lunedì 25 giugno 2007

Italia, boom delle sette sataniche:sono ottomila per 600mila adepti




Italia, boom delle sette sataniche:sono ottomila per 600mila adepti


La polizia: «Indagini complesse,manca la normativa adeguata»

ROMA
In Italia le sette sataniche sono circa ottomila, con oltre 600mila adepti, «cui si aggiungono migliaia di nuovi culti e forme di religiosità legate a figure carismatiche». È Poliziamoderna, il periodico ufficiale della Polizia di Stato, a fare il punto sul fenomeno. «Le occasioni per aderire sono tante: Internet, negozi di musica gotica, raduni camuffati da feste, ma è difficilissimo uscirne. Un universo sotterraneo che di tanto in tanto affiora attraverso tragici casi di cronaca nera, come i delitti delle Bestie di Satana, l’omicidio della suora di Chiavenna (Sondrio) e l’assassinio di Manfredonia (Foggia), compiuto da due ragazze che sostenevano di essere possedute dal demonio».

Molto spesso «le fattispecie accertate nelle indagini sono violenza privata, istigazione al suicidio, furto, vilipendio di tombe e sequestri di persona», spiega Antonio Salvatore Tonti, da sette mesi alla guida di una task force di investigatori anti-sette, che fa capo al Servizio centrale operativo della Direzione anticrimine centrale. «Quando parliamo di setta, bisogna pensare all’accezione negativa del termine -spiega il primo dirigente della Polizia di Stato- e cioè ad un’associazione che agisce ai limiti dell’ordinamento legale e che opera in modo strisciante ed occulto».

Le indagini sono complesse «poichè non esiste una normativa adeguata a questa realtà. Basti pensare -rileva Poliziamoderna- al reato di plagio che è stato attenuato. A complicare ulteriormente il lavoro dei poliziotti concorre spesso anche la reticenza e la scarsa collaborazione delle vittime». Talvolta sono gli stessi familiari a segnalare gli episodi criminosi. «Usare una metodologia investigativa più incisiva diventa a volte difficile poichè nelle attività dei presunti ’santonì, a meno che non si riesca a dimostrare il reato di associazione a delinquere, si configurano spesso ipotesi di reato come la violenza psicologica», continua Tonti.

Dimostrare il condizionamento mentale operato all’interno delle sette nei confronti di soggetti fragili richiede un lavoro accurato da parte di psicologi ed esperti. Per questo a coadiuvare il pool anti-sette ci sono anche i tecnici dell’Unità di analisi crimini violenti (Uacv) della polizia scientifica. «I nostri referenti sono le squadre mobili di tutte le questure d’Italia -spiega il capo della task force anti-sette della Polizia- e sul territorio abbiamo dei particolari sensori, come l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che, grazie al numero verde 800.228.86, ci segnalano situazioni connesse alle varie manifestazioni dell’occultismo, anche se, spesso, molti episodi non hanno valenza penale».

(La Stampa,24 giugno 2007)

giovedì 21 giugno 2007

Rapporto sicurezza: un milione150mila le italiane vittime di violenze nel 2006

ROMA (20 giugno) - Crescono le denunce per violenza sessuale e la maggioranza delle aggressioni avviene tra le mura domestiche, così come aumentano le rapine e i sequestri di cocaina. Un italiano su quattro ormai ha paura. Sono in calo gli omicidi e di questi uno su tre è commesso da stranieri. Sul fronte immigrazione ben 22mila sono stati i clandestini espulsi nell'ultimo anno. E la mafia risulta sempre più infiltrata nel tessuto economico-finanziario. Questo il quadro generale che emerge dal rapporto sulla criminalità in Italia nel 2006.

Donne- Sono 6.743.00 le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita:3.961.00 vittime di violenze fisiche, 5 milioni hanno subito violenze sessuali di queste 482.000 donne sono state vittime di stupro e 703.000 di tentato stupro nel corso della loro vita. Negli ultimi 12 mesi sono 1.150.000 le donne che hanno subito violenza, pari al 5,4% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Il rapporto del Viminale sottolinea che «le violenze fisiche sono state commesse dal partner nel 62,4% dei casi, le violenze sessuali nel 68,3% e gli stupri a 69,7% dei casi. I partner sono dunque responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica e delle forme più gravi di violenza sessuale». Tra le violenze sessuali sono le molestie fisiche a rappresentare la forma decisamente più frequente (79,5%) seguite dai rapporti sessuali non desiderati (19%), dai tentati stupri (14%), dagli stupri (9,6%) e dai rapporti sessuali vissuti dalla donna come degradanti ed umilianti(6,1%).

Rapine- In costante crescita da oltre 30 anni con un tasso di incidenza nel 2006 sulla popolazione 18 volte superiore a quello del 1970. Le rapine nelle abitazioni non superano il 3% del totale, la maggiore crescita si è registrata al centro nord. Nel sud infatti, il picco del 1991 (113 rapine ogni 100mila abitanti) è stato superato solo nel 2004 e nel 2006 (124). Al centro nord invece si è passati dal picco di 44 nel 1991 al 65 del 2006. Discorso a parte merita la Campania che è la regione a maggiore frequenza di rapine: nel 2006 il tasso è di 296 ogni 100mila abitanti. Le città maggiormente colpite sono Milano e Catania, seguite da Torino, Bologna, Napoli e Palermo. Un tasso più elevato rispetto ai grandi centri urbani si registra in provincia: Trapani (9,9 rapine ogni 100mila abitanti), Asti (8,2), Caserta (8), Reggio Calabria (7,1), Prato (7) e Vibo Valentia(6,4).

Droga- La cocaina rappresenta l'8,37% del totale della sostanza stupefacente sequestrata nel 2006 e la cifra record di cocaina sequestrata risale al 2005 con 4.625 chili. Rimane costante il numero delle persone denunciate per violazione della legge sugli stupefacenti che si è attestato sulle trentamila unità l'anno. Sono, invece 3 mila, in media, l'anno le persone denunciate per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Il rapporto sottolinea, infine, come è cresciuta, negli anni, la percentuale degli stranieri denunciati per reati legati alla droga: mentre tra il 1987 e il 1996 erano il 17,3% rispetto all'82,7% degli italiani, tra il 1997 e il 2006 gli stranieri rappresentano il 29,2% dei denunciati e gli italiani il 70,8%.

Omicidi- Diminuiscono i delitti, nel 2006 sono stati 621, poco più del minimo storico di 601 toccato nel 2005. Un dato che conferma il trend di netta diminuzione per questo reato, che ha raggiunto il picco nel 1991, con ben 1.901 omicidi, per poi scendere negli anni successivi. In sostanza, nel 2005 e 2006 si è registrato un tasso di omicidi di poco superiore a 1 ogni 100.000 abitanti. Per trovare un tasso più basso bisogna risalire ai primi anni '70. Sono i livelli più bassi degli ultimi 30 anni. C'è da vedere però che su tre persone denunciate una è straniera e quasi sempre irregolare.

Stranieri- Per ridurre il numero degli immigrati clandestini non servono a nulla le sanatorie. Il giudizio è contenuto nel capitolo dedicato all'immigrazione del rapporto sulla criminalità in Italia 2006 del Viminale in cui si sottolinea che i primi tre paesi da cui provengono gli irregolari, dal '98 ad oggi, sono l'Albania, il Marocco e la Romania. Sono oltre 22mila (22.770) gli immigrati irregolari espulsi dall'Italia l'anno passato, esclusi quelli respinti alle frontiere e dai questori: un numero che è tornato ai livelli del 1998, anno d'esordio della Turco-Napolitano.

Terrorismo- Sono venti i provvedimenti di espulsione che il Viminale ha adottato nel 2006 nei confronti di altrettanti stranieri ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale. Di questi 20, 8 sono algerini, 8 tunisini, 2 marocchini, un egiziano e un siriano. 14 erano state nel 2005 le espulsioni 'miratè (6 marocchini, 5 tunisini, 2 algerini, 1 egiziano), 8 nel 2003 (6 marocchini, 1 senegalese, 1 algerino) e nel 2002 una soltanto (un algerino).

Mafia- La criminalità organizzata continua a mantenere «un'elevata capacità di infiltrazione nel tessuto economico-finanziario» grazie anche alla presenza di affiliati «dotati di un adeguato profilo culturale (operatori economici e finanziari)». A sottolinearlo è il rapporto sicurezza che evidenzia tra le associazioni mafiose «modelli in persistente evoluzione» che oltre a persistere nell'azione di controllo del territorio di origine, «condizionano segmenti dell'economia imprenditoriale nazionale con ingerenze negli appalti pubblici». Il Viminale lancia l'allarme anche sull'alleanza tra la criminalità organizzata italiana e quella di matrice straniera per la gestione del traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, tratta degli esseri umani e sfruttamento della prostituzione.

Brigatisti- Nonostante il gruppo delle Br responsabile degli omicidi di Massimo D'Antona e Marco Biagi «sia stato pressochè disarticolato», gli investigatori tengono «alta l'attenzione» verso altre formazioni che «vedono nella lotta armata l' 'approdò della propria strategia politica o nel ricorso alla violenza uno strumento per "fare politica"». Un'attenzione che ha portato agli arresti nel febbraio di quest'anno ad alcuni presunti terroristi aderenti alla cosiddetta 'seconda posizionè delle Br.

A fronte di questi dati il ministro dell'Interno Giuliano Amato ha riservato una particolare attenzione alla violenza sulle donne: «Sono rimasto sconvolto dal capitolo sulla violenza sulle donne: è impressionante, non c'è solo la violenza sessuale ma tanti reati mai commessi verso i maschi e che implicano l'uso non appropriato delle mani: il 62 per cento dei reati commessi sulla donna sono commessi dal partner».

Un altro tema su cui si è soffermato Amato è quello dell'immigrazione: «abbiamo assoluto bisogno di non fare un uso emotivo di dati che portino a ritenere "immigrato uguale a criminale". È un esercizio immorale e incivile. Dato un 5 per cento di popolazione di immigrati regolari in Italia il tasso di criminalità coincide sul percentuale della popolazione italiana. La criminalità si concentra nel mondo dell'irregolarità». «Nelle rapine in abitazione - ha aggiunto Amato - c'è una maggioranza di presenze non italiana, le rapine sulla pubblica via trovano il 45 percento di non italiani e che il furto con destrezza sono in gran parte di non italiani. Le nazionalità sono di gran lunga la rumena, la marocchina, l'albanese».

Ed è inevitabile il riferimento al bisogno di maggiore sicurezza che gli italiani chiedono nelle città e riguardo a questo il ministro ha sottolineato: «Stiamo ormai definendo i patti per la sicurezza per le città metropolitane abbiamo messo in strada in queste città oltre 1800 uomini in più, attraverso riorganizzazioni. Le nostre tasche sono ormai quasi vuote, abbiamo ancora qualche moneta. È da due giorni che con questo rapporto stiamo lavorando con Prodi che ci ha detto del suo personale interesse di fare misure ulteriori ai patti per le città».

(Il Messaggero)

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Il rapporto, di ben 450 pagine, può essere scaricato al seguente link
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martedì 19 giugno 2007

Uno strano caso: una persona senza impronte digitali

Dal sito http://www.fingerprints.tk/& http://www.crimine.net/

Hans van den NIEUWENDIJK, bravissimo dattiloscopista olandese, ha studiato alcuni casi insoliti, che vi propongo.
Vi ricordo che se volete sapere di tutto di più sulle impronte digitali, il mio MANUALE ne parla in dettaglio.

Una persona senza creste papillari. Esiste una famiglia negli USA in cui un uomo, sua figlia e il figlio di lei sono nati senza impronte digitali, caratteristica anche di altri membri della stessa famiglia. Hans ha trovato una persona con la stessa peculiarità e ne ha studiato la dattiloscopia. Ecco alcune foto:

destra
quattro dita della mano destra

medio sinistro
il dito medio sinistro

dettaglio
lo stesso in dettaglio

indice destro
l’indice destro, l’unico con alcune creste, non utilizzabili però per l’identificazione

medio destro
il medio destro, anche questo senza creste

lunedì 18 giugno 2007

Jehovah’s Witnesses Lose Court Battle to Suppress Freedom of Speech


ICSA E-Newsletter, Vol. 6, No. 2, 2007



Opinion Column

William Bowen

In a Denmark court ruling, December 2006, Jehovah’s Witnesses lost a key decision to suppress freedom of the press. They were ordered to pay legal fees of 50,000 kroner to one of the largest newspapers in Denmark, Ekstra Bladet [1] . Ekstra Bladet had published a series of articles on the epidemic of child abuse within the Jehovah’s Witness organization. Since May of 2002, media worldwide have circulated reports of child-abuse problems. Stories include those from The New York Times, Dateline, and eight different countries offering testimony from sexually abused kids within the religion.

In the autumn of 2004, the Denmark newspaper ran a series of articles that blasted the religion for polices of covering up abuse allegations. The Jehovah’s Witnesses local Branch Office Committee in Denmark filed a 350,000-kroner slander lawsuit against Ekstra Bladet and the editor of the newspaper. The religion went further and attacked victims of abuse who had been interviewed for the newspaper articles. Victims were told they would be sued into poverty if they did not retract the stories of being raped as children, which they had given to the newspaper. Because of intimidation, one girl withdrew her story, and other victims went into hiding.

Jehovah’s Witnesses have long touted their record as an organization that is a defender of “freedom of speech.” They currently claim on their Website that they have won more than 50 lawsuits that supposedly establish the freedom of people to speak as they wish or to practice their faith. A film/propaganda piece is circulating around the United States of America called Knocking that will soon air on PBS; the piece touts how Jehovah’s Witnesses protect freedom. Yet another side the public are not informed of is the inverted use of these legal victories to punish and humiliate people the Jehovah’s Witnesses do not like.

“Disfellowshipping,” a word created by Jehovah’s Witnesses, is used as a weapon within the religion to destroy families and silence members through intimidation to obey whatever they are told to do. If members are disfellowshipped, all family and church members view them as dead and will not acknowledge their existence; even if a disfellowshipped son walks into the same room with his mother, she will not speak to him. The shunning is indefinite until the deposed members renounce anything the church tells them to and submit totally to church leadership. For example, victims of child abuse have been disfellowshipped for attempting to expose the member who molested them. The victims’ freedom of speech was indirectly taken away because no church member was allowed to talk to them; and in some instances, their families put them out on the street at the direction of church leaders. The right of the Jehovah’s Witnesses religion to diminish such freedom of speech of certain members has in large part been won by the sect’s successful Supreme Court litigations [2].

How could a documentary film on Jehovah’s Witnesses miss this common practice in the religion? Jehovah’s Witnesses are well known on their Website for press releases that tout their legal victories in the international courts [3]. Sadly, however, there is no reference to the Denmark decision anywhere on this Website. In recent California court decisions, Jehovah’s Witnesses have also lost key court rulings on civil child-abuse litigation against the church; but again, this information has been omitted from the Jehovah’s Witnesses Website [4].

When the Jehovah’s Witnesses lose their court battles to suppress freedom of speech, they appear to be silent. Could one of the reasons be that they misuse donated funds to hurt people? When a Jehovah’s Witness calls at your home, he has been taught to memorize this commentary at the end of offering you some free literature: “Our literature is offered without charge, but we would gladly accept a small donation for the Worldwide Work of Jehovah’s Witnesses.”

When the public reach into their pockets and make donations to this group, they are funding many different things. Although part of the money goes to make more magazines and books, a significant amount goes to fund litigation. In the past five years, more than 70 lawsuits that involved the mistreatment of abused kids were filed against the Jehovah’s Witnesses. When you donate to the “Worldwide Work,” you may be funding the defense of child molesters. In the Denmark litigation, 50,000 kroner of “Worldwide Work” donations will be spent to pay legal fees, the goal of which was to suppress newspaper exposés of the organization’s child-abuse policy. Would anyone who understands what is actually happening wish to donate their money to assist people who may be pedophiles and suppress freedom of speech—even if just a few cents of each dollar they donated were involved?

At silentlambs, we call for the immediate cessation of funding for such defense litigation and attempts to suppress freedom of speech. We hope this “slap on the ear” is a wake-up call to the Jehovah’s Witnesses and anyone else who wishes to silence victims of abuse and to misuse “good faith” donations to hurt the innocent. The next time Jehovah’s Witnesses happily approach you to offer their magazines, accept their offering if you are inclined, and then inform them that you prefer not to donate to their “Worldwide Work” until they stop hurting victims of abuse.

So while Knocking, a Jehovah’s Witnesses-endorsed documentary, airs on PBS and provides accolades for court victories that make the group champions for freedom of speech, the facts show that lawyers funded by a multi-billion-dollar corporation are making a mockery of the U.S. Constitution. They use the Supreme Court as a knife to cut out the tongues of people who are victimized by this religion. Professor Marci Hamilton’s online article at FindLaw notes the irony of the Denmark case:

It is extraordinarily ironic, then, that the Jehovah’s Witnesses have recently, in Denmark, taken the position that speech, including speech by the press, should be punished and suppressed. It appears that when the topic is alleged clergy abuse within the organization, its position on freedom of speech makes a 180-degree turn. Apparently, the Jehovah’s Witnesses support free speech for themselves, but not for their critics. [5]

Che cosa è la psicodiagnosi e cosa significa fare una diagnosi psicologica?


Da Dia-gnosis ovvero "conoscenza ottenuta attraverso" (segni); oppure da diagignoskein "distinguere" (dia, "attraverso", e gignoskein, "arrivare a conoscere").

Quindi, volendo trarre una definizione più precisa, potremmo definire la diagnosi "l’organizzazione critica di dati osservati ed evocati allo scopo di prendere una decisione".

Dunque, all’interno di tale processo conoscitivo:

- raccogliamo dei dati attraverso l’osservazione (ad esempio, il modo di atteggiarsi durante l’incontro del paziente, il suo modo di vestirsi, di atteggiarsi etc.) e/o attraverso l’evocazione degli stessi (in particolare, con le domande dell’intervistatore rivolte al paziente o con i test e/o questionari che vengono utilizzati dal clinico);
- organizziamo questi dati in modo critico. Ciò si riferisce al modo con cui scartiamo o prendiamo in considerazione i dati che ci vengono forniti dal paziente e li organizziamo affinché acquistino un senso;
- prendiamo una decisione.

Perché in modo critico? Cosa si intende con questa parola?

L’esame psicodiagnostico non è una passiva raccolta di informazioni, ma un processo attivo, sostanzialmente simile ad un processo di problem-solving e decision making: un complesso processo di raccolta e di elaborazione di informazioni relative al soggetto in questione.
Ciò significa che nessuna delle domande che l’intervistatore pone è avulsa da una logica di tipo ipotetico-deduttiva: infatti, egli durante tutto il processo usa in modo intelligente i dati in suo possesso, ponendoli all’interno di una cornice ipotetica, affinché essi acquistino un significato.

A quanto detto segue direttamente il terzo punto. L’obiettivo ultimo del processo diagnostico è proprio quello di prendere una decisione in merito ai dati che sono stati raccolti e alle ipotesi che sono state fatte.


La psicodiagnosi, o diagnosi clinica- psicologica va oltre al quadro sintomatico che il soggetto presenta ed indaga alla ricerca delle valutazioni più complessive della persona.
La psicodiagnosi può essere effettuata attraverso test e reattivi.
Come illustro nel mio ultimo libro "I segni della Violenza" i test possono essere considerati di due tipi:

Test invasivi e test non invasivi.


I test invasivi sono quelli che sottopongono il paziente ad una sorta di "domanda-risposta" e sono denominati propriamente test, gli altri, quelli non invasivi sono per lo più i test proiettivi che consentono al soggetto a cui vengono sottoposti di rispondere o descrivere a seconda del proprio vissuto.

TEST INVASIVI

- Questionari di personalità , come MMPI-2 e MMPI-A; 16 PF-5; EPI; ESPQ. Alcuni test ovviamente sono rivisitati specificatamente per i bambini.
- Scale cliniche e psichiatriche, come il CDI


TEST NON INVASIVI

- Tecniche proiettive come: TAT, CAT, Rorschach, Favole della Düss, Blacky Pictures, Lüscher test.

- I test grafici come: il test del Disegno della Figura Umana, il reattivo dell’albero di Koch, , il disegno della famiglia, il test di Wartegg, Test della Persona sotto la Pioggia di Fay e il test House - Tree – Person di Buck. Questo settore può essere denominato quindi Psicodiagnosi grafica.


La psicodiagnosi include così un'attenta valutazione delle correlazioni valide fra cause esogene (cioè gli eventi e le esperienze collocate nel tempo passato dell'individuo durante gli anni evolutivi dalla nascita alla fine dell'adolescenza), cause endogene ( cioè i determinanti genetici/biologici ) e strutture e funzioni mentali presenti, con un'attenta considerazione degli aspetti biotipici, genetici ed ereditari.

Come si può vedere, dunque, la psicodiagnosi va molto oltre la diagnosi clinica sintomatica, centrata su una valutazione nosologica, che si basa su un inquadramento del "caso" e della presunta "malattia" per mezzo di una etichettatura sintomatica. In psichiatria, dove la metodologia diagnostica è fondamentalmente nosografica, ci si riferisce a questo scopo a manuali e sussidi come il DSM.

La psicodiagnosi certamente include la diagnosi sintomatica, ma la conclude con le valutazioni molto più complesse, di pertinenza psicologica, che trascendono il "caso" e la "malattia" e abbracciano la persona nella sua unicità e individualità e nella sua storia di vita.
Particolare rilevanza assume poi il TAPPS: TEST DI ANALISI SULLE PSICOPATOLOGIE SOCIALI ATTRAVERSO LA SCRITTURA (vedasi maggiori informazioni nel paragrafo "test accreditati") in TAPPS è satto validado e confrontato con il DSMIV da parte di psichiatri e psicologi.
Il risulatato di questa validazione è riporatta nel libro edito dalla Giuffrè a firma di Bidoli, Mastronardi e Calderalo.




IMPORTANTE!!

L'attività di Diagnosi è al solo uso dello Psicologo e del Medico, nel rispetto di quanto cita l'articolo 1 della Legge del 18 febbraio 1989, n. 56, che recita:
La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.


Fonte: Psicodiagnosi.com

Autore: Autori Vari

giovedì 14 giugno 2007

Nuovo libro - "Simulare la malattia mentale"

"Simulare la malattia mentale"





di Ferracuti S.,Parisi L.,Coppotelli A.
Editore: 2007 Centro Scientifico


Come si riesce a identificare un simulatore?
Come distinguere un disturbo fittizio da uno reale?
Il testo, approfondito e ricco di perizie e casistiche
cliniche, fornisce parametri di identificazione
delle sindromi e dei disturbi psichiatrici
in cui è più facile si sviluppino situazioni
di simulazione, amplificazione funzionale,
esagerazione o altre condizioni psichiatriche simili.
Un volume fondamentale per tutti gli studenti
e gli operatori in ambito psichiatrico-forense

Così una setta riesce a plagiare: guida alle principali tecniche di "seduzione"




Come una setta riesce a plagiare un individuo, quali tecniche usa per fare proselitismo, quali sono gli effetti sulla psicologia di un individuo: quella che segue è una breve guida alle tecniche di "seduzione" usate da culti e sette, redatta dal "Cult Awareness Network", un'organizzazione non profit statunitense il cui scopo è proprio quello di far conoscere i rischi che si corrono affidandosi senza precauzioni a guru e santoni senza scrupoli.

Chi è vulnerabile?

Tutti. Nessuno può ritenersi "immune". Anzi, spesso proprio quelli che si ritengono molto forti o troppo intelligenti per cascarci sono tra i primi a cadere in trappola.

Quando?

Soprattutto durante i momenti di transizione, di qualunque tipo. Per esempio, nel primo anno in cui si va a vivere da soli dopo aver lasciato la casa dei genitori; quando si cambia o si perde un lavoro; di fronte ad una improvvisa malattia, propria o dei propri cari; durante l'adolescenza o nei primi anni di invecchiamento; in un periodo di profondo cambiamento di stile di vita, o quando si cambia residenza; nei momenti di solitudine, quando si è lontani da amici e parenti.

Dove?

Praticamente dovunque. Ma le situazioni più a rischio sono proprio quelle in cui ci si trova nel tentativo di trovare o ritrovare il proprio equilibrio. Per esempio durante corsi di training autogeno, seminari sullo stress o sulle tecniche di autocontrollo, in organizzazioni religiose non tradizionali. E' proprio in queste occasioni che i "reclutatori" delle sette cercano più attivamente di fare proseliti, trovando spesso terreno fertile.

Da chi?

Molto difficile riconoscere un reclutatore. In genere è una persona che ha la capacità di capire ciò che la persona che ha di fronte desidera sentirsi dire, stuzzicando il suo orgoglio o il suo bisogno d'affetto. E quando ci si accorge che è solo un trucco, spesso è troppo tardi. Attenzione quindi quando vi capita di pensare che l'uomo o la donna con cui state parlando è "la più amichevole che avete mai incontrato" o "è interessato esattamente a tutto ciò che a voi interessa", pensa che voi "siete meravigliosi". Attenzione anche alle persone che pretendono di avere una risposta a ogni domanda.

Le principali tecniche di plagio

1) Il "Love bombing": il "bombardamento d'amore è forse la tecnica più usata, e quella che ha gli effetti più durevoli. Il neofita viene letteralmente circondato d'amore dagli aderenti alla setta, che lo mettono al centro del loro interesse, lo "coccolano", lo riempiono d'attenzione. In una seconda fase due o tre persone si dedicano esclusivamente a lui. Cercano di eliminare ogni suo dubbio, e rafforzano il suo desiderio di appartenenza al gruppo, coinvolgendolo in giochi e canti;
2) Isolamento: la persona viene separata dalla sua famiglia, gli viene reso impossibile con ogni scusa (telefoni guasti, strade interrotte) il contatto con persone esterne. Si crea l'incapacità a verificare le informazioni che vengono fornite, rendendo accessibile un'unica realtà, quella del gruppo;
3) Ripetitività: con la scusa di favorire la meditazione si induce il neofita a ripetere ossessivamente le stesse parole, cantare le stesse strofe o svolgere di continuo un'attività. In questo modo si induce artificialmente uno stato di alta suggestionabilità;
4) Privazione del sonno: tecnica spesso associata alla precedente e viene incoraggiata motivandola come necessaria per non interrompere lo stato di concentrazione raggiunto. In questo modo si indebolisce il fisico, rendendo ancora più vulnerabile l'individuo. Allo stesso scopo si usa una alimentazione inadeguata.

Come aiutare
chi lascia un culto

Ci sono diverse classificazioni degli ex membri, basate sul modo in cui hanno lasciato la setta. Di solito gli ex membri fanno parte di una delle seguenti categorie:
1) quelli che sono usciti grazie ad un intervento esterno;
2) quelli che che se ne sono andati per loro volontà;
3) quelli che sono stati espulsi dal culto.
Le ultime due categorie, i "fuoriusciti" e gli "scacciati", sono in genere quelli che hanno più bisogno d'aiuto per capire il loro processo di riabilitazione. Gli ex membri espulsi sono particolarmente vulnerabili: spesso si sentono inadeguati e colpevoli. La maggior parte dei culti rispondono a qualsiasi critica rigirando le critiche stesse al singolo membro. Tutte le volte che c'è qualcosa di sbagliato, la colpa non è del leader o dell'organizzazione, ma sempre dell'individuo. Così quando qualcuno lascia il culto porta con se un profondo senso di colpa e di vergogna. Anche quelli che se ne vanno per propria volontà risentono di questio problemi: possono anche riuscire a superare i complessi a livello razionale, ma hanno difficoltà a gestirli psicologicamente.
Il modo migliore per favorire il processo di riabilitazione degli ex membri di un culto è quello di imparare che tipo di controllo mentale utilizzava quella specifica setta, e come esso era usato. Capire che ci sono sempre degli effetti residui del controllo della mente, ma che sono solo transitori, aiuta a combattere un diffuso senso d'ansia che attenaglia gli ex membri. I quali si sentono rinascere, quando capiscono che, data la situazione, l'esperienza che stanno vivendo è normale e gli effetti non dureranno in eterno. Inoltre capire e spiegare come funzionavano le tecniche di plagio fa comprendere ai pazienti in che modo e quanto il culto era riuscito a cambiare il loro comportamento e la propria personalità

E' molto importante capire in tempo cosa sta succedendo
Parenti e amici possono aiutare

Non tutti i culti sono "distruttivi", non tutte le sette cercano i plagiare i loro aderenti. Anzi, molti culti sono espressioni di sincere e positive esigenze spirituali. Ma spesso la persona che viene contattata e reclutata non è in grado di vedere la differenza e saper scegliere perché si trova in un momento di debolezza o di vulnerabilità psicologica. Tocca allora a parenti e amici stare attenti, vegliare sul loro caro e cercare di tirarlo fuori dalla rete nella quale è rimasto impigliato. Ecco una breve guida ai "sintomi", per riconoscere gli effetti su una persona di un culto potenzialmente pericoloso:

Come cambia il comportamento:
1) perdita della volontà individuale
2) aumento della dipendenza e ritorno ad un comportamento quasi infantile
3) perdita della spontaneità e del senso dell'umorismo
4) incapacità di instaurare amicizie al di fuori del gruppo
5) peggioramento delle condizioni fisiche
6) deterioramento psicologico (tra le altre cose: allucinazioni, ansia, paranoia, disorientamento)

Caratteristiche principali di un culto "distruttivo"

1) manipolazione del comportamento e del carattere di una persona
2) leadership carismatica (con autoproclamata divinità o conoscenza suprema e richiesta di obbedienza incondizionata). La leadership può essere individuale o basata su un nucleo centrale all'interno della setta.
3) separazione degli adepti dalle famiglie, dagli amici e dalla società in generale.
4) visione del gruppo come una nuova famiglia con la quale stabilire un rapporto esclusivo.
5) forti e sempre crescenti richieste di denaro.
6) richiesta di firmare un testamento che nomini la setta o il suo leader come unico o prevalente erede.
7) richieste di attività e comportamenti sessuali devianti.
Cosa fare
1) registrare tutti i nomi, indirizzi, numeri di telefono delle persone che si sa appartengono alla setta.
2) mantenere una cronologia scritta di tutti i fatti che riguardano l'attività del proprio familiare o amico all'interno della setta.
3) rispondere a tutte le comunicazione del proprio parente con amore, sincerità e senza eccedere nelle critiche dirette e aggressive.
4) raccogliere tutte le possibili informazioni, articoli e pubblicazioni sul gruppo, in modo da conoscerne strategie e composizione.
5) chiedere aiuto ad una delle tante associazioni che riuniscono famiglie nella stessa situazione.
Cosa non fare
1) non spedire soldi al proprio parente. Meglio mandare doni non in denaro, vestiti, biglietti aerei o ferroviari non rimborsabili.
2) non spendere grandi somme per corsi o seminari di riabilitazione se non se conoscono bene finalità e programmi.
3) non dimenticare mai che la personalità del proprio caro non è scomparsa, ma è solo stata momentaneamente sopraffatta.
4) non sentirsi soli. Si tratta di un problema comune a migliaia di perone in tutto il mondo, in tutti gli ambienti religiosi ed economici.

tratto da www.astori.it

Una nuova tecnica per “congelare” nella mente i ricordi della scena del crimine

eye

Tratto da www.sciencedaily.com
Traduzione di Chiara Guarascio

La tecnica in questione, una sorta di “autointerrogatorio” (SAI= Self Adminestered Interview) dei testimoni di crimini, contrasta il naturale declino della memoria grazie all’utilizzo degli ultimi ritrovati della ricerca sulla memoria cognitiva. “Congela” immagini e dettagli della scena del crimine e dei colpevoli nella mente dei testimoni; in particolare i dettagli minori e apparentemente insignificanti, che sono proprio quelli che costituiscono l’aiuto principale per gli inquirenti, rivelandosi fondamentali per la soluzione del caso. Alcuni test su scene del crimine simulate hanno dato ottimi risultati: i testimoni che hanno utilizzato questa tecnica si sono ricordati di informazioni molto importanti dal punto di vista forense più accurate del 42% rispetto ad altri testimoni a cui era stato semplicemente richiesto di “riferire tutto quello che si ricordavano”. I test inoltre hanno dimostrato che i testimoni che hanno utilizzato la SAI sono stati più corretti del 44% nel descrivere i dettagli riguardanti le persone -e quindi i possibili sospettati- coinvolte nell’evento.


interview











In un altro test sono stati fatti trascorrere sette giorni tra il momento in cui i testimoni hanno assistito all’evento e quello in cui è stato chiesto loro di farne un dettagliato resoconto. Metà dei partecipanti si sono sottoposti all’ “autointerrogatorio” subito dopo l’evento, l’altra metà ha solo dovuto fornire generalità e recapito, proprio come succede nella stragrande maggioranza dei casi ai testimoni di incidenti o crimini. I ricercatori hanno sottoposto tutti al test e hanno rilevato una accuratezza nella descrizione degli eventi maggiore del 30 % nei testimoni che avevano fatto la SAI.
Il protocollo della Self Administered Interview è stato ideato dalla Dottoressa. Lorraine Hope dell’Università di Portsmouth e dai suoi collaboratori, la Dottoressa Fiona Gabbert (Università di Abertay) e Professor Ronald Fisher (Florida International University) e portato a termine grazie ai fondi della British Academy.
I ricercatori hanno lavorato insieme alle forze dell’ordine in Inghilterra e Scozia per sviluppare lo strumento “ricordo e resoconto” per registrare le memorie dei testimoni prima possibile sulla scena del crimine.
La Dr.ssa Hope riferisce che la completezza e l’accuratezza dei ricordi dei testimoni oculari diminuisce man mano che aumenta il lasso di tempo tra il momento del fatto criminoso e quello in cui viene chiesto di ricordarlo. Maggiore è questo lasso di tempo, meno accurata e completa sarà la testimonianza.
“Decenni di ricerche sulla psicologia cognitiva hanno dimostrato che un decadimento della memoria, o dimenticanza, si verifica velocemente all’inizio. Quando si è testimoni di un crimine, questa “dimenticanza” inizierà normalmente alcune ore dopo il fatto. Se il lasso di tempo tra il momento in cui si è assistito al fatto e quello in cui viene chiesto di ricordarlo è di alcuni giorni, il decadimento della memoria si stabilizza. Però a quel punto i dettagli più utili e importanti dal punto di vista forense possono essere stati persi per sempre.
La Dr.ssa Hope sostiene che la SAI può giocare un ruolo molto importante per le forze dell’ordine, in quanto apporta evidenti benefici: i testimoni hanno la possibilità di “registrare” i propri ricordi prima di dimenticare ogni informazione potenzialmente fondamentale.
“Le implicazioni forensi di queste scoperte per le attività attuali della polizia sono notevoli. Al momento i testimoni devono solo rispondere brevemente a qualche domanda dopo il fatto, per poi rilasciare una dichiarazione completa nei giorni successivi. Questo breve colloquio iniziale può addirittura avere un effetto dannoso sulla capacità del testimone di ricordarsi in dettaglio il fatto, in un momento successivo. In altre parole viene rinforzato solo il ricordo del breve colloquio iniziale, non quello dei dettagli, che in alcuni casi diventano ancora più difficili da ricordare” dichiara la dottoressa.
“La ricerca ha dimostrato, ad esempio, che ricordarsi di un fatto prima che abbia avuto luogo una sostanziale dimenticanza o perdita di memoria, rinforza il modo in cui l’evento è rappresentato nella mente, rendendo più facile ricordarlo in futuro. Perciò un precoce tentativo di ricordarlo serve a proteggerlo, o “congelarlo” nella memoria difendendolo dal naturale processo di decadimento. Ci sono anche alcune ricerche che dimostrano che il ricordare solo informazioni parziali o brevemente delineate riguardanti un evento criminoso o un incidente, possa in effetti avere un impatto negativo sulla capacità di ricordare più tardi il fatto in modo più dettagliato.”
La Dr.ssa Hope afferma che permettendo di utilizzare le tecniche del colloquio cognitivo e fornendo le istruzioni per ripensare attentamente all’ambiente e di riferire ogni cosa anche se insignificante senza tirare a indovinare, la SAI aiuta il testimone sia nel ricordare che nell’ esporre la maggior parte delle informazioni possibile, prima che vadano perdute.

Ulteriori dettagli.

I partecipanti a questo studio sono stati scelti tra persone di tutte le età ed estrazioni sociali e culturali.
Nel primo test della SAI, ai testimoni è stato fatto vedere un evento simulato, dopo il quale è stato chiesto loro di riferire per scritto tutto ciò che potevano ricordare. I testimoni che erano stati precedentemente sottoposti alla SAI hanno riferito dettagli statisticamente più corretti di quelli riferiti dagli altri testimoni. Una cosa importante è che i testimoni che avevano completato la SAI hanno fornito la stessa quantità di informazioni corrette (e sbagliate) di quelli interrogati subito dopo il fatto seguendo una metodologia cognitiva da un operatore preparato. La SAI si è dimostrata molto efficiente anche nel ricordare i dettagli relativi alle persone presenti durante il fatto.
La SAI si basa sui principi del “colloquio cognitivo”, che ha dimostrato di facilitare i ricordi dei testimoni ed è la tecnica di colloquio più raccomandata. È stato ideato da Fisher e Geiselman, testato con cura sia dai ricercatori che nella pratica della polizia nonché migliorato con diverse modifiche nel corso degli anni. Complessivamente, la ricerca e l’esperienza dimostrano che un approccio cognitivo al colloquio con i testimoni aumenta la qualità, l’accuratezza e la completezza delle informazioni ottenute.
Inoltre l’uso delle tecniche cognitive non incidono sulla credibilità dei testimoni in tribunale.testimone
La SAI comprende il “ripristino del contesto” e il “riferire tutto”, entrambi elementi del protocollo del colloquio cognitivo. I primi stadi di sviluppo della SAI si sono concentrati sulla creazione di una semplice serie di istruzioni scritte e domande che potessero essere facilmente capite dai testimoni. Tutte le istruzioni sono state attentamente testate per assicurarsi che i testimoni capissero esattamente cosa veniva richiesto loro con questa tecnica.
Lo stadio successivo, per i ricercatori, è di continuare a testare questa tecnica in diversi contesti e circostanze. Un altro loro obiettivo è quello di sviluppare una versione della SAI più “tecnologica”. Il formato attuale richiede ai testimoni di compilare delle domande scritte, il che può essere un problema in caso di persone con scarsa alfabetizzazione.
Un altro dilemma è come stabilire lo stato probatorio delle informazioni raccolte con l’utilizzo della SAI. È importante che la realizzazione della SAI massimizzi la credibilità è l’affidabilità dei resoconti dei testimoni raccolti utilizzando questo metodo nei limiti della legalità. Così com’è la SAI può massimizzare il controllo che la polizia ha sul breve colloquio iniziale e consentire acquisizione delle migliori informazioni prima possibile, sulla scena del crimine o subito dopo. I testimoni probabilmente saranno anche più sicuri del loro resoconto se stilato subito dopo l’evento piuttosto che con vari giorni di ritardo.

L’immensa bufala della New Age

new ageSto leggendo praticamente tutti i libri disponibili in Italia sull’argomento, e svolgendo ricerche su internet e “dal vivo”, parlando con persone che sono appartenute o appartengono tutt’ora a sette o movimenti paracultistici. C’è una ragione, per tutto questo, ed è che anch’io ho subito la riprogrammazione della mia identità tramite il controllo del pensiero, anni fa. Erano gli anni ’90, e come tante persone mi sentivo un po’ allo sbando. Una laurea in tasca, la consapevolezza di avere un grosso potenziale, l’incapacità di esprimerlo e tanta voglia di esperienze significative. La New Age mi ha catturata e mi ha travolta nel suo turbine di dottrine, attività, buoni propositi, mantra, dialoghi con gli Spiriti Guida, profumi esotici, abbracci collettivi e danze tribali. Piano piano mi sono convinta che provare rabbia era MALE, che dovevo provare amore incondizionato per tutti, che la Terra stava entrando in una nuova dimensione e che l’Universo risuonava in armonia con l’Uomo, il suo Centro. Il mio pensiero critico si è spento, ho creduto che le medicine contrastassero la guarigione, che la carne avesse energie negative e che con un mantra avrei potuto cambiare il mio Karma.

E la cosa più assurda è che nemmeno facevo parte di una setta! Ho seguito una miriade di costosi corsi e seminari, meditato in gruppo per ore seduta per terra in posizioni da blocco della circolazione (ma non mi lamentavo perché non volevo sembrare poco spirituale); creduto alle parole di alcuni personaggi dal dubbio background; MESSO IN PRATICA ciò che dicevano; sputato su tutto ciò che ero stata, avevo fatto e avevo creduto fino a quel momento; biasimato la mia famiglia; cambiato drasticamente la mia alimentazione, tanto da ricavarne un bel po’ di problemi di salute. Di cui negavo l’evidenza, sostenendo di essere in “crisi di disintossicazione”. Inoltre ho speso una valanga di soldi in libri sullo sviluppo del proprio potenziale e messo in discussione ciò che sapevo sulla medicina “convenzionale”, rischiando di rimanerci secca un paio di volte, perché gli antibiotici, come stava scritto, “ostacolano il processo di autoguarigione dell’organismo”. Ho insegnato ad altre persone una tecnica di guarigione energetica. Ma la serie di assurdità che ho fatto non finisce qui. Continuo? Ho seguito il rito della “capanna del sudore”, guidata da un autoproclamato “sciamano” locale. Mi sono riempita la casa di cristalli e pietre dai poteri “energetici”, di incensi, di cd di musiche lagnose ipnoinducenti. E mi sono fatta due notevoli tatuaggi esoterici, che mi ricorderanno per sempre tutto questo.
Non ho rimorsi, perchè in fin dei conti non ho mai fatto del male a nessuno e soprattutto perchè in quello che facevo ci credevo davvero. Un po’ di rabbia, sì, però, soprattutto nei confronti di me stessa, anche perchè una volta avviata su questa strada ho praticamente fatto tutto da sola, leggendo tutto ciò che era su internet al momento e convincendomi che fosse assolutamente vero. I personaggi dal dubbio background che mi hanno messo sulla strada sono:

    Una “maestra” di una tecnica di guarigione energetica (noterete che non faccio nomi né delle persone né delle specifiche attività) seguace di una setta “spirituale” fondata da un leader carismatico indiano. Una donna insoddisfatta e arrogante che come tutti gli altri adepti della sua setta aveva cambiato il suo vero nome (mai saputo da nessuno di noi) in uno scelto dall’”organizzazione”. Una frase che ci ripeteva come un disco rotto era “non bisogna dare le perle ai porci”. Sottinteso: ma solo a chi può permettersi di pagare i corsi, visto quanto costavano cari. Non mi risulta infatti che abbia mai negato l’”attivazione” a qualcuno che si sia presentato coi contanti. Adesso, dopo aver partecipato alla stesura di un libro in cui diceva (indovinate!!!) che non bisogna dare le perle ai porci, è ovviamente sparita. Nota: il prezzo per essere “inziati” da lei al livello energetico superiore, era di 14 milioni di vecchie lire. 10 anni fa. E conosco chi glieli ha dati.

    Un medico (e sottolineo MEDICO) che ha deciso di ESSERE un leader carismatico lui stesso e di meritarsi una setta tutta sua. Per fortuna tra le sue grinfie ci sono stata solo all’inizio della sua carriera, quando ancora si limitava a guidare meditazioni, esercizi di respirazione forzata e “visualizzazioni”. Ha tentato di ipnotizzarmi, durante una seduta, per farmi rivivere le mie vite passate. Siccome non ci riuscivo e non volevo fare brutta figura, mi inventai di avere “visto qualcosa”. Allora non lo sapevo, ma quella mia refrattarietà mi ha salvata. Non essendo spiritualmente adeguata, infatti, non sono rientrata nel numero dei pochi eletti che sono stati scelti per far parte della sua comune, nella quale si faceva chiamare “Il Potente”. Strano ma vero, erano quasi tutte donne, che il Potente si scopava a scelta. La comune è stata sciolta e il nostro, braccato da alcuni mariti infuriati (voci di corridoio, s’intende) si è dato alla macchia per qualche tempo. Non gli darò l’opportunità di denunciarmi per aver fatto il suo nome, ma costui da un pezzo è tornato e ha ripreso a guidare meditazioni ed esercizi spirituali. Tutto quello che so è che è seguace di un santone che dice di essere in contatto con gli UFO.

    Ci sarebbe anche un terzo individuo che biasimo non poco per il suo comportamento da Maestro Di Vita che però nasconde la sua vera aspirazione (ovvero scoparsi tutto ciò che si muove e ha due cromosomi X) dietro il personaggio che si è creato, supportato da una scuola esoterica. Ma in fin dei conti gli sono grata per avermi insegnato un’arte marziale che ho adorato ma che per ragioni fisiche non sono più in grado di svolgere, per cui gli risparmierò i miei strali anticultistici.

    La lista non è finita. A parte lo “sciamano”, un personaggio con un folto seguito di devoti (che però non crea grossi danni, in quanto soprattutto svolge attività di escursionismo in montagna), sono passata per le grinfie di una tipa che pur non avendo alcun titolo, svolgeva (e lo fa tuttora, a quel che ne so) attività di psicoterapia. Anche lei seguace di un santone indiano ormai defunto, applica alla psicoterapia la ricerca delle reincarnazioni passate, per capire cosa c’è che non va in questa vita. Non so dove ho messo la lista delle mie, ma mi ricordo che mi disse che in passato ero stata un atleta olimpionico nell’antica Grecia, un mercante di pelli nel Medioevo e un ricercatore scientifico non so quando. Poi c’è stata la volta dei profumi e dei colori energetici. Grazie a una meditazione guidata si scelgono tra tante alcune bottigliette contenenti liquidi colorati, che servono a curare l’aura. Ovviamente costano uno stonfo, ma volete mettere? L’aura ne trae un incredibile giovamento! E l’americana guarita dall’AIDS solo per aver detto “Sì?”. Un corso anche con lei, ovviamente. Solo dopo ho letto che spesso nei sieropositivi si ha una momentanea negativizzazione dei titoli anticorpali.

Mi fermo qui. Sono certa che la rabbia nei confronti della mia ingenuità è paragonabile a quella di chi esce da una setta e si domanda come ha fatto a finirci. Vi chiederete come ne sono uscita. Grazie alla consulenza di qualcuno? Nossignore, non mi fido più di nessuno. E’ stato lo studio della criminologia ad aprirmi gli occhi, e in particolare quello dei meccanismi del controllo del pensiero nelle sette. Ho ritrovato TUTTE e dico TUTTE le tecniche a cui sono stata sottoposta durante quegli “innocui” corsi di meditazione. Il “love bombing”, dove tutti ti abbracciano e dicono di volerti un gran bene, la privazione del sonno, il cantilenare mantra, il blocco dei pensieri negativi (ovvero del pensiero critico), il senso di colpa per non essere all’altezza degli elevati standards spirituali richiesti (tutti avevano visioni e IO NO! Tutti si staccavano dal corpo e IO NO! Ecc.), e via così. Mi è rimasta una sola cosa: l’omeopatia. Tutto il resto è finito nel cesso. Dell’omeopatia ho già parlato. E ribadisco: sarà anche acqua fresca, (non è così), però funziona. Chi se ne frega come!
Ora avete capito il perché del mio accanimento? Avete presente l’atteggiamento degli ex-fumatori nei confronti delle sigarette? Mi sento una fuoriuscita, per fortuna non ero in una setta, ma in quel minestrone spirituale che è la New Age. Sapeste quanta gente conosco che ci sta ancora dentro e segue una miriade di corsi…Mi piacerebbe che tutti loro avessero la possibilità di riappropriarsi del proprio spirito critico e vedere la New Age per quello che è: un’immane presa di culo.

Chiara Guarascio

Sette e Culti - Religioni alternative

Tratto da un articolo di Cecilia Gatto Trocchi (in Sua memoria)

Il fenomeno dei nuovi movimenti religiosi in Italia è assai complesso. Ad una prima considerazione generica potrebbe sembrare che il nostro Paese, di tradizione spiccatamente cattolica da un verso (per quanto riguarda la cultura “popolare”) e laico-marxista (per quanto riguarda la cultura cosiddetta di élite, l’intellettualità che “fa opinione”) sia la terra più inospitale per la diffusione di religioni alternative.
Ma in realtà non è così. A partire dagli anni ‘70, dalla crisi cioè delle speranze di palingenesi “politica” si sono impercettibilmente diffuse in Italia un numero rilevante di nuove sette religiose, spesso di derivazione “orientale”.
Il legame con l’esoterismo è in taluni casi assai labile come, per esempio, nei riguardi dei Testimoni di Geova i quali sono solo partecipi di una rivelazione alternativa. In altri casi le nuove religioni fanno riferimento ad un credo variamente tinto di esoterismo e mettono in atto pratiche di tipo magico-teurgico.


Il numero delle persone coinvolte nelle nuove sette è in un certo senso esiguo: si può arrivare ad un massimo di 2.000-2.500 membri attivi, mentre i simpatizzanti che hanno un rapporto occasionale con le sette stesse non superano le 10.000-15.000 persone. Appare piuttosto sorprendente il numero delle religioni presenti oggi in Italia indipendentemente dalla quantità numerica degli adepti. Le ragioni di tale proliferazione sono complesse e diversificate. Il periodo di diffusione dei nuovi gruppi religiosi ha coinciso con la fine del ciclo di contestazione degli anni 1968-1972. I diffusori dei nuovi credi stigmatizzano costantemente il crollo dei valori e la crisi socio-culturale dell’Occidente. Ogni gruppo si richiama ai nodi problematici specifici della modernità: la segmentazione societaria, la differenziazione simbolica, la crisi dell’identità nazionale o religiosa, la frantumazione degli universi simbolici.
La presenza di una relazione ambigua ma reale tra i nuovi culti e la modernità si evidenzia dal fatto che tali culti sono più diffusi nel settentrione d’Italia e in aree urbane.
Per quanto riguarda gli “Arancioni”, i Moones e i Buddisti di Nichiren possiamo affermare che il 30% degli adepti sono lombardi e piemontesi e che il 45% risiede al Nord. Ma approfondendo l’analisi dei soggetti si è verificato che è la Sicilia la regione italiana che ha dato i natali al maggior numero di adepti ed è Caltanissetta la città che ne ospita proporzionalmente il numero più consistente.
Se si considera la famiglia d’origine, il 45% dei seguaci dei nuovi culti proviene da aree del meridione.
La presenza quindi delle religioni alternative va riferita alle vaste trasformazioni in atto determinate dalla mobilità sociale, inter-generazionale e inter-categoriale, urbanizzazione, dalle migrazioni Nord-Sud.

Sette religiose emergenti

culti

I FERVENTI DI DIO circa 3.000 adepti
HARE KRISHNA circa 1.000 adepti
SAI BABA circa 5.000 adepti
SETTA DI RAJNEESH (OSHO) (Arancioni) circa 2.000 adepti
BUDDISMO DI NICHIREN circa 7.000 adepti e numerosi simpatizzanti
CHIESA DELL’UNIFICAZIONE circa 2.000 adepti
MANAV KENDA (centro dell’uomo) circa 200 adepti
MAHIKARI circa 200 adepti
MISSIONE DELLA LUCE DIVINA circa 500 adepti
LAMA TZONG KHAPA circa 300 adepti
CENTRO BHOLE BABA circa 500 adepti
MEDITAZIONE TRASCENDENTALE circa 3.000 adepti
ANANDA MARGA circa 1.000 adepti

    Sette di ispirazione “Cristiana”

TESTIMONI DI GEOVA

geova

circa 130.000 adepti.

Chiesa biblico-cristiana, apocalittica e anti-trinitaria, fondata del 1878 dal commerciante nord-americano Charles T. Russel. Costui leggendo la Bibbia si convinse che la fine del mondo fosse cominciata nel 1874 e che l’umanità non avrebbe visto l’alba del 2000. Caratterizzata da un’interpretazione letterale delle Sacre Scritture (in particolare l’Apocalisse di Giovanni), tale dottrina rifiuta l’immortalità dell’anima e la divinità del Cristo e prevede il paradiso celeste solo per 144.000 eletti a cui seguirà la riacquisizione del paradiso terrestre per i buoni e l’annientamento totale per le forze del male e per i nemici della legge biblica.
La setta ha ormai affiliati in tutto il mondo: in Italia ve ne sono più di 120.000. Non hanno clero né gerarchie, né chiese.
Le Sale del Regno sono semplici aule di riunione dove gli anziani commentano le Sacre Scritture con l’aiuto di opuscoli distribuiti alla gente. Nel linguaggio degli anziani c’è un pizzico di militarismo. Gesù, il Cavaliere del regno, combatte per Geova contro Satana. I fedeli sono riuniti nella Torre di Guardia, come soldati in schiera pronti alla difesa e all’attacco.
Eppure i testimoni di Geova sono anti-militaristi e hanno sofferto molte persecuzioni per il loro credo pacifista. I nazisti li uccisero a centinaia e così gli stalinisti e i governi totalitari del Sud-America.
La grande battaglia che deve trovare tutti pronti è uno scontro cosmico e spirituale tra Dio e il Diavolo.
Il luogo dello scontro sarà Armaghedon. Questo nome suggestivo che ricorre in tante preghiere dei testimoni di Geova è tratto dalla Bibbia. Nell’Apocalisse così dice Giovanni: “I demoni si recano dai re di tutto il mondo e li riuniscono per la battaglia del gran giorno… Essi li radunano nel luogo chiamato Armaghedon” (Valle di Giosafat).
E il profeta Faele afferma: “Preparate la guerra!… Fate sorgere i prodi. Poiché il giorno dell’Eterno è vicino!”
Ad Armaghedon vi sarà la guerra di Dio contro i re dell’intera terra abitata che sono emissari di Satana.
Ma quando verrà il grande giorno? Tutti affermano che è vicino.
Nel 1914 erano già scaduti i “sette tempi di Satana” nei quali il diavolo ha avuto l’opportunità di farsi una progenie.
L’intero universo non arriverà all’anno 2000.

Temo ci sia bisogno di un altro aggiornamento…

VITA UNIVERSALE

vita universale
(fondata da Gabriella da Wurzburg), si definisce gruppo cristico. Ha una rivista, “Messaggero del regno della Pace”. Produce cassette di meditazione con l’insegna “meditare in casa”

Dal loro sito www.vita-universale.org: “Vita universale è una comunità che si ricollega alla corrente del cristianesimo originario. La base portante del pensiero, della vita e dell’ azione dei cristiani delle origini in Vita Universale è costituita dai Dieci Comandamenti di Dio e dal Discorso della Montagna di Gesù […]

CHIESA DEL SETTIMO GIORNO

AVVENTISTI

(con sede nazionale a Roma).
Diffusa in varie città e province con 63 chiese. Ha 9 stazioni radio, chiamate radio Voce della Speranza. Pubblica 3 riviste: “Segni dei Tempi”, “Il messaggio avvenirista”, “Vita e salute”. In Italia sono presenti 4.000 adepti.

Dal loro sito www.avventisti.it: “La nostra comunità è sorta negli Stati Uniti verso la metà del secolo scorso e si situa nel solco aperto dal protestantesimo. Crede perciò in Cristo che, solo, può perdonare e salvare.
Promuove molteplici attività, tutte volte alla predicazione della Bibbia, ritenuta l’unica regola di fede, autofinanziamento attraverso le decime e le offerte volontarie dei suoi fedeli.
In Italia opera fin dal 1864 e nel 1986 ha stipulato con il nostro Governo un’Intesa trasformata poi nella legge 22.11.88 n. 516.
Sul territorio nazionale è presente con un centinaio di chiese, una Casa Editrice a Firenze, un Istituto di Cultura Biblica, una Casa di Riposo a Forlì, un Centro di Benessere , un Centro Giovanile a Poppi (Arezzo), una settantina di centri per l’assistenza ai poveri, radio, una grossa installazione radio a onde corte, 1 scuola.”

CHIESA CRISTIANA MILLENARISTA

millenaristi

(con sede a Pescara)

Dal loro statuto (http://host.uniroma3.it/progetti/cedir/cedir/Ist-rel/CCM_sta.pdf):
Indirizzo e scopi
art. 1 - La Chiesa Cristiana Millenarista si propone l’adorazione di Dio in spirito e verità, la
diffusione della Parola di Dio, la predicazione dell’Evangelo del Signor nostro Gesù Cristo,
servendosi della cooperazione individuale e collettiva dei suoi membri, i quali, con una vita
pura ed irreprensibile, devono portare al mondo la testimonianza di Gesù.
art. 2 - Il messaggio della Chiesa Cristiana Millenarista é ispirato al millenarismo biblico e
poggia sui seguenti punti dottrinali:
- universalità del peccato ed universalità della redenzione offerta da Dio mediante Gesù
Cristo;
- elezione della Chiesa, durante l’età del Vangelo, la quale, unita al suo Capo, costituirà la
progenie spirituale di Abrahamo per mezzo della quale Iddio benedirà tutte le famiglie della
terra;
- ritorno di Cristo, instaurazione del regno messianico e restaurazione dì tutte le cose alla
primitiva condizione di perfezione edenica;
- unicità di Dio; subordinazione del Figliuolo al Padre; lo Spirito Santo, manifestazione della
sapienza, potenza, giustizia e amore di Dio.

CHIESA DEL NAZARENO

nazareno
(con sede a Roma)
Dal sito ufficiale http://www.nazarene.org, traduzione di http://eresie.it, © copyright testo: Douglas Swannie.
“Dottrinalmente la Chiesa del Nazareno appartiene al filone wesleyano-arminiano-holiness, intendendo con il primo un’aderenza ai principi di John Wesley, con il secondo l’importanza della Grazia di Dio e del libero arbitrio condizionato, con il terzo il principio della santificazione mediante la fede e per opera dello Spirito Santo.
I Nazareni credono in un Dio trinitario, nella divinità di Gesù Cristo, nel battesimo per immersione o per aspersione, nella Cena del Signore, nella santificazione e nel ritorno di Gesù Cristo.”

CHIESA DEL REGNO DI DIO

regno

(con sede nazionale a Torino e filiali in altre città e province). Pubblica le riviste: “Il Monitore del Regno della Giustizia” e “Il Giornale per tutti”. In Italia sono 6.000 adepti.

Dal settimanale CORRIERE di SALUZZO del 6 dicembre 2002 - pagina Società e Cultura, articolo a cura di Laura ROSSI:

“Finalità – Il movimento ha come programma uno scopo filantropico: la rieducazione dell’umanità affinché si diventi persone altruiste e si realizzi così il destino di vita eterna sulla terra nella pace e nella fratellanza. Per questo motivo l’organismo svolge anche opere di carattere umanitario.
Dottrina – Freytag dichiara di essere il servo fedele e prudente annunciato dal profeta Malachia e nel Vangelo di Matteo, che radunerà l’esercito dei 144.000 in vista della restaurazione prossima del paradiso terrestre in terra. Dio non è il Dio cristiano trinitario: Gesù non è Dio e lo Spirito Santo è solamente un forza vitale. Non esiste aldilà, il Regno della felicità va costruito sulla terra. Si crede però che alla fine dei tempi tutti risorgeremo per un millennio a cui seguirà per i malvagi l’annientamento e per i buoni la felicità terrestre.
Etica – E’ basata sull’altruismo, sulla conversione del cuore, però il messaggio cristiano è molto mutilato non credendo nel Gesù annunciato dai Vangeli.”

CHIESA DI CRISTO

cristo

(con 30 sedi in diverse città e province).
Dal loro sito http://church-of-christ.org/ficoc/netscape.html:

“Che cosa caratterizza la Chiesa di Cristo ? La Chiesa di Cristo non è una “nuova chiesa”;E’ LA SOLA E UNICA CHIESA CHE IL SIGNORE HA VOLUTO E FONDATO .E’ l’ unica alternativa alle divisioni che lacerano il Corpo di Cristo.Solo in essa i CRISTIANI possono ESSERE TUTTI UNO,come Gesu’ stesso prego’ prima di morire(Giovanni 17,21).
L’appello che le Chiese di Cristo rivolgono a tutte le denominazioni e’ uno solo : RITORNIAMO ALLA BIBBIA,alla sorgente del cristianesimo.Solo in essa e per essa e con essa ,infatti, i credenti possono realizzare L’unita’della Chiesa. Abbandoniamo le tradizioni umane;pratichiamo solo ed esclusivamente gli insegnamenti di Gesu’ Cristo. L’obbedienza alla Parola di Dio,la pratica del Vangelo di Cristo sotto l’insostituibile guida dello Spirito Santo,l’amore fraterno intenso e sincero vissuto nelle comunita’ sono tre fra le caratteristiche principali che la Chiesa di Cristo possiede.”

CHIESA DI DIO

chiesadio

(con sede a Palermo)

Dal loro sito http://www.lachiesadidio.it:

“Veniamo da una lunga verifica sulle Sacre Scritture. Un confronto serio ