzione personalizzata da parte di loro pazienti". Un giudizio che coglie le debolezze scientifiche dell'omeopatia, ma anche la ragione del suo successo.

In Gran Bretagna, per esempio, ci sono più di 47 mila praticanti dell'omeopatia, più dei medici generici. Il 42 per cento dei medici generici indirizza pazienti alle cure di un omeopata. In Scozia l'86 per cento è in favore dell'omeopatia. Tutto il settore della medicina alternativa è in grande espansione: i britannici spendono attualmente 130 milioni di sterline all'anno per queste cure (dall'agopuntura, alle erbe, alla riflessologia), ma si stima che questa spesa salirà fino a 200 milioni nei prossimi quattro anni. Lo studio commissionato dal principe Carlo, che gli ha attirato critiche violentissime dagli ambienti scientifici, mira a dimostrare che la medicina alternativa potrebbe far risparmiare 3,5 miliardi di sterline al servizio sanitario pubblico.

La ricerca pubblicata da "Lancet", verosimilmente, non chiuderà affatto l'eterna discussione sui benefici dell'omeopatia. Va avanti da circa 200 anni, da quando il tedesco dottor Hahnemann cominciò a sperimentare il principio "similia similibus curantur", e cioè la cura delle malattie utilizzando in altissima diluzione le sostanze che ne erano all'origine. Erano, bisogna ammettere, gli anni dei salassi, delle purghe e delle sanguisughe. Anche le sostanze che Hahnemann provò a diluire erano a volte particolari: c'erano estratti di "mustela phoetida" (ghiandola anale di puzzola), "periplaneta americana" (scarafaggio), e "pediculus capitis" (pidocchio).

La diluizione elevatissima dei preparati omeopatici fa sì che, spesso, non resti nel preparato nemmeno una molecola del principio originario. Ma gli omeopati credono che esista una "memoria dell'acqua", in grado di trattenere la capacità di produrre benefici. E sono decenni che intorno all'omeopatia si accendono dispute scientifiche. E, per stare all'Italia, si ricorda il processo intentato contro Piero Angela da due associazioni di omeopati, per una puntata di Superquark. Angela ebbe la solidarietà di scienziati come Dulbecco, Levi Montalcini, Sirchia. I giudici lo assolsero.

domenica 8 giugno 2008

Il dottor Aveta spiega l'altro volto di Geova


L'ex-anziano del movimento: «Quello che ieri i Testimoni davano per certo, oggi è diventato una falsità, come fidarsi?»



