lunedì 31 marzo 2008

E' reato l'esercizio abusivo della professione medica di omeopata


SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONE VI PENALE, SENTENZA 6 SETTEMBRE 2007, N. 34200


Svolgimento del processo - Motivi della decisione
1. Con sentenza 28 settembre 2005 la Corte di appello di Bologna, in riforma della decisione
3 luglio 2002 del Tribunale di Modena che aveva condannato M.M. per il reato di cui all'art.
348 c.p., per avere esercitato, attraverso visite mediche, diagnosi e terapie, l'attività di
medico senza aver conseguito alcuna abilitazione all'esercizio della professione medica,
assolveva il M. dal detto reato perchè il fatto non sussiste.

Rilevava, più in particolare, la Corte che per il periodo corrente tra il gennaio ...omissis... e
l'ottobre ...omissis... tutti i testimoni avevano riferito che il M. non aveva compiuto atti
riconducibili all'esercizio della professione medica.
Relativamente al periodo dal 1993 al 16 gennaio 1998 (data della perquisizione presso lo
studio):
a) coloro cheavevano contattato il M. per assoggettarsi a cure omeopatiche erano
consapevoli che l'imputato non aveva conseguito alcuna laurea in medicina;
b) la sottoposizione alle cure omeopatiche era avvenuta per libera scelta ed, in alcuni casi,
con il contemporaneo ricorso alla medicina tradizionale;
c) non sussisteva la prova certa che l'imputato avesse effettuato diagnosi o eseguito visite;
con tutta probabilità, le annotazioni di patologie erano relative a diagnosi riferite dai clienti;
d) le prescrizioni "terapeutiche" riguardavano prodotti omeopatici di origine naturale innocui
ed inidonei ad interagire con altri farmaci;
e) l'imputato si era limitato a consigliare l'uso esclusivo dei prodotti omeopatici; in un solo
caso aveva sconsigliato l'uso della tachipirina.
2. Ricorre per cassazione il Procuratore Generale presso la Corte di appello di Bologna
denunciando violazione dell'art. 348 c.p..
Osserva, più in particolare:
a) l'irrilevanza della libera scelta dei pazienti, considerato il bene protetto dall'art. 348 c.p.;
b) l'esclusivo rilIevo del mancato conseguimento di titoli abilitativi, a prescindere dalla
capacità del M. di effettuare le cure e dall'esito di esse;
c) l'irrilevanza della innocuità dei prodotti prescritti;
d) il rilievo della prescrizione (anche verbale) o della diretta somministrazione di sostanze
specificamente indirizzate all'eliminazione di una malattia o a lenirne i sintomi, comunque
qualificabile come atto di esclusiva competenza del medico, a prescindere dal fatto che la
prescrizione venisse formalizzata in una ricetta;
e) la circostanza che solo il medico può effettuare prescrizioni anche di "medicina
alternativa". il ricorso è fondato.
2. L'impugnazione del Procuratore Generale si riferisce all'esercizio abusivo della professione
medica da parte del M. per il periodo compreso tra il 1993 ed il 16 gennaio 1998, data della
perquisizione a seguito della denuncia del G. perchè - almeno a quel che risulta dal ricorso -
sembrerebbe pacifico, alla stregua di quanto esposto dall'ufficio ricorrente, che per il periodo
successivo, l'attività dell'imputato non si estrinsecò in veri e propri atti di esercizio della
professione medica.
Il difensore dell'imputato, in una memoria depositata in prossimità dell'udienza, ha richiesto
la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, perchè con esso si richiederebbe una
pronuncia di estinzione del reato per prescrizione, nonostante questa non sia ancora
maturata. Una tesi da disattendere subito giacchè risulta evidente dalla sentenza impugnata
che la perquisizione nello studio del M. ha determinato la cessazione della permanenza,
istaurandosi successivamente un'ulteriore attività peraltro ritenuta irrilevante ai fini della
configurabilità del reato di cui all'art. 348 c.p..
Più precisamente, il sezionamento, così operato, dei due periodi di attività, l'uno
antecedente, l'altro susseguente alla perquisizione, ha consentito una pronuncia del tutto
liberatoria da parte della Corte di appello. La devoluzione, poi, di un solo frammento (quello iniziale) dell'attività abusiva, in forza dell'arco temporale oggetto dell'impugnazione del
Pubblico ministero, potrebbe, al più, comportare - se il ricorso venisse accolto - il permanere
della pronuncia di proscioglimento nel merito per la seconda fase (non ancora estinta)
ovvero, se la Corte dovesse annullare la sentenza impugnata nei termini indicati dal Pubblico
ministero, che l'annullamento dovrà disporsi senza rinvio per il periodo considerato per
essere il reato estinto per prescrizione.
3. Ciò posto, sulla base della sentenza qui denunciata risulta evidente l'insussistenza delle
condizioni per il proscioglimento in merito ex art. 129 c.p.p., comma 2, per il periodo di
tempo contestato, proprio nei termini indicati nell'atto di impugnazione del Pubblico
ministero, potendosi richiamare integralmente il contenuto di tali doglianze.
4. Come è noto, l'omeopatia è un metodo di cura consistente nella somministrazione in
minime dosi di sostanze che, se somministrate ad alte dosi ad una persona sana
provocherebbero gli stessi sintomi della malattia che si vuole combattere. Una tale
metodologia, alla cui basa è la cd. "legge della similitudine", secondo cui un determinato
disturbo può essere curato col suo simile comporta la regola che la malattia si può curare (o
prevenire) con ciò che può provocarla. Si tratta, dunque, di un metodo alternativo alla
cd."allopatia", un sistema di cura che sfrutta l'azione dei principi contrari a quelli che hanno
provocato la malattia.
Va avvertito però che non vale ad escludere l'omeopatia dalle professioni mediche la
circostanza per la quale questa attività non sia oggetto di disciplina universitaria o di
successiva professione per la quale è necessaria l'acquisizione di un titolo di Stato,
esplicandosi comunque la detta metodologia in un campo - la cura delle malattie -
corrispondente appunto a quello della medicina, per così dire, ufficiale.
Lo stesso oggetto dell'omeopatia, di fatto, non sembra così diverso da quello della medicina
tradizionale, poichè, pur se attuato con metodi e tecniche da questa non riconosciuti, è
finalizzate alla diagnosi e alla cura delle malattie dell'uomo.
Se a ciò si aggiunge l'intrinseca eccentricità dell'omeopatia rispetto al sapere medico
tradizionale, pare evidente, a fortiori, che l'esercizio di tale attività deve essere subordinato
al controllo, di natura pubblicistica, dell'esame di abilitazione e dell'iscrizione all'albo
professionale e, prima ancora, al conseguimento del titolo accademico della laurea in
medicina.
Come è stato perspicuamente rilevato, infatti, sarebbe paradossale imporre tali oneri a chi
intende curare pazienti dopo essersi formato su testi della scienza medica ufficiale e non
esigerli, invece, per chi voglia svolgere un'attività terapeutica in base a nozioni e metodi
alternativi non riconosciuti dalla comunità scientifica. Una conclusione - quella ora ricordata
- che risulta confermata anche considerando l'indubbia interferenza dell'attività
dell'omeopata con un bene giuridico primario come la salute, che viene tutelata attraverso
un imponente complesso di norme anche di rango costituzionale, attraverso la
predisposizione di strutture pubbliche ad hoc, con la previsione di specifici controlli sui
soggetti che esercitano privatamente l'attività medica.
Questa Corte ha avuto già modo di precisare che integra il reato di abusivo esercizio della
professione medica la condotta di chi effettua diagnosi e rilascia prescrizioni e ricette
sanitarie per prodotti omeopatici perchè tali attività coincidono con un'attività sanitaria che
presuppone, per il legittimo espletamento, il possesso di un valido ed idoneo titolo;
rimarcando che, se i rimedi omeopatici non sono riconosciuti dallo Stato, certamente non sono vietati ma sono rimessi alla libera scelta dell'interessato d'accordo con il suo medico
curante dal quale le ricette devono essere redatte; sempre applicando l'art. 348 c.p., si è
ritenuto, perciò, realizzato il reato in questione quando l'attività non venga svolta da un
esercente la professione medica e si sostanti nella diagnosi e nella prescrizione dei rimedi
suggeriti e delle modalità della loro assunzione (Sez. 6^, 25 febbraio 1999, n. 2652).
Tanto più che numerosi prodotti utilizzati in omeopatia sono oggi iscritti nella farmacopea
ufficiale italiana, atteso che risultano comunemente utilizzati dalla stessa medicina
allopatica.
Peraltro, dal 1992, prima a livello comunitario e poi nazionale, sono state emanate norme
che prevedono la registrazione dei farmaci omeopatici presso il Ministero della Salute,
mentre rigorose direttive stabiliscono i dettami ed i confini per la produzione e il commercio
di tali prodotti nel territorio nazionale.
Il tutto in un quadro interpretativo che - come si vedrà più analiticamente fra poco - ha
annoverato tra le attività di esclusiva competenza dei medici la chiropratica, i agopuntura, i
massaggi terapeutici, l'ipnosi curativa, la fitoterapia, l'idrologia. Ha escluso, invece,
dall'attività medica la misurazione della potenza visiva con prescrizione di lenti a contatto,
l'attivazione di una ginnastica oculare rieducativa mediante apparecchiatura elettronica, la
depilazione con gli aghi, la misurazione della pressione arteriosa non seguita da giudizio
diagnostico, la gestione in un centro tricologico con finalità di miglioramento estetico, la
consulenza dietetica in un centro di rieducazione alimentare, la vendita di erbe con
indicazione della loro modalità di azione, la realizzazione di tatuaggi (cfr. anche Sez. 6^, 30
luglio 2001, n. 29961).
6. La sentenza impugnata ha impropriamente chiamato in causa l'ordinanza costituzionale n.
149 del 1988, quale statuizione legittimante l'esercizio dell'attività in esame da parte di
soggetti non abilitati ad esercitare la professione medica, così equivocando
macroscopicamente circa l'effettiva statuizione contenuta in tale pronuncia (cfr., amplius,
Sez. 6^, 10 ottobre 2003, Bennati).
Nell'occasione la Corte era stata investita, in riferimento agli artt. 10 e 25 Cost., della
questione di legittimità dell'art. 348 c.p., sollevata dal giudice a quo nel corso di un processo
a carico di tre cittadini statunitensi che avevano esercitato in Italia la professione di
"chiropratici" senza essere in possesso della prescritta abilitazione dello Stato, sotto il profilo
che la norma denunciata manca dei necessari riferimenti integrativi, in quanto, da un lato,
gli atti abilitativi rilasciati negli Stati Uniti d'America non sono riconosciuti nella nostra
Repubblica e, dall'altro lato, non esiste nel nostro Stato nè un corso di laurea in chiropratica
nè, conseguentemente, l'omologa abilitazione professionale, per cui non potrebbe applicarsi
la norma penale senza violare l'art. 25 Cost. (l'art. 10 Cost. risultava indicato nel solo
dispositivo dell'ordinanza di rimessione).
La Corte, dopo aver osservato che la fattispecie denunciata punisce soltanto chiunque
eserciti abusivamente una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello
Stato e che, dunque, l'abuso punito dall'art. 348 c.p. consiste proprio nell'esercizio di una
professione, per la quale lo Stato richieda una speciale abilitazione, da parte di chi non
l'abbia conseguita, ritenne la questione manifestamente inammissibile perchè irrilevante; lo
stesso giudice rimettente aveva, infatti, riconosciuto che lo Stato italiano non richiede alcuna
abilitazione per la professione di "chiropratico" che la nostra legge ignora, mentre l'art. 2229
c.c. affida, appunto, alla legge la determinazione delle professioni intellettuali per le quali e
necessaria l'iscrizione in appositi albi o elenchi. Stante, dunque, il "disinteresse" della legge
ordinaria, la Corte ne ha inferito che "non ha alcuna rilevanza che la chiropratica possa
essere inquadrata nello schema delle professioni, giacchè, fino a quando lo Stato non riterrà
di disciplinarla e di richiedere per il suo esercizio una speciale abilitazione, si tratta
evidentemente di un lavoro professionale tutelato, ex art. 35 Cost., comma 1, in tutte le sue
forme ed applicazioni, e di una iniziativa privata libera ex art. 41 Cost.", con la conseguenza
che "l'art. 348 c.p. risulta assolutamente inapplicabile perchè il fatto non è preveduto dalla
legge come reato".
Da ciò pare chiaramente emergere - contrariamente da quanto argomentato dalla sentenza
impugnata - che il ricordato "disinteresse" dell'ordinamento italiano per la professione di
"chiropratico" - al pari di quella di "omeopata" - vale se e semprechè l'attività
concretamente esercitata non implichi il compimento di "operazioni" che solo chi è abilitato
all'esercizio della professione medica può lecitamente eseguire.
8. Questa Corte è, del resto, costante nella linea interpretativa in base alla quale l'art. 348
c.p. è norma penale in bianco - una proposizione, peraltro, in parte da rimeditare alla
stregua della sentenza costituzionale n. 199 del 1993, senza che, peraltro ciò possa
comportare decisivi riverberi sui tracciati ermeneutici inesame - che presuppone l'esistenza
di norme giuridiche diverse, qualificanti una determinata attività professionale, le quali
prescrivono una speciale abilitazione dello Stato ed impongano l'iscrizione in uno specifico
albo, in tal modo configurando le cosiddette "professioni protette"; così da trame la
conseguenza che l'eventuale lacuna normativa non può essere colmata dal giudice con la
prescrizione di regole generali o astratte. La norma in esame tutela, quindi, non certo
interessi di tipo "corporativo", ma l'interesse della collettività al regolare svolgimento delle
professioni per le quali sono richieste una speciale abilitazione e la iscrizione nell'albo; con la
conseguenza che la condotta costitutiva dell'abusivo esercizio, deve consistere nel
compimento di uno o più atti riservati in modo esclusivo alla attività professionale (Sez. 6^,
29 novembre 1983, Rosellini). Tanto da far emergere come non sia il nomen della
professione esercitata a designare il tipo di attività come corrispondente a quella esclusiva
del medico ma le concrete operazioni eseguite, a meno che l'attività (ci si riferisce a modelli
di confine con l'esercizio della professione medica) sia di per sè qualificabile come esercizio
di attività esclusiva del medico e pure se, quando la professione è regolamentata dalla
legge, il superamento dei limiti da essa tracciati comporta esercizio abusivo della professione
medica. In un quadro in cui fa da decisivo punto di riferimento il principio espresso dall'art.
32 Cost. in base al quale "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività", attraverso una verifica della norma ordinaria
(anche incriminitrace) in chiave costituzionale, secondo una linea ermeneutica, del reato
ormai consolidata nella giurisprudenza del giudice della legittimità delle leggi (cfr., ex
plurimis, la sentenza costituzionale n. 184 del 1986. 9. Più specificamente, in relazione alla
prima tipologia in cui si manifesta la fattispecie di cui all'art. 348 c.p., e sempre con
riferimento all'attività esclusiva del medico, questa Corte ha affermato perciò che l'attività
professionale di optometrista che non poteva essere prevista in occasione della
regolamentazione della professione di ottico non implica necessariamente esercizio della
professione medica; demandando al giudice del merito il compito di verificare se le pratiche
professionali corrispondano ad una mera attività di rilevazione e misurazione strumentale, e
ad una semplice attività di ginnastica oculare - nel qual caso dovrebbero considerarsi solo
ausiliari e funzionali all'espletamento della professione medica e non integranti il reato -
oppure se esse necessariamente comportano nella loro essenziale esecuzione, scelte e
valutazioni di carattere diagnostico, tipiche dell'atto medico (Sez. 6^, 3 aprile 1995,
Schirone). Sulla stessa linea si è affermato, in relazione alla professione medica che si
estrinseca nella capacità di individuare e diagnosticare le malattie, nel prescriverne la cura,
nel somministrare i rimedi anche se diversi da quelli ordinariamente praticati, che commette
il reato di esercizio abusivo della professione medica chiunque esprima giudizi diagnostici e
consigli, ed appresti le cure al malato; precisandosi che da tale condotta non è esclusa la
psicoterapia, giacchè la professione in parola è caratterizzata dal fine di guarire e non già dai
mezzi scientifici adoperati: onde, qualunque intervento curativo, anche se si concreti
nell'impiego di mezzi non tradizionali o non convenzionali da parte di chi non sia abilitato
all'esercizio, integra il reato previsto dall'art. 348 c.p.: nella fattispecie, i giudici di merito
avevano ritenuto la sussistenza del reato di esercizio abusivo della professione medica a
carico degli operatori di un centro non abilitato ove i pazienti venivano sottoposti, tra l'altro,
a sedute psicoanalitiche (Sez. 2^, 9 febbraio 1995, Avanzini).
Più di recente, ribadendo una giurisprudenza ultraventennale (Sez. 6^, 6 aprile 1982, De
Carolis), si è ritenuto che l'agopuntura, in quanto terapia invasiva che, oltre all'effetto tipico
ipnotico ed anestetico che essa sul paziente, e esposta a tutti i rischi collegati ad un
intervento di tale natura, quali quelli di lesioni gravi causate da invasioni in parti non
appropriate del corpo umano, senza contare il rischio di infezioni per l'uso di "utensili" non
sterilizzati nel rispetto degli standards attualmente previsti e periodicamente verificati dai
servizi sanitari e costituisce esercizio della professione medica (Sez. 6^, 27 marzo 2003,
Carrabba). Ed è interessante notare come mentre, all'epoca in cui fu pronunciata la prima
decisione, l'agopuntura non costituiva materia oggetto di insegnamento nelle università
italiane, allorchè è stata pronunciata la seconda, la facoltà di medicina e chirurgia della
facoltà di Roma "La Sapienza" ha inserito "il bando di attivazione del master di 2^ livello in
agopuntura per l'anno 2003, il cui titolo di ammissione è il diploma di laurea in medicina e
chirurgia ovvero in odontoiatria. Così da far concludere circa l'esercizio della cd. "medicina
alternativa", in rapporto alla fattispecie di reato anche adesso contestata, che l'agopuntura
si esplica mediante atti propri della professione medica, oltre che per la scelta terapeutica
della malattia da curare, anche per i suoi intrinseci metodi applicativi che possono definirsi
"clinici" (così Sez. 6^, 27 marzo 2003 Carrabba).
Tale decisione ha avuto, ancora, cura di ricordare come la giurisprudenza di questa Corte si
sia orientata nel senso che integra il reato di esercizio della professione medica "la condotta
di chi effettua diagnosi e rilascia prescrizioni e ricette sanitarie per prodotti omeopatici
perchè tali attività rientrano nell'esercizio di un'attività sanitaria che presuppone, per il
legittimo espletamento, il possesso di un valido ed idoneo titolo; rimarcando che se i rimedi
omeopatici non sono riconosciuti dallo Stato, certamente non sono vietati ma sono rimessi
alla libera scelta dell'interessato d'accordo con il suo medico curante dal quale le ricette
devono essere redatte; sempre applicando l'art. 348 c.p., si ritenne, perciò realizzato il reato
in questione quando l'attività non venga svolta da un esercente la professione medica e si
sostanzi in un'attività diagnostica e in quella prescrittiva dei rimedi suggeriti e delle modalità
della loro assunzione" (Sez. 6^, 25 febbraio 1999, Cattaneo).
La giurisprudenza di legittimità ha, dunque, recepito la costruzione ermeneutica inaugurata
dalla sentenza costituzionale n. 1999 del 1993, che ha ravvisato nella previsione dell'art.
348 c.p. una fattispecie caratterizzata da autonomia precettiva che la rende autosufficiente
rispetto alla disciplina dei contenuti e dei limiti imposti dai titoli abilitativi. Così superando H
linea interpretativa che ravvisa nella norma adesso ricordata una norma "penale in bianco".
Designando il provvedimento abilitativo non come elemento strutturale della fattispecie
incriminatrice, ma come presupposto che "in negativo condiziona la capacità giuridica del
soggetto in ordine all'oggetto di quella specifica professione, qualificandone la condotta
come abusiva e, per ciò stesso, illecita". Con decisivi riverberi quanto alle professioni cd. di
"confine" con l'attività medica, perchè ciò che designa l'opera dell'interprete è la necessità di
pervenire ad una corretta individuazione della condotta, in modo di verificare se essa abbia il
contenuto di atti tipici della professione medica che, a norma del D.P.R. 5 aprile 1950, n.
221, può essere esercitata da coloro che, oltre ad avere conseguito la laurea e superato i
prescritti esami di abilitazione, risultino iscritti negli appositi albi (così, ancora Sez. 6^, 27
marzo 2003, Carrabba; nonchè, Sez. 6^, 9 febbraio 1995, Avanzino Sez. 6^, 11 maggio
1990, Mancariello, nel senso che, in relazione alla professione medica che si estrinseca
nell'individuare e diagnosticate malattie, nel prescriverne la cura, nel somministrare i rimedi
anche se diversi da quelli ordinariamente praticati, commette il reato di esercizio abusivo di
tale professione chiunque esprima giudizi diagnostici e consigli ed appresti cure al malato).
10. Sotto il secondo profilo, si è ritenuto che commette il reato di abusivo esercizio della
professione di dentista l'odontotecnico che svolga attività riservata al medico nei confronti di
pazienti che si rivolgono a lui, in quanto, in virtù del R.D. 31 maggio 1928, n. 1334, art. 11,
è escluso ogni rapporto diretto fra paziente e odontotecnico, quest'ultimo, essendo
autorizzato "unicamente a costruire apparecchi di protesi dentaria su modelli tratti dalle
impronte.... fornite da medici-chirurghi.... con le indicazioni del tipo di protesi da eseguire
(art. 11 dell'ora ricordato R.D.: nella specie la Corte ha osservato che correttamente la Corte
di merito aveva ritenuto che l'imputato dovesse rispondere del reato ascrittogli in quanto
aveva:
1) esaminato il ponte di una paziente prescrivendole delle radiografie e poi esprimendo il
suo giudizio al riguardo;
2) visitato un paziente che lamentava dolore ad un dente, facendolo distendere sul lettino,
esaminandogli la bocca ed affermando che erano necessari altri lavori;
3) visitato un paziente, prescritto al medesimo delle radiografie, impegnandosi a stendere
un preventivo;
4) esaminato la bocca di un paziente prescrivendogli radiografie nonchè, all'esito,
l'applicazione di un apparecchio (Sez. 6^, 9 novembre 1992, Cagalli; Sez. 1^, 12 febbraio
1997, De Luca).
Si è ritenuto, ancora, che commette il reato di esercizio abusivo della professione medica (o
paramedica) il biologo che sia pure preposto a un laboratorio di analisi, effettui un prelievo
di sangue venoso a fine di analisi; precisandosi che tale intervento, pur se appartenente alla
ordinaria amministrazione nella pratica medica, ove non eseguito da soggetti
professionalmente preparati e secondo precise tecniche e metodologie, è idoneo a ledere
l'integrità fisica o addirittura a mettere a repentaglio la salute della persona su cui esso si
compie, ed è di esclusiva pertinenza della professione medica o di quelle professioni
paramediche, come quelle esercitate dagli infermieri professionali o dalle ostetriche, per le
quali la relativa abilitazione deriva da specifiche previsioni di legge; aggiungendosi che se è
vero che la L. 24 maggio 1967, n. 396, art. 3, comma 2, recante "Ordinamento della
professione di biologo", consente ai biologi iscritti nell'albo attività ulteriori rispetto a quelle
tipicamente elencate nel comma 1 di detto articolo, tale disposizione prevede espressamente
anche che simili ulteriori attività siano attribuite alla competenza dei biologi da leggi o
regolamenti, e nessuna fonte normativa, primaria o regolamentare, abilita i biologi ad
effettuare prelievi di sangue finalizzati all'analisi (Sez. 6^, 6 dicembre 1996, Manzi).
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente alla condotta protrattasi fino al 16
gennaio 1998 perchè relativamente a tale periodo il reato è estinto per prescrizione.
Così deciso in Roma, il 20 giugno 2007.
Depositato in Cancelleria il 6 settembre 2007.

venerdì 21 marzo 2008

L'induzione del "mago" a rapporti sessuali è violenza sessuale


PENALE
L'induzione del "mago" a rapporti sessuali per allontanare gli spiriti maligni è violenza sessuale anche se sussiste un consenso della vittima

Corte di Cassazione, sezione 3 penale, sentenza 3 settembre 2007, n. 33761

L'induzione del "mago" a rapporti sessuali per allontanare gli spiriti maligni è violenza sessuale anche se sussiste il consenso della vittima: consenso viziato dalla condizione di inferiorità psichica della stessa, che non significa esistenza di una patologia mentale "essendo ben riferibile a fattori di natura diversa, anche ambientale, connotati da tale consistenza ed incisivita' da viziare il consenso all'atto sessuale della persona offesa (vedi Cass., Sez. 3, 20.10.1994, n. 10804, Masi ed altri). E' sufficiente che il soggetto passivo versi in condizioni intellettive e spirituali di minore resistenza atta altrui opera di coazione psicologica o di suggestioni, condizioni pure dovute ad un limitato processo evolutivo mentale e culturale, esclusa ogni causa propriamente morbosa: situazioni psichiche siffatte devono ritenersi idonee ad elidere comunque, in tutto o in parte, la un valido consenso, si'
da impedirle di respingere".
Questo è quanto ha ribadito la terza sezione penale della Corte di cassazione in una recente sentenza, la n. 33761 del 3 settembre scorso. Secondo la Suprema Corte, infatti, "L'induzione si realizza quando, con un'opera di persuasione spesso sottile o subdola, l'agente spinge o convince la persona che si trovi in stato di inferiorita' a sottostare ad atti che diversamente non avrebbe compiuto. Non e' necessario che l'induzione determini un inganno della vittima, essendo sufficiente anche un'opera di persuasione sottile o subdola che convinca il soggetto a compiere o subire l'atto sessuale (vedi Cass., Sez. 3 7.9.2005, n. 32971, Marino). L'abuso, a sua volta, si verifica quando le condizioni di menomazione sono strumentalizzate per accedere alla sfera intima della persona che, versando in situazione di difficolta', viene ad essere ridotta al rango di un mezzo per il soddisfacimento della sessualita' altrui (vedi Cass., Sez. 3 : 11.12.2003, n. 47453, Ungaro; 11.10.1999, n. 11541, Bombaci ed altri; 15.2.1997, n. 4114, Pennese). Sussiste, dunque, un consenso della vittima all'atto sessuale, ma esso e' viziato dalla condizione di inferiorita' e dalla
strumentalizzazione di detta condizione: e', pertanto, dovere del giudice espletare un'indagine adeguata per verificare se l'agente abbia avuto la consapevolezza non soltanto delle minorate condizioni del soggetto passivo ma anche di abusarne per fini sessuali."
Il fatto: Una donna versando in grave stato di depressione ansiosa (curata con psicofarmaci che non avevano avuto tuttavia nessun effetto positivo) decide di recarsi nello studio di un "mago" convinta che la sua prostrazione psicologica fosse imputabile ad un sortilegio da attribuire alle sorelle ed alla madre. Il "mago" confermati dapprima i suoi timori, l'aveva poi indotta a compiere una pratica necessaria al fine di allontanare gli spiriti maligni, che non avrebbe costituito "tradimento" del marito, consistente in palpeggiamenti in tutto il corpo e baci anche sulla bocca. Dopo averle imposto poi di toccargli gli organi genitali, poneva, infine, una penetrazione completa nonostante la donna piangesse manifestando il suo diniego.

martedì 18 marzo 2008

Chi la finanzia in Italia Scientology Spa


Commercianti, avvocati, aziende. L’organizzazione fondata da Ron Hubbard può contare su potenti braccia economiche. E si prepara al grande salto.

Cosa ha in comune il Carrozziere Lampo di Arcore con la Cis Consulenze di Corigliano Calabro? Un’azienda che organizza funerali, la Enea di Castelfranco Veneto, con un ristorante che fa anche corsi di merengue, ossia Il tempio inca di Brescia? Apparentemente niente. Invece queste aziende sono socie del Wise, il World institute of Scientology enterprises che raduna le imprese legate al movimento religioso. Sono 235 le aziende italiane che compaiono nell’annuario 2006: solo Stati Uniti, Russia e Ungheria ne contano di più. Il Wise è probabilmente l’organizzazione di Scientology cresciuta di più negli ultimi tempi. Una rete di società con legami che vanno dalla Confindustria alla Confcommercio. Passando per multinazionali come la Kellogg’s e grandi aziende come l’Ina.
Del resto già nel 1972 Ron Hubbard, fondatore di Scientology, indicava la via da seguire negli affari: «Fate soldi, fate ancora più soldi. Fate in modo che gli altri producano in modo da fare soldi». Più di 35 anni dopo, i dettami del filosofo e scrittore americano sono applicati alla lettera dai seguaci. Anche in Italia, paese in cui l’organizzazione non conosce crisi. «Fare soldi»: Scientology riesce nell’intento in vari modi. Legato al Wise è l’Hubbard college administration. Poi ci sono i «servizi spirituali», le donazioni, i lauti diritti incassati con i libri del fondatore. Danari che adesso il movimento sta proficuamente investendo in Italia. Per estendere, come emerge da alcuni documenti riservati, la sua influenza nel Paese. L’ultimo colpo, il più importante, è stato l’acquisto di un edificio a Roma, che ospitava l’Istituto della Chiesa cristiana d’Irlanda. Quasi un contrappasso, dato che il movimento si prepara a chiedere allo Stato italiano il riconoscimento come religione.

Ma per capire il peso economico di Scientology bisogna partire dal Wise. Nell’annuario c’è di tutto: catene di negozi d’abbigliamento, lavanderie, commercialisti, avvocati e medici. Per associarsi serve una tessera annuale che va dai 500 ai 6 mila euro. Lo scopo è «assistere e unire le attività commerciali che utilizzano la tecnologia di Hubbard». In realtà, da documentazione interna, emergono fini più ambiziosi: «Dare supporto e proteggere l’integrità delle chiese e di altre organizzazioni della religione di Scientology» ed estendere ampiamente i metodi «in ogni azienda, organizzazione e governo del pianeta».

Proselitismo: secondo molti, la finalità principale sarebbe fare nuovi adepti, piegare, magari indirettamente, l’economia alla religione. Per questo motivo, e per le presunte pressioni finanziarie sui membri, in Germania le aziende del Wise non possono partecipare alle gare pubbliche. Come riesce invece l’organizzazione a fare soldi e seguaci in Italia, lo raccontano alcuni ex soci. Mentre Scientology ha espresso, in via ufficiale, la «non volontà di rilasciare alcuna intervista» (riquadro a pagina 45).

Fabrizio Tramonti, milanese di 30 anni, è stato affiliato per un anno: oltre ad aver pagato la tessera da 6 mila euro, versava il 10 per cento del fatturato. La sua società, la Tizeta communication, promuove le offerte di aziende come Enel, Telecom, Teledue e Barclays Bank. Nasce nel 2005 e aderisce immediatamente al Wise. «Dopo due mesi mi resi conto che il mio interesse principale era fare avvicinare nuova gente a Scientology» ricorda. «Avevamo grande rotazione di dipendenti: venditori assunti a provvigione. Il primo corso lo pagavo io. Poi loro versavano le altre quote. A volte spendevano più di quanto guadagnavano».

Secondo Tramonti, «attrarre potenziali fedeli è l’obiettivo dichiarato, principale e vitale di ogni impresa legata a Scientology». L’imprenditore racconta che così era sicuro di poter fare carriera nel movimento. «Alla fine del 2005 vinsi una medaglia per aver portato più gente dentro Scientology: 250 persone. Dipendenti, collaboratori, clienti: tutti spinti da me. Ero raggiante».

Nei conti dell’azienda si scopre però una perdita. «L’organizzazione concluse che la colpa era mia: venni mandato a seguire un processo di purificazione da 70 mila euro. Servì, ma allo scopo opposto. Ruppi con i miei soci e Scientology, a cui ho dato 280 mila euro in sei anni».
L’intreccio fra interessi della chiesa e dei clienti è evidente nel caso delle società di consulenza del Wise: in Italia sono 31 su 235 associati. Una delle più importanti è la In-Formazione. Nel bollettino di gennaio mandato ai clienti si parla di «centinaia di aziende servite» e «salotto imprenditoriale». La società organizza corsi con la Cescot, ente della Confesercenti, e la Confidi Veneto, associazione della Confcommercio. Collabora poi con Hotel Notizie, il periodico lombardo della Federalberghi. La filosofia del fondatore viene utilizzata anche dalla Learning school, che offre servizi a multinazionali come la Kellogg’s, regina dei cereali, e la Hayes Lemmerz, che fa cerchioni in alluminio. Così come a grosse concessionarie Peugeot e importanti agenzie immobiliari. Aziende che, seppur indirettamente, senza consapevolezza, finanziano il movimento. Fino a tre anni fa in Italia il socio più importante era la Mind consulting di Bologna: 17 milioni di euro di fatturato l’anno e circa 200 persone tra collaboratori e dipendenti. «Le difficoltà cominciarono nel 2003» racconta l’amministratore delegato Andrea Condello. «Volevano obbligarci a usare solo il metodo di Hubbard. E ci chiedevano di mandare via gli psicologi, con cui siamo obbligati a lavorare per legge». Scientology, infatti, rifugge i metodi della psichiatria e, in generale, quelli scientifici. La Mind rimane associata dal 1996 al gennaio del 2005. Da quel momento i contatti si diradano, fino all’espulsione nel gennaio del 2006. I suoi manager sono accusati di fare «propaganda nera». Per Scientology sono «persone non grate». In cima alla lista c’è Paolo Ruggeri, 41 anni, uno dei fondatori della Mind. «Il Wise mette sempre al primo posto il proselitismo. E fa pressioni molto forti in tal senso» dice Ruggeri. «Il conflitto di interessi è evidente. Da una parte c’è il mercato, con al centro il cliente. Dall’altra c’è Scientology, che pone la chiesa sopra a tutto, sempre e comunque: alla continua ricerca di nuovi adepti e finanziamenti».

Oltre al Wise, alle imprese si rivolge un’altra organizzazione legata al movimento: l’Hubbard college of administration, sistema di scuole di consulenza aziendale con sette sedi in Italia. Lo scopo è sempre lo stesso: diffondere i metodi del fondatore. Presentandosi però come alta scuola di amministrazione. I prezzi non sono esattamente abbordabili: il «corso di laurea» di due anni (senza valore legale) costa 32.643,28 dollari, cioè circa 22.300 euro. Più di quanto si sborsa per un biennio alla Bocconi. Punto forte dell’Hubbard college sono i corsi e i seminari nelle aziende. Tra le società in cui è stato diffuso il verbo del fondatore ci sono l’Ina Assitalia; la Biofin, multinazionale del farmaco; la Sac service, che gestisce i servizi dell’aeroporto di Catania; l’Assopiastrelle, che raggruppa le aziende di ceramica della Confindustria. Proprio con la sede della Confindustria di Ragusa, e con quella di Siracusa, l’Hubbard college di Catania ha stipulato una convenzione. I soci potranno godere «di particolari agevolazioni» per i seminari. Venti dipendenti dell’agenzia generale dell’Ina Assitalia di Ragusa hanno partecipato a uno di questi corsi. Sonia Scionti, la responsabile commerciale, ricorda: «Un programma elementare, durato un paio di giorni. Dopo però mi hanno chiamato insistentemente per avere referenze». Costruire una fitta rete di contatti con le aziende, specie quelle note, è difatti uno dei propositi dell’Hubbard college. La struttura, nonostante il nome, si dice svincolata da Scientology. Niente secondi fini. Nessun collegamento economico. «Invece è solo un’attività satellite: tutti i dirigenti fanno parte del movimento» sostiene Enrico Costantini, 47 anni, direttore esecutivo dell’Hubbard college di Terni dal 2002 al 2004. «Il materiale utilizzato è lo stesso di Scientology. Viene solo secolarizzato: riferimenti a spirito e anima sono sostituiti da termini economici». Secondo Costantini, i tentativi di trovare nuovi adepti sono incentivati. «Ogni venerdì, fra le statistiche da mandare ai dirigenti c’era il numero dei corsisti che avevano contattato la chiesa». Costantini è uscito da Scientology nel 2004. Due anni dopo è stato condannato dal tribunale di Terni per essersi spacciato come consulente aziendale pur non avendo i titoli. «Sarebbe potuto capitare a qualsiasi dirigente dell’epoca» afferma Costantini. Oltre al tramite del Wise e dell’Hubbard college, i soldi entrano nelle casse del movimento in molti modi. Il più importante è rappresentato dai corsi e le sedute di auditing che bisogna acquistare per raggiungere la «consapevolezza». «Questi incontri servirebbero a liberarsi dai traumi della vita precedente» sostiene Simonetta Po, che dopo avere frequentato per un anno il movimento ha creato il sito Allarme Scientology, raccolta di materiale critico verso l’organizzazione. «I corsi» dice Po «sono invariabilmente a pagamento. Più si avanza, più si paga: circa 25 mila euro per raggiungere lo stato di Clear, primo stadio di consapevolezza; 250 mila euro per il livello di Ot VIII, il più alto a cui può arrivare un comune mortale. Ma sono stime prudenti, che non tengono conto dei servizi accessori».
Per esempio la tessera della Ias: l’associazione internazionale di Scientology. Dopo i primi sei mesi gli adepti devono spendere 300 euro all’anno per affiliarsi. La Ias raccoglie donazioni. Secondo Impact, la rivista inviata ai soci, esistono diverse categorie di benefattori: dal semplice «sponsor», che versa 5 mila dollari, al «Diamond meritorious», titolo concesso a chi paga più 2,5 milioni di dollari. Nel mondo sono solo tre.
Tra questi c’è l’attore americano Tom Cruise: grande sostenitore, non solo economico, dell’organizzazione. Mentre tra i divi italiani non c’è mai stato alcun nome noto. Cosa che rammarica i responsabili del movimento: una celebrità tra i seguaci sarebbe uno straordinario veicolo promozionale per il culto.
In Italia, secondo Scientology, i membri sono 15 mila. Quelli attivi però non supererebbero i 5 mila. Conoscere i loro esborsi per i «servizi spirituali» è impossibile. Invece si può calcolare quanto versano alla Ias: circa 1,5 milioni di euro. Quisquilie, se raffrontate alle donazioni fatte dagli italiani negli ultimi vent’anni. Secondo Impact, fino al 2006, sono state 960, per un totale di 30.315.000 euro. Stima però prudenziale, perché dall’elenco vengono depennati i fuoriusciti. I più generosi tra gli italiani sono stati il costruttore ticinese Marco Chiancianesi e la moglie: «gold meritorious» per avere regalato 1 milione di dollari. Stessa cifra elargita da John Travolta e la moglie Kelly Preston.
Le donazioni alla Ias esulano da altri tipi di versamenti chiesti agli adepti: come quelli per l’acquisto di immobili del movimento, che ha sedi in tutta Italia. A Milano, non lontano dalla Stazione Garibaldi, Scientology possiede un palazzo di sette piani, inaugurato nel 2000. Un grosso investimento è stato fatto anche a Rivoli, vicino a Torino: l’ex collegio degli Artigianelli. Quasi 8 mila metri quadrati che sarebbero costati 4 milioni. Il committente dei lavori di ristrutturazione è la Bellaria srl, che ha due scientologi nel consiglio d’amministrazione.È stata invece una società americana, la WestWorld Llc, ad acquisire a Roma un palazzo di 6 mila metri quadrati in via della Maglianella. La struttura apparteneva all’Istituto della Chiesa cristiana d’Irlanda. Ora cambia utilizzo: diventerà la nuova casa dell’«Org ideale» (acquistare sedi di rappresentanza in alcuni capoluoghi fa parte di una strategia di espansione, esplicitata nel progetto chiamato appunto Org ideali). La struttura, si legge in una lettera mandata agli auditor, è stata già presentata da David Miscavige, leader del movimento. «La nostra influenza come scientologist» aggiunge il comunicato «si sentirà a 360 gradi nella città, nel sociale» e il complesso diventerà «punto di riferimento, stabile e sicuro. Si tratta di operazioni immobiliari spesso condotte usando società estere, come la WestWorld, o italiane, come la Casa Bellaria».
Il giornalista torinese Luca Poma, 35 anni, è stato per dieci anni influente esponente di Scientology. Il movimento lo ha però allontanato nel 2003, dopo che aveva messo in discussione alcuni metodi del gruppo tra cui la scarsa chiarezza nella gestione finanziaria. «Queste informazioni non sono divulgate neanche agli stessi membri» sostiene Poma. «Nessuno conosce entrate e uscite, destinazione esatta dei fondi, saldo dei conti correnti. Perché Amnesty pubblica i bilanci e Scientology no? Regole di trasparenza e condivisione sarebbero un bel messaggio. Spero in una riforma: così la chiesa si danneggia da sola». Maggiore chiarezza, tra l’altro, potrebbe tornare molto utile al movimento, che in Italia si prepara a chiedere lo status di religione. Se venisse accettata la domanda, Scientology otterrebbe quel riconoscimento a cui ambisce da sempre. Una condizione giuridica che gli permetterebbe di pagare meno tasse. Per «fare ancora più soldi». Proprio come auspicava il vecchio Hubbard.

Fonte - ANTONIO ROSSITTO, Panorama , 03 Marzo 2008

PSICOSETTE. ARKEON: CUARAVANO I GAY, AVVISO DI GARANZIA AL MAESTRO


Sarebbe un truffatore che con tecniche Reiki estorceva denaro

di Paola Laforgia

BARI, 11 OTT - In molti in tutta Italia lo chiamavano maestro e pagavano profumatamente per partecipare ai suoi seminari sperando di guarire da malesseri fisici o spirituali. Per la polizia, che lo considera a capo di una 'psicosetta', e' invece un truffatore che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del Reiki, reinventate da lui e dal suo gruppo, in dieci anni e' riuscito a raccogliere almeno 10.000 adepti in tutta Italia. Il maestro e' Vito Carlo Moccia, inventore del metodo conosciuto con nome di Arkeon, che e' accusato di avere costituito una associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo di una professione, nonche' della commissione in concorso dei reati di truffa aggravata, violenza sessuale, violenza privata e calunnia. A lui e ad altri cinque maestri ed ex maestri che praticavano il suo metodo in varie parti d'Italia, la polizia ha notificato oggi informazioni di garanzia. Gli agenti hanno anche sequestrato a Bari la sede dell'associazione The sacred path, centro operativo del gruppo, ha fatto perquisizioni, e ha oscurato cinque siti internet nei quali si pubblicizzavano le attivita' del gruppo. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro, ma una coppia del nord Italia ha detto alla polizia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto di avere pagato fino a 200 milioni di lire. Il costo si incrementava a mano a mano che si passava di livello, fino a giungere a 15.000 euro. Secondo la polizia, Moccia, che ha 55 anni, e' nato a Milano e risiede a Noicattaro.

(Bari), diceva di essere psicologo ma non aveva i titoli per esercitare.
Nei seminari faceva fare esercizi terapici che portavano alla spersonalizzazione e alla accettazione di qualsiasi indicazione venisse dal maestro. Tra gli esercizi richiesti c'era quello di travestirsi e andare a chiedere l'elemosina per strada o sottoporsi all'esercizio del 'no limits', durante il quale, secondo le denunce presentate, alcune vittime avrebbero detto di avere subito abusi sessuali.
Ai seminari partecipavano persone con malattie gravi che si convincevano di poter guarire cosi'.
Secondo l'accusa, il gruppo riusciva a creare una dipendenza psicologica inducendo le vittime a partecipare in maniera costante ai seminari. Le indagini, condotte dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Francesco Bretone (i provvedimenti sono stati disposti dal gip Vito Fanizzi) erano partite circa un anno fa dopo che alcuni ex seguaci del gruppo avevano partecipato a trasmissioni televisive come Tutte le mattine di Maurizio Costanzo e Mi manda Raitre, condotta da Andrea Vianello, denunciando le attivita' illecite di Arkeon e rivelando di avere sborsato ingenti somme di denaro per partecipare ai seminari.
Dalle indagini e' emerso che anche minorenni venivano indotti ad assistere, e talvolta a partecipare attivamente alle pratiche del gruppo. Anche questi ragazzi sono stati ascoltati dalla polizia e, vista la delicatezza delle circostanze, con ausilio di un medico psicologo. L'inchiesta e' stata condotta con il compartimento della polizia postale e delle telecomunicazioni Puglia e la Digos di Roma, Milano, Palermo, Latina dove risiedono alcuni degli indagati.

Fonti - GAYNews, e di giovedì 11 ottobre 2007, Ansa


Caso setta, blitz romano della polizia





Ottanta adepti di "The sacreda path" sorpresi in un albergo della capitale: anche un prete.

L'attività della presunte setta "The Sacred Path" continuerebbe, almeno apparentemente. Lo dimostrerebbe il blitz, compiuto dalla polizia di Roma, in un albergo della capitale. Gli agenti hanno trovato il presunto santone, Vito Carlo Moccia, 55 anni, barese, insieme con un'ottanrina di persone, impegnate a partecipare a una riunione più o meno rituale, con tanto di candele. Fra loro, anche un sacerdote e uno psicologo.

Gli agenti hanno interrotto l'incontro, hanno generalizzato i partecipanti e sequestrato alcuni documenti e le stesse candele utilizzate. L'incartamento investigativo è stato poi trasmesso al pubblico ministero inquirente, il sostituto barese Francesco Bretone. Stando alle indagini sfociate nella notifica di alcune informazioni di garanzia a ottobre scorso, il "gruppo dirigente" della presunta setta avrebbe diffuso - con un certo consenso e una popolarità anche televisiva - il metodo psicologico innovativo " Arkeon". La sede di "The Sacred Path" è a Bari.

Fonte - La gazzetta del Mezzogiorno, 15 Febbraio 2008


Alcuni link di approfondimento:

- Accuse ad Arkeon e Vito Carlo Moccia a Mi Manda RaiTre

- TRIBUNALE BARI, LEGITTIMO AVVERTIRE SU ABUSI PSICOLOGICI RESPINTA RISCHIESTA ARKEON DI OSCURARE SITO CENTRO STUDI ABUSI

- CODACONS Lecce, Arkeon Vs CESAP


lunedì 17 marzo 2008

Second round of Anonymous v Scientology


ABOUT 800 people attended protests against the Church of Scientology in Australian capital cities this weekend in the second round of "raids" organised by a collection of internet users known as Anonymous.

[Nella Foto: Anonymous ... protestors outside a Church of Scientology building in Adelaide on February 10 / Morne De Klerk]

Protests were staged outside Scientology buildings in Sydney, Melbourne, Adelaide, Brisbane and Perth on Saturday to coincide with the birthday of the church's founder L Ron Hubbard two days earlier on March 13.
In a repeat of protests staged on February 10, members of Anonymous wore masks and distributed flyers accusing the church of financially exploiting its members and suppressing free speech.
Anonymous users discussing the protests online estimated the number of protestors in cities including New York, Chicago, Los Angeles, London, Paris, Berlin and Dublin to be between 7000 and 8000 – a similar figure to the February 10 protests.
A third round of protests has been scheduled for April 12.






Anonymous are a loose collection of internet users who post to message boards but do not reveal their identities. They declared "war" on Scientology in January after the church sought to have film clips of Tom Cruise speaking at a function removed from websites including YouTube.
The church has branded Anonymous "cyber-terrorists" and said it was the group who suppressed free speech by attacking Scientology websites. In January, members of the group claimed to have prevented access to an official church website. In a statement released after the February 10 protests, the church said Anonymous was "perpetrating religious hate crimes". "It is Anonymous that has repeatedly attempted to suppress free speech through illegal assaults on church websites so as to prevent internet users from obtaining information," the statement said. "They have also engaged in other harassment including threats of violence in telephone calls, fax transmissions and emails, not to mention the Anonymous mailing of white powder to dozens of our churches." Flyers promoting the protests, often called "raids" by members of Anonymous, have asked protestors to voice their complaints peacefully. Two large trucks were parked in front of a Scientology building in central Sydney before Saturday's protest. The protestors marched through Pitt St Mall handing out flyers before arriving at the building. One busker in the mall played Star Wars theme The Imperial March on a tuba as the protestors walked past. In Los Angeles members of Anonymous "outed" a man who allegedly flashed a gun to members of the crowd by following him with a large placard reading: "This guy has a gun." The man was led down the street and questioned by a police officer before returning to the crowd. Video footage of the event was uploaded to Vimeo.
910 videos with the keywords "Scientology" and "protest" were added to YouTube in the last week, including one showing two protestors in Atlanta being removed from the crowd by police officers in riot gear after speaking through a megaphone. One of the key websites used by members of Anonymous to organise protests and release information to the media, enturbulation.org, is currently unavailable. It is understood the website has been taken down for maintenance. Last week the church applied for a temporary injunction to prevent protestors from getting within 500 feet (152m) of Scientology buildings, The St Petersburg Times reported. The suit was rejected after a judge found the church had failed to show the 26 people listed in the suit were connected to alleged threats against the church.

Links

Busker plays The Imperial Marchhttp://www.youtube.com/watch?v=PaIoG_L7wYg
"This guy has a gun" placard – http://vimeo.com/791419
Photos and video from Australian protests – http://wiki.auschanology.org/Operation_Party_Hard_...
The St Petersburg Times report – http://blogs.tampabay.com/breakingnews/2008/03/sec...




Fonte - NEWS.com.au, by Andrew Ramadge, Technology Reporter March 17, 2008 02:25pm.

Fuori dalle sabbie mobili di Scientology


Intervista a Maria Pia Gardini, ex membro di questo movimento


di Emanuela Campanile

ROMA, mercoledì, 13 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Maria Pia Gardini è una delle maggiori voci critiche italiane verso Scientology, la discussa “chiesa” fondata nel 1954 da Ron Hubbard, divenuto inizialmente famoso come scrittore di racconti pulp.

Cugina di Raul Gardini, la signora Maria Pia ha un passato da imprenditrice avendo lavorato nel cinema e nella pubblicità cinematografica fino al 1985, anno in cui inizia ad aiutare la figlia nel percorso di disintossicazione dalla droga.

La giovane Federica decide infatti di seguire la comunità Narconon, l’associazione fondata dallo stesso Hubbard che si occupa di droga. Da lì il passo a Scientology sarà breve.

Pur di restare a fianco della figlia, la signora Gardini si decide ad entrare nell’organizzazione, rimanendovi fino al 1994.

Nel libro “I miei anni a Scientology” (edizioni Paoline) il giornalista Alberto Laggia ci restituisce il racconto lucido e sincero di quello che Maria Pia ha subito nei 9 anni in cui è rimasta nella chiesa dei divi di Hollywood, la sua lotta giudiziaria per riavere il denaro sottrattole e il suo impegno per aiutare chi vuole uscire dalla schiavitù delle sette.

Da quando ha lasciato Scientology, 14 anni fa, lei non ha mai smesso di denunciare i retroscena di soprusi e ricatti su cui si fonda l’organizzazione. Non teme per la sua incolumità?

Maria Pia Gardini: Un giorno o l’altro potrebbero farmi qualcosa, però sono tanto conosciuta ormai che se mi succedesse qualche cosa, andrebbero direttamente a cercare quelli di Scientology. Subito!

Nel libro si legge che entrare nell’organizzazione è stata una scelta che lei ha fatto per amore. In che senso?

Maria Pia Gardini: Sì, perché mia figlia, che all’epoca aveva problemi di droga, decise di entrare al centro Narconon e da lì poi passò in Scientology… ed è qui che loro mettono in atto quello che moltissime altre sette fanno: se tua madre o i tuoi genitori non sono d’accordo, tu non puoi più né vederli né rimanerci in contatto perché diventano antagonisti. Quindi, per seguire mia figlia, ho cominciato anche io.

Questo che lei ha appena descritto è solo uno dei numerosi e tremendi meccanismi che Scientology mette in atto. Soprattutto per impedire che la gente ci ripensi e vada via...

Maria Pia Gardini: Uscire è difficilissimo, soprattutto se hai i soldi!

Ma cosa promette Scientology?

Maria Pia Gardini: Prima di tutto promette la libertà totale, poi la possibilità di usare il proprio potenziale umano al massimo, al 100%. Ma avere questo potere significa diventare Dio...insomma, promette quello che non può dare!

Da quello che ha visto e vissuto, quali altre motivazioni possono spingere le persone ad aderire ad una setta come quella di Scientology?

Maria Pia Gardini: Tutti noi vogliamo migliorare e viste le loro promesse, in molti si fanno coinvolgere. Ma poi succede che questi gruppi, come anche i testimoni di Geova per esempio, possono prenderti in un momento di particolare debolezza: un lutto, un dispiacere o una malattia.

Insomma, non si sa come ma sembra lo sappiano sempre…e arrivano. Allora ti invitano a fare un primo corso sulla coscienza del proprio sé, per esempio, e poi un altro e un altro e così via. Corsi che all’inizio costano poco e man mano sempre di più fino ad arrivare a migliaia e migliaia di euro.

All’interno dell’organizzazione lei raggiunse i massimi livelli della tecnica scientologica e fu anche premiata più volte. Eppure non smise mai di pregare…

Maria Pia Gardini: Non ho mai considerato Scientology una religione. Io credo in Dio, non ho mai smesso di andare alla Messa e di prendere l’Eucarestia. Quando ero in America, c’era un sacerdote simpaticissimo messicano che mi chiedeva sempre che cosa facessi in Scientology. “Caro padre – gli rispondevo – finchè mia figlia è dentro, qui sto!”…quando poi Federica morì, ritornai da lui. Voleva aiutarmi ad uscire da Scientology ma non volevo invischiarlo. Io sono sempre rimasta cattolica.

Nonostante siano passati anni da quando ha lasciato Scientology, ci sono ancora delle conseguenze. Cosa è successo?

Maria Pia Gardini: Ci sono ancora degli strascichi perché non mi hanno mai lasciato in pace e quando ho iniziato a divulgare la mia testimonianza contro di loro hanno cominciato prima con minacce telefoniche, poi facendomi trovare un gatto morto davanti alla porta o tagliandomi le gomme della macchina. Arrivano puntualmente ogni volta che io presento il libro e cercano di non farmi parlare. Pensi, avevano anche aperto un sito per screditarmi ma sono riuscita a farlo chiudere. Nonostante questo, continuano. Continuano perché quello che a loro dà fastidio è soprattutto il libro, che al momento sta andando bene.

Dopo l’esperienza di Scientology, come ha riorganizzato la sua vita?

Maria Pia Gardini: Faccio parte dell’Aris Toscana, Associazione per la Ricerca e l’Informazione sulle Sette. E il mio impegno è aiutare la gente a uscire da queste sabbie mobili, da questi grovigli che ti tirano sempre più giù. Quante famiglie sono a rischio! Un esempio, se il marito entra in Scientology e la moglie non vuole seguirlo, allora il nuovo adepto deve disconnettere e cioè tagliare con la famiglia qualsiasi rapporto. Ecco allora che si arriva a dei divorzi dolorosissimi. E lo stesso capita con i figli: i genitori non approvano? La parola d’ordine è disconnettere. Conosco una signora che per questo motivo non vede la figlia da 4 anni.

Quanto pesa la fascinazione delle sette in questa nostra società che non esitiamo a definire evoluta?

Maria Pia Gardini: La situazione è drammatica. Nel 1998, il Ministero degli Interni fece una relazione sul settarismo in Italia – adesso a distanza di 10 anni ne stanno preparando un altro – e posso dirle che le sette sono raddoppiate. Le figure di santoni e maghi sono in crescita esponenziale, come anche le sette sataniche o pseudo sataniche e il satanismo giovanile. Aumentano anche le pseudo religioni che provengono da Paesi come l’India e sono tutte pericolose. Ma il discorso è più profondo perché legato alla mancanza di comunicazione nelle famiglie. Dove sono le serate in cui ci si ritrova e si parla? La precarietà, l’assenza di una meta e il problema di portare a casa lo stipendio assorbono tutte le energie e i figli cercano fuori quello che non trovano in casa. Ed io farò sentire la mia voce finchè avrò fiato.

Accused witch gives birth in tree

A PREGNANT woman in Papua New Guinea who was hung from a tree after being accused of sorcery gave birth to her baby while struggling to free herself.

Nolan Yekum and her husband Paul were dragged from their house and hung from a tree by fellow tribesmen who accused them of sorcery after the couple's neighbour suddenly died. Their ordeal occurred in Kilip village near Banz in Western Highlands Province, PNG's newspaper The National reported today. The woman and her baby girl, her third child, were doing well in Mt Hagen Hospital after two weeks in hiding, the report said. Her husband said men entered their house in the middle of the night with a rope and tied it round their necks, accusing them of sorcery over their neighbour's death. They were dragged outside and hung from a tree, he said. "We managed to loosen the noose to get our feet on the ground ... we were able to free ourselves. "My wife, who was about seven months pregnant, delivered the baby while struggling to free herself. "It was a painful experience for me and her," Mr Yekum said. He said he pleaded with villagers to wait for his neighbour's post-mortem examination and he accused local police of failing to act. The couple denied practising sorcery.

Fonte - The Australian Today,February 26, 2008

Anonymous VS Scientology


Ricordate il gruppo di "hacker" che dichiarò guerra a scientology di cui avevo parlato tempo addietro? Scientology non la stà prendendo molto bene e lo ha fatto capire molto chiaramente con la pubblicazione di un video su youtube intitolato "Anonymous - Hate Crimes & Terrorism Directed at Scientology" - link




nel filmato possiamo trovare il resoconto di tutte le malefatte del gruppo "anonymous" nel corso degli ultimi due mesi, telefonate anonime (a quanto pare spesso rintracciabili), email minatorie, atti di vandalismi, attacchi DoS (denial of service) ai siti del culto, segnalazioni di finte bombe, minacce di morte, etc.etc. Da un certo punto di vista sembra più una fiction che una cosa seria, infatti tutto ha l'aria di una gigantesca "ragazzata" e per capirlo basta vedere le video risposte che sono state fornite proprio da alcuni pseudo-appartenenti di Anonymous ma resta da accertare se anche la chiesa di S. la vedrà in questo modo .. ma vista la recente reazione ne dubito fortemente.



"FBI pedophile symbols", i simboli dei pedofili schedati


L'FBI ha recentemente stilato un documento in cui sono stati messi inevidenza i Simboli e i Marchi usati dai pedofili per identificare le proprie vittime. Il documento risale allo scorso 31 Genanio 2007 ma costituisce uno strumento indispensabile, tanto nella vita giornaliera quando nel mondo di Internet, per identificare soggetti potenzialmente o attivamente abusanti. Chiediamo quindi di utilizzare questa tabella nel caso fossero identificati tali simboli e di chiamare immediatamente le forze dell'ordine italiane o straniere, di dove ci si trovi, segnalando subito l'evento. La lotta alla pedofilia non deve avere né confini né barriere ma solo lo scopo di preservare e salvare le vittime innocenti di questi esecrabili atti come anche di permettere alla giustizia di compiere il proprio dovere di carcerazione e condanna dei loro perpetuatori.

Ecco il file PDF dell'FBI ove poter trovare i simboli, mentre quì un articolo/analisi sullo stesso.

mercoledì 12 marzo 2008

Intervista di Maria Pia Gardini

Per i nostri lettori ecco l'intervista televisiva rilasciata da Maria Pia Gardini alla trasmissione NDP (Niente di Personale) in onda lo scorso 11 Marzo su LA7.




lunedì 10 marzo 2008

FASCICOLO TOP SECRET DELLA MAGISTRATURA INDAGA SU NUOVI E VECCHI RITI.


Il popolo di satana celebra i suoi riti sul litorale laziale.

di Stefano Vladovich

Sei sei sei: i numeri della Bestia. Esoterismo, sette misteriose, magia nera, sabba al chiaro di luna e incontri notturni fra iniziati dell’ultima ora. Per gli esperti il territorio sul mare di Roma avrebbe influenze e attrazioni paranormali. Tanto che il lato oscuro del litorale finisce in un’indagine top secret della magistratura. Un fascicolo aperto da tempo e mai chiuso.
Informative a dir poco riservate parlano di fantomatici incappucciati a Capocotta, inquietanti fiaccolate, macabri resti di riti pagani consumati all’ombra di antiche rovine. Lo scenario? La villa di Plinio, la necropoli di Pianabella, Malafede, le grotte di Gasparone e la vecchia ansa del Tevere. «Cavalieri del Nulla», vecchi e nuovi adepti di Belzebù si aggirerebbero ancora fra i pini marittimi e le farnie secolari. E c’è chi giura e spergiura che un vertice del triangolo maledetto della stregoneria sia proprio qui. Un’area che corrisponde al sito altrettanto leggendario dell’antica Politorium, mai venuta alla luce. Un villaggio di pastori nel territorio dell’allora potente Lavinium (Pratica di Mare).
E che dire di Ficana, altro insediamento devastato dal passaggio dei primi romani? Mostra ancora oggi dalle parti di Dragona prove certe di un incendio scoppiato alla fine del VII secolo prima di Cristo. I fantasmi dei vinti si aggirerebbero senza pace fra la tenuta presidenziale, Castelfusano e l’Infernetto, mai nome tanto azzeccato. Le loro anime dannate ispirerebbero da oltre un secolo centinaia di seguaci del demonio. E per non farsi mancare nulla, riti woodoo verrebbero regolarmente celebrati fra Casalpalocco e la spiaggia di Torvaianica in località di Zigarini, il tratto d’arenile dove mezzo secolo fa viene rinvenuto il cadavere di Wilma Montesi. Mentre qualcuno racconta ancora del sabba più importante dell’anno, quello svolto alle soglie del nuovo millennio fra le rovine della «villa di Plinio», è allarme rosso per il capodanno di Satana, notte in cui il Demonio soddisfa ogni richiesta. Per gli esperti della Curia romana la messa nera più cruenta, in cui gli adepti di Satanasso dovranno respingere gli influssi «malefici» usando ogni mezzo.

A contrastarli una speciale task force istituita all’indomani degli omicidi attribuiti al gruppo Bestie di Satana, contro il dilagare dell’esoterismo. Marco Dimitri, presidente dell’associazione culturale Bambini di Satana, respinge gli attacchi difendendo il diritto al paganesimo. «C’è troppa confusione. A Roma persone facoltose e studenti riescono a sposare la macumba africana - spiega Dimitri - al satanismo cristiano in un connubio da far rabbrividire persino gli occultisti di strada: croci capovolte, candele, statue del "maligno", sangue di gallo, riti africani e, ovviamente, la pedofilia che nei rituali satanici (a detta del gruppo di ricerca e informazioni sulle sette gestito dalla Curia romana) c’è sempre. È l’ennesimo attacco alla società multietnica, alle forme di pensiero pagane, al satanismo. Pista, d'altro canto, attendibilissima secondo gli inquirenti». I satanisti stuprano i bambini, li portano nei cimiteri con persone della «Roma bene», li violentano mentre danzano la macumba che, fra l’altro, col satanismo c’entra poco.

Satanismo: Pm Masini, fenomeno in crescita per crisi della famiglia


Il satanismo rappresenta “senza ombra di dubbio, un fenomeno preoccupante e in espansione, molto più di quello che sembri realmente”. Lo afferma Tiziano Masini, il pm del processo alle cosiddette ‘Bestie di Satana’, per il quale quanto emerso da quelle inchieste giudiziarie, per altro non ancora del tutto finite, “è solo la punta dell’iceberg: molti casi sono ancora sconosciuti e quindi impuniti. Penso sia il frutto di questi tempi in cui sono in voga oroscopi, letture esoteriche, maghi e cartomanti”. A chi vi si imbatte per caso, Masini consiglia di “diffidare e stare alla larga dall’occultismo”. Secondo il sostituto procuratore di Varese, “una delle cause scatenanti, da quanto ho potuto constatare, è la disgregazione delle famiglie. La maggior parte dei giovani processati, infatti, proveniva da nuclei familiari multiproblematici a causa di separazioni e divorzi”. Di conseguenza Masini pensa che “pensa che la famiglia possa giocare un ruolo importante al fine di prevenire anche questo triste fenomeno”. L’altra causa del satanismo, per il magistrato, è “il cosiddetto contesto amicale, cioè le cattive compagnie”. Anche in questo caso “entra in gioco la famiglia: i genitori dovrebbero controllare di più e meglio le frequentazioni dei figli”. Nell’intervista al sito cattolico “papanews.it”, il magistrato rivela di aver constatato negli imputati “i segni di possessione diabolica: è emerso che parlassero lingue strane, emettessero suoni gutturali indecifrabili e di stampo rauco, invocassero e nominassero continuamente tutti i demoni. Inoltre bestemmiavano contro Cristo e la religione cattolica e affermavano di soffrire alla vista d’immagini e oggetti sacri e di gemere soprattutto quando vedevano un pentagono di vetro. Gli imputati – conclude – si riunivano per celebrare messe nere ed invocare le forze dell'inferno. Anche questo meccanismo li ha portati, con la forza del branco, a commettere i reati contestati”.

Fonte - Nadirpress,
giovedì 6 marzo 2008 - 18.41

domenica 9 marzo 2008

I documenti riservati sui finanziatori di Scientology in Italia




I documenti riservati sui finanziatori di Scientology in Italia


In Italia la chiesa di Scientology si prepara a chiedere il riconoscimento come religione. Anche per questo motivo sta acquistando immobili di rappresentanza in alcuni capoluoghi italiani. L’ultima acquisizione è un edificio romano di 6.000 metri che apparteneva alla Chiesa cristiana d’Irlanda. Operazione finalizzata a estendere la sua influenza sulla città, si legge in alcuni documenti riservati. È quanto emerge da un’inchiesta di Panorama, nel numero in edicola da domani, su come Scientology sta aumentando la sua influenza in Italia, a partire dal mondo economico.
I metodi diffusi da Ron Hubbard, fondatore dell’organizzazione, sono stati venduti ad aziende come la Kellogg’s, l’Ina Assitalia, la Biofin, la Hayes Lemmerz e l’Assopiastrelle. Aziende che, seppur indirettemente e senza averne consapevolezza, avrebbero finito per finanziare il movimento.
Secondo l’inchiesta di Panorama, in Italia sono 235 le aziende che aderiscono al Wise, braccio economico del movimento. Tra queste c’è di tutto: dal carrozziere alle grande società di consulenza. Notevole pure il numero dei fedeli che, negli ultimi, vent’anni ha fatto ingenti donazioni al movimento: 960 persone hanno versato più di 30 milioni di euro. Il più generoso è stato un costruttore italiano, che ha donato un milione di dollari.


Fonte - PANORAMA, Giovedì 28 Febbraio 2008

Scientology in Francia: l’accusa di sequestro e una commissione d’inchiesta

Scientology in Francia: l’accusa di sequestro e una commissione d’inchiesta

Il suo incubo si concluderà soltanto tra qualche ora, quando potrà finalmente ritornare a casa, nella sua amata Francia. La storia di Martine Boublil diventa così un piccolo caso, che porta di nuovo sotto i riflettori la Chiesa di Scientology e che oltralpe rilancia un dibattito già aperto da settimane. Con una richiesta forte: aprire una commissione d’inchiesta parlamentare su Scientology, come propone il deputato dell’UMP Georges Fenech.

La donna, 48 anni, di origine tunisina ma francese di nazionalità, ex seguace di Scientology per otto anni, è stata liberata in Sardegna lo scorso 21 gennaio, in un casolare nei monti di Ortobene, vicino a Nuoro. Quando i poliziotti l’hanno trovata, Martine è apparsa ai loro occhi in condizioni igieniche pietose, semivestita, per letto un materasso pieno di vermi, circondata dai rifiuti. Si è salvata perché, nonostante tutto questo, è riuscita a comunicare con l’esterno lanciando dei fogliettini, il suo grido d’allarme tracciato con l’unico oggetto che le era rimasto fra le mani: il rossetto. A impedirle di uscire dal locale c’erano una donna di 44 anni e due uomini di 18. Tutti francesi e tutti accusati di tentativo di sequestro. Il gruppo era arrivato in Sardegna all’inizio dello scorso dicembre. La motivazione ufficiale era che Martine fosse reduce da un’operazione e che nell’isola fosse sbarcata per approfittare di un riposo completo. “Era l’inferno”, racconta invece adesso la donna ripensando a quei giorni in cui le veniva impedito a forza di uscire.
Ma la situazione adesso sembra complicarsi. Secondo le autorità giudiziarie italiane ad ordinare il sequestro della donna sarebbe stato il fratello Claude, medico di professione oltreché figura di spicco nella Scientology francese. Dopo essere stato anche lui accusato dalla giustizia italiana per il sequestro di Martine è stato rimesso in libertà insieme agli altri 3 francesi ed è già tornato in Francia. La donna ha raccontato alla polizia di essere stata condotta a forza da Claude, prima in Normandia, poi nella regione della Sarthe, infine in Sardegna. Il portavoce della chiesa di Scientology di Francia, Danièle Gounord, intervistato da Le Parisien sulla questione, ha parlato di “dramma familiare” escludendo ogni implicazione di Scientology.
Non si sa ancora, però, se Martine, una volta a casa denuncerà il fratello e Scientology. La donna è ancora sotto choc e provata psicologicamente. Ma una sua potrebbe dare formalmente il via ad un’inchiesta congiunta della magistratura italo-francese sul caso.

Fonte - PANORAMA, di Maria Zuppello Lunedì 3 Marzo 2008 alle 18:45

INCHIESTA (4) - Le sètte in Italia

Il pericolo dei movimenti che promettono la libertà della mente

L’INVENZIONE DELLE PSICOSETTE

di LUCIANO SCALETTARI


Mescolano psicanalisi, religione, scienza e pratiche iniziatiche. E spesso si mascherano da scuole di formazione o addirittura da corsi per manager.

Le sètte "di tendenza", ossia quelle che negli ultimi anni hanno ottenuto le maggiori adesioni, sono certamente quelle legate al variegato mondo della New Age (Nuova Era). L’antropologa Cecilia Gatto Trocchi, nel suo recente libro Nomadi spirituali (Mondadori), definisce il movimento «in espansione, complesso e articolato», la proposta esistenziale di un «sincretismo davvero stupefacente tra filosofie orientali, psicologia del profondo, visione magica del mondo, ufologia e religioni primitive». Insomma, un calderone dove bolle di tutto, e in cui ciascuno può trovare gli elementi per confezionarsi un "credo su misura".

A livello statistico, la New Age presenta le più significative percentuali di crescita (si tratta comunque di circa 3.000 aderenti in Italia), seguita dai gruppi satanisti (ma in questo caso i numeri sono ancora più esigui). Le sètte che, invece, allarmano di più il ministero dell’Interno sono quelle per lo sviluppo mentale, o psicosette, non per ragioni di crescita numerica degli aderenti (c’è, ma è contenuta), quanto piuttosto per la potenziale pericolosità sociale.

Secondo il rapporto «queste sètte sono ritenute le più pericolose e capaci di operare una "destrutturazione mentale" negli adepti, conducendoli spesso alla follia e alla rovina economica; per cui sono spesso definite anche "culti distruttivi"».

Il censimento del rapporto cita una serie di gruppi: oltre alla nota Scientology, ci sono Life discover principles, Silva mind control, Fellowship of friends, Il Centro (Evo Cris), Centro italiano di psicologia e di ipnosi applicata, Valter bredeon seminars, Centro sipcasdia, Cultural and spiritual association (Casa), Associazione di ontopsicologia, Harmony body mind, Ergoniani.

Le psicosètte «rappresentano una novità tutta occidentale», prosegue il rapporto, presentando una mescolanza di intuizioni psicanalitiche, precetti morali, metodi pseudoscientifici, pratiche iniziatiche e liturgiche «che prescindono, nella maggior parte dei casi, dalla credenza in un Essere supremo e da speculazioni escatologiche». Ciò che accomuna queste sètte è la pretesa di sviluppare appieno le potenzialità mentali e psicologiche dell’uomo attraverso la liberazione di condizionamenti mentali, malattie e infelicità.

Il guaio è che spesso si mascherano sotto forma di centri psicoterapeutici, istituti di ricerca e scuole di formazione, o addirittura corsi per manager o per lo sviluppo della memoria. Il rapporto del Viminale osserva che spesso «è richiesta la frequentazione di appositi "corsi" a pagamento (piuttosto onerosi) o addirittura la devoluzione di tutti i propri beni al gruppo e un impegno a tempo pieno nelle attività dell’organizzazione».

Il documento si sofferma particolarmente su Scientology: «La caratteristica del movimento che desta maggiore preoccupazione è la sua ambizione a creare una "democrazia scientologica" su base planetaria, il cui presupposto necessario è la "purificazione" di tutti gli individui; ove tale obiettivo fosse realizzato almeno all’80 per cento, non ci sarebbe più bisogno di elezioni e dibattiti politici. A chiunque si opponesse sarebbe negato lo status di cittadino». La ricerca sottolinea le gravi ripercussioni familiari nei soggetti che entrano nel movimento (che conta in Italia 7.000 aderenti): la terapia tenta di «ridurli in uno stato di totale soggezione», attuando «sistemi di condizionamento mentale». Infine, le "confessioni" degli adepti sulla propria vita privata, di solito rilasciate durante le sedute di terapia, «successivamente potranno essere adoperate contro di loro come strumenti di ricatto».

Luciano Scalettari


E la personalità va in fumo

Brain-washing, lavaggio del cervello. La felice metafora fu coniata agli inizi degli anni Cinquanta dal giornalista Edward Hunter Jr. per indicare i sistemi di condizionamento mentale utilizzati in Cina e in Corea nei campi di rieducazione. Il fenomeno dei dissidenti che dopo il trattamento di persuasione abbracciavano senza riserve il "credo" comunista è stato a lungo studiato, e se ne conoscono i meccanismi.

Oggi, l’espressione lavaggio del cervello viene accostata anche alle tecniche fascinatorie di alcune sètte. «Su questo tema il dibattito è acceso», dice lo psichiatra Mario Di Fiorino, che sta per pubblicare un libro nel quale analizza proprio il fenomeno del brain-washing (L’illusione comunitaria, edito da Moretti e Vitali). «Ma senza dubbio vengono messe in atto alcune pratiche per rendere più suggestionabili i neofiti». Il professor Di Fiorino le indica: la limitazione dei contatti con la famiglia, il ritiro dei nuovi adepti in luoghi isolati, la drastica riduzione degli spazi di privacy e l’iperattivismo che sottopone il soggetto a condizioni di stress. Infine i cambiamenti dietetici e alimentari, e la privazione del sonno.

«Quando entra in una setta», spiega lo psichiatra, «il neofita subisce una sorta di spoliazione: viene coperto di attenzioni e reso più ricettivo dal brusco cambiamento di abitudini e dalla stanchezza. Poi, nella seconda fase, viene sollecitato ad adottare le nuove idee, le pratiche e i comportamenti approvati dal culto». La terza fase è l’integrazione: il soggetto acquisisce una nuova personalità, sostenuto da una diversa visione del mondo, diverso linguaggio, ruolo, attività, relazioni sociali. «Potremmo usare l’immagine del "gorgo", del vortice di corrente che trascina», dice Di Fiorino. «All’inizio la scelta di immergersi nel torrente è libera e consapevole, ma poi si può entrare in un vortice e procedere trainati».

Lo psicologo Maurizio Antonello punta il dito sulle psicosètte: «Questi gruppi», dice, «utilizzano in modo selvaggio tecniche psicoterapeutiche. Credo che gli psicologi non debbano più tollerarlo: oggi, la legge consente di perseguire questi abusi della professione». Come difendersi dai culti distruttivi? «Le difese individuali sono scarse», risponde, «anche perché spesso le persone si avvicinano alle sètte quando sono più vulnerabili. Lo Stato deve difenderle, quando scopre violazioni di legge. Vi sono sètte che mantengono archivi segreti, "processano" i propri seguaci indisciplinati, professano una dottrina che non riconosce lo Stato italiano. Ma intanto trattano per ottenere l’8 per mille, come i Testimoni di Geova.

l.sc.

Fonte - Famiglia Cristiana, Anno LXVIII - N. 23 - 14 giugno 1998