"L’altra faccia del geovismo". Sarà questo il tema che il dottor Achille Aveta, giornalista, scrittore ed ex-anziano dei Testimoni di Geova affronterà nel convegno che il Gris di Imola, la Fraternità laica domenicana e l’Istituto "Veritatis splendor" di Bologna organizzano per informarsi e valutare in modo documentato l’adesione alla fede dei Testimoni di Geova. L’appuntamento è per sabato 7 giugno, alle 16, nell’aula magna del seminario diocesano (via Montericco 5/a), con un breve saluto del vescovo monsignor Tommaso Ghirelli prima dell’intervento di Aveta. Il dottor Aveta sarà anche a Bologna, la stessa sera di sabato alle 21, all’Istituto "Veritatis splendor" a Bologna (via Riva di Reno 57).
Molti conoscono la posizione dei Testimoni di Geova sulle trasfusioni di sangue e, in fatto di insegnamenti, tanti sanno che i Testimoni credono all’imminenza della fine dell’attuale società umana e che più volte ne hanno, invano, predetto la data. Ma qual è il "volto nascosto" del gruppo religioso dei Testimoni di Geova, che può attirare la nostra attenzione?
Intendiamo riferirci a un fatto che, talvolta, sfugge agli stessi Testimoni; infatti, se si effettua un’attenta riflessione sulla storia di questo movimento, sarà evidente che certi insegnamenti che ieri i Testimoni davano per sicuri, presentandoli come biblicamente fondati, oggi sono diventati errori, semplici congetture, opinioni di cui non vale la pena discutere, vere e proprie falsità; perciò è saggio chiedersi: oggi, allorché bussano alle nostre porte, i Testimoni di Geova sono credibili quando danno per scontate certe loro affermazioni di fede o, piuttosto, c’è il rischio che anche questi convincimenti saranno da loro stessi smentiti, domani, come inaffidabili?
Prendiamo, ad esempio, la posizione dei Testimoni di Geova di fronte al fondamentale valore del rispetto della vita; a proposito della pratica della vaccinazione, il periodico geovista americano "The Golden Age" (ora Svegliatevi!) del 24 aprile 1935, a pag. 465 dichiarava: «Siccome la vaccinazione è una iniezione diretta di sostanza animale nel circolo sanguigno, la vaccinazione è una diretta violazione della legge di Geova Dio». Poiché, all’epoca, la legge americana imponeva la vaccinazione antivaiolosa come requisito per l’ammissione alle scuole, il veto dei vertici del geovismo causò seri problemi ai Testimoni di Geova di allora. Lasciamo che un protagonista dell’epoca ci narri i fatti: «Prima che un bambino fosse ammesso a frequentare il primo anno in una scuola pubblica, doveva esibire un certificato di vaccinazione antivaiolosa. Come potevano ottemperare a quest’obbligo i Testimoni di Geova, i quali credevano che la vaccinazione era contraria alla legge di Dio? I genitori di mia moglie fecero ciò che molti altri genitori Testimoni di Geova erano indotti a fare per motivi dottrinali. Essi la portarono da un dottore che simulò la vaccinazione sulla sua gamba adoperando un acido. Il medico firmò il certificato e mia moglie Joan non ebbe problemi ad iscriversi a scuola. Anche una cugina di Joan subì un’analoga "vaccinazione", ma sfortunatamente il medico sparse accidentalmente l’acido sulla sua gamba: ella porta ancora la cicatrice di quell’incidente. Mi fu detto che A.E. Ilett, il medico della Betel (la sede di coordinamento nazionale del geovismo), compilava certificati senza praticare le relative vaccinazioni» (E.C. Gruss, We left Jehovah’s Witnesses, Grand Rapids 1976, pag. 65). Si noti con quanta disinvoltura i vertici geovisti inducevano i Testimoni di Geova a sottrarsi a terapie mediche imposte per legge!
Improvvisamente, all’inizio degli anni Cinquanta, i vertici del movimento cambiarono idea e abolirono il divieto di vaccinarsi; è, quindi, evidente che non è la Bibbia, ma il Direttivo mondiale che stabilisce fin dove il Testimone può spingersi nel tutelare il proprio diritto alla vita.
Per giunta, i Testimoni di Geova assumono atteggiamenti incoerenti, come nella circostanza in cui sono indotti a rifiutare anche una sola trasfusione di sangue, ma è loro permesso di prendere il sangue di 2.500 donatori, contenuto in una sola dose di fattore VIII antiemofiliaco.
A tutto ciò si aggiunge un problema etico: siccome molti Testimoni di Geova accettano trasfusioni di frazioni di sangue non più vietate dai vertici del movimento, tale condotta fa crescere la domanda mondiale di sangue; eppure c’è da rilevare come sia moralmente discutibile una direttiva che consente a oltre 6 milioni di Testimoni di Geova di fruire di donazioni di sangue senza che ad alcuno di loro sia consentito di donarlo!
Eh, sì, è proprio vero che la conoscenza dell’altra faccia del geovismo può essere molto illuminante e può rappresentare un ottimo deterrente dal cedere a rischiose lusinghe proposte come la "verità"!

Fonte - Nuovodiario.com, 05 Giugno 2008


Il GRIS contro lo spiritismo


San Benedetto del Tronto | Al via il V convegno dell'associazione ecclesiastica del GRIS, che quest'anno ha scelto come tema lo spiritismo.
Presso la Curia Vescovile, Padre Gabriele Di Nicolò, assistente spirituale del GRIS di San Benedetto, e la sig.ra Perotti Giancarla, responsabile GRIS, hanno presentato per la stampa il V convegno diocesano organizzato dalla loro associazione.

Il GRIS (Gruppo Ricerca Informazione Socio-religiosa) è un associazione a livello nazionale fondata nel 1984 e riconosciuta dalla conferenza episcopale italiana nel 1987. Questo gruppo si impegna a scoprire e schedare nuove sette religiose e ad aiutare familiari di soggetti che per volere o per incitazione, si ritrovano partecipi di sette, organizzazioni religiose non riconosciute dalla religione cattolica. Acclamati dal Papa Benedetto XVI per "il loro servizio ecclesiale prezioso e necessario", il GRIS si è poi sviluppato in associazioni diocesane sparse per le città.

"Abbiamo deciso di parlare, in questo convegno, di Spiritismo e la sopravvivenza dopo la morte. - afferma Giancarla Perotti - in quanto è una pratica più che mai attuale. Quanti di noi hanno interrogato maghi, fattucchiere e maestri dell'occulto per interrogare i defunti, per sapere dove sono, cosa c'è nell'aldilà? Purtroppo il numero di questi curiosi aumenta sempre più ed è un dato preoccupante. Noi vogliamo far capire a tutti che la pratica di interrogare i defunti e gli spiriti è vietata dalla religione Cristiana perché il mondo dei morti è una realtà che noi umani non possiamo gestire, solo Dio può".

Grandi ospiti a questo congresso, a cominciare dal Vescovo Gervaso Gestori, Padre François Dermine, socio fondatore del GRIS nonché esorcista ufficiale della diocesi di Ancona e docente di Teologia Morale presso l'università di Bologna, il quale terrà il discorso principale dell'incontro e la coppia Raïssa e Jacques Maritain del Centro Ricerche Personaliste.

Il convegno, che si terrà lunedì 2 giugno a cominciare dalle 15:00 presso il Biancoazzurro in V.le dello Sport, è aperto a tutti, gratuito come anche il programma di formazione per l'anno pastorale 2008/2009 che partirà ad Ottobre.

Per ulteriori informazioni sul GRIS, specifichiamo che la sede si trova in Via Forte, 16 - San Benedetto del Tronto - Tel: 347.5313296

Fonte - Il Quotidiano, 28 Maggio 2008

mercoledì 4 giugno 2008

Alcuni membri del "Gruppo di Ur"


Leone Caetani (probabilmente Ekatlos), kremmerziano e neopagano.

a.. Giovanni Antonio Colonna di Cesarò (Arvo), antroposofo.
b.. Giovanni Colazza (Leo), antroposofo.
c.. Girolamo Comi (Gic), poeta prima antroposofo, poi cattolico.
d.. Guido De Giorgio (Havismat), cattolico vicino al pensiero di René Guénon.
e.. Aniceto Del Massa (Sagittario), pitagorico e forse massone.
f.. Julius Evola (Agarda, Arvo in alcuni casi, Breno?, Ea, Iagla, Krur?).
g.. Nicola Moscardelli (Sirio, Sirius), filosofo cattolico.
h.. Arturo Onofri (Oso), poeta antroposofo.
i.. Giulio Parise (Luce), pitagorico e massone.
j.. Ercole Quadrelli (Abraxa, Tikaipos), kremmerziano.
k.. Arturo Reghini (Henìocos Arìstos, Pietro Negri), pitagorico e massone.
l.. Corallo Reginelli (Taurulus), prima antroposofo, poi ermetista.
m.. Domenico Rudatis (Rud), alpinista.
n.. Emilio Servadio, psicanalista (Apro?, Es).

Non confermati

a.. Ersilia Caetani Lovatelli (Ekatlos), kremmerziana e neopagana. Il suo
manoscritto venne consegnato ad Evola da Cesarina Ribulsi.
b.. Antonio de Santis (Primo Sole e Nilius), Ordine Egizio.
c.. Francesco Proto da Atrani (Apro), Ordine Egizio.
d.. Elika del Drago, principessa d'Antuni (Alba), Ordine Egizio, grande amica
di R. Steiner. Ur (1927) pubblicò postumo il saggio "De Naturae Sensu".
e.. Mario Fille (Agarda), Gruppo dei Polari.
f.. Cesare Accomani (Zam, Zam Bothiva in altre sue opere), Gruppo dei Polari.
g.. Maria de Naglowska (da Alessandria d'Egitto, nel 1927, inviò ad Ur "Le
Message de L'Étoile Polaire", che venne pubblicato anonimo), Gruppo dei Polari.
h.. Olga Resnevic (è citata nel II volume di Ur -Edizione Tilopa- nella
prefazione al brano "Il Demone delle Nevi", tratto dalla Vita di Milarepa, come
cotraduttrice assieme ad Evola).
i.. Bruno Cicognani (La rivista Krur pubblicò, in anteprima, la traduzione dal
latino di Cicognani dei primi sei paragrafi di quella «elegantissima oratio» di
Giovanni Pico della Mirandola, intitolata dai posteri «De hominis dignitate»).
Altre modifiche:

a.. Julius Evola (Ea nei saggi teorici, Iagla in quelli operativi).
b.. Giovanni Antonio Colonna di Cesarò (insegnamenti trascritti da Evola con
lo pseudonimo di Arvo), antroposofo.
c.. Giovanni Colazza (prima Krur poi Breno, Leo negli insegnamenti trascritti
da Evola), antroposofo.
d.. Arturo Onofri (Arom e Oso), poeta antroposofo.
e.. Corallo Reginelli (Taurulus), prima antroposofo, poi "ermetsta cattolico".
A lui De Giorgio affidò il manoscritto La Tradizione Romana.
f.. Nicola Moscardelli (Sirio/Sirius e Sagittario), letterato e filosofo
cattolico.
g.. Emilio Servadio, psicanalista (ES).
h.. Ercole Quadrelli (Tikaipos, Abraxa negli insegnamenti trascritti da
Evola), kremmerziano.

Conversione di massa in California


Un'intera chiesa, tremila fedeli con sei sacerdoti e trenta diaconi, vescovo in testa, si uniscono a Roma a San Josè.Sembra una notizia di altri tempi, quando intere tribù o nazioni seguivano il loro capo e piegavano il ginocchio davanti a un apostolo giunto ad annunciare la Buona Novella. La Chiesa cattolica di rito caldeo (quella maggioritaria in Iraq) della California ha accolto ieri formalmente nel suo seno tremila cristiani ortodossi iracheni, guidati dal loro vescovo, monsignor Mar Bawai Soro, che alcuni mesi fa era stato criticato duramente perché aveva riconosciuto la supremazia del Primato di Pietro sulle altre chiese cristiane. La Chiesa Assira, che ha il suo centro storico e gerarchico in Iraq, è una chiesa “apostolica”, vale a dire che la sua nascita viene fatta risalire ai primi anni del cristianesimo. Si chiama nestoriana, perché segue la dottrina di Nestorio, un monaco di Antiochia, elevato al patriarcato di Costantinopoli nell’anno 428. Nestorio affermava l’esistenza di due nature in due persone in Cristo; e per questo motivo fu condannato dal Concilio di Efeso. Senza dubbio, questa eresia fu respinta da varie chiese ortodosse, compresa quella assira,mentre invece restava aperta la questione dell’eventuale riconoscimento della supremazia di Pietro. Dal sedicesimo secolo, un gran numero di assiri nestoriani entrarono in unione con Roma, formando la chiesa cattolica caldea, che oggi conta un numero di fedeli di molto superiore alla Chiesa Ortodossa Assira. Monsignor Mar Bawai, responsabile della chiesa assira di San José, California, nelle settimane passate è stato sospeso dal Sinodo della Chiesa Assira per aver difeso, con un suo articolo, la supremazia papale. Sei sacerdoti, trenta diaconi e tremila fedeli lo hanno seguito nell’ingresso in totale comunione con la Chiesa cattolica. Intanto, dalla’latra parte del mondo, a Timosoara, un vescovo ortodosso della Romania ha condiviso l’eucaristia con i cattolici. Alla consacrazione della parrocchia della Regina della Pace a Timisoara, il 25 maggio, il Metropolita Nicolae Corneanu di Banat ha chiesto di ricevere l’ostia. Il celebrante, il vescovo cattolico Alexandru Mesian di Lugoj era il celebrante, e dalle sue mani il collega ortodosso ha ricevuto la comunione. Era presente anche il nunzio apostolico, l’arcivescovo Francisco Javier-Lozano. Anche se cattolici e ortodossi spesso partecipano a preghiere ecumeniche insieme, e talvolta presenziano alle cerimonie liturgiche dell’altra chiesa, non condividono l’eucaristia. In Romania, dove ci sono state tensioni fra cattolici e ortodossi, il gesto del Metropolita Corneanu ha creato scalpore. Il patriarcato ortodosso di Romania si è limitato a commentare che al prossimo Sinodo, in luglio, al vescovo “può venire chiesto di dare una spiegazione appropriata” del suo comportamento. Corneanu è stato uno dei primi vescovi ad ammettere di aver collaborato con I servizi segreti durante il regime comunista. E’ stato anche uno dei pochi leaders ortodossi a dirsi disposto a rendere ai cattolici le proprietà che il regime aveva tolto loro, per darle agli ortodossi nel 1948.

Fonte - La Stampa, 28 Maggio 2008

CONVERSIONI DI MASSA DEGLI ISLAMICI AL CRISTIANESIMO


Non è una bufala, qualche settimana fa il settimanale Il Domenicale ha lanciato una notizia veramente sensazionale: «Si fanno cristiani 667 islamici all’ora, 16mila al giorno, 6 milioni all’anno. Sono numeri enormi». Se i fatti sono questi la preoccupazione per una presunta invasione islamica dell’Europa per certi versi, può essere meno preoccupante. Non è facile fare delle stime precise, visto i pericoli cui va incontro chi abbandona la fede islamica, ma le notizie disponibili lasciano intuire un fenomeno rilevante, forse persino in grado di modificare clamorosamente il futuro del mondo. “Secondo il London Times, il 15% circa dei musulmani residenti in Europa hanno lasciato l’islam. In Gran Bretagna sono attorno alle 200mila unità e in Francia si calcola che ogni anno 15mila islamici diventino cristiani: più o meno 10mila cattolici e il resto protestanti”. (Guglielmo Piombini, Frotte in fuga dall’islam cercano chiese, 3.5.08 Il Domenicale). Il numero dei musulmani in Africa è diminuito notevolmente rispetto al secolo scorso, mentre i cattolici sono aumentati da un milione del 1902 a circa 330 milioni. Magdi Cristiano Allam, che è stato battezzato nella veglia pasquale direttamente da Benedetto XVI, l’aveva detto che il fenomeno delle conversioni dall’islam al cristianesimo è abbastanza diffuso.
Nel 2006 lo sceicco Ahmad al-Qataani, intervistato da Al-Jazeera, pronunciò parole allarmate. “È probabile che al-Qataani abbia gonfiato i numeri per accrescere l’allarme tra i propri correligionari, - scrive Piombini - ma le sue dichiarazioni rivelano un trend sempre più chiaro: malgrado le minacce di morte e le persecuzioni che subiscono gli “apostati, nel mondo le conversioni dall’islam al cristianesimo sono molto più numerose di quelle in senso contrario”. Certamente esiste una crescita numerica dell’islam (come ha riconosciuto il Vaticano) che ha superato il cattolicesimo come religione più praticata nel mondo, ma questo si deve perché nei Paesi islamici è alta la natalità, mentre la crescita del cristianesimo avviene per via delle conversioni adulte. Il personaggio che le autorità religiose islamiche temono di più è il sacerdote copto Zakaria Botros, definito dal giornale arabo al-Insan al-Jadid «il nemico pubblico numero uno dell’islam». I suoi programmi trasmessi via satellite dagli Stati Uniti, nei quali discute da un punto di vista cristiano gli aspetti più problematici del Corano (la guerra santa, l’inferiorità delle donne, la lapidazione e così via), hanno provocato conversioni clandestine di massa al cristianesimo. La sua perfetta conoscenza della lingua araba e delle fonti islamiche gli permette di raggiungere un vasto pubblico mediorientale, e gli spettatori rimangono colpiti dalla frequente incapacità degli ulema, che spesso scelgono il silenzio, di rispondere in maniera convincente alle sue osservazioni. La ragione ultima di questo successo è che, diversamente da certe controparti occidentali che criticano l’islam solo da un punto di vista politico, l’interesse principale di Botros è la salvezza delle anime. In tutto il Medio Oriente c’è un rifiuto per l’autoritarismo politico, l’intolleranza, la violenza e il terrorismo legati al fondamentalismo islamico, molti uomini e donne si sono avvicinati al cristianesimo. Perfino in Iran pare che un milione di persone si siano segretamente convertite al cristianesimo evangelicale negli ultimi cinque anni. Un fenomeno simile si sta ripetendo nell’Iraq in guerra, dove sempre più persone, stanche di subire le conseguenze del terrorismo di al Qaida e delle violenze dell’estremismo religioso, ascoltano con scetticismo crescente i discorsi dei loro capi religiosi. Secondo il pastore protestante Paul Ciniraj, si stanno convertendo al cristianesimo centinaia, migliaia d’islamici in Afghanistan, in Kazakistan, Uzbekistan, ma anche in Algeria, in Marocco, in Sudan. Conversioni segretissime sembrano verificarsi addirittura tra i palestinesi. Fra le motivazioni principali c’è il disgusto per la violenza islamista. Quel che colpisce è l’attivismo delle Chiese protestanti, evangelicali e pentecostali che operano per le conversioni mentre più timida è invece l’attività missionaria di diversi cattolici. Il padre gesuita Samir Khalil Samir, uno dei massimi esperti cattolici dell’islam, consigliere del Papa, testimonia, per esperienza personale, che nei Paesi islamici molto clero cattolico, per paura o per un malinteso “ecumenismo”, cerca di dissuadere le conversioni.

Fonte - IMGPress, art. di Alessandro Pagano - Domenico Bonvegna, 28 Maggio 2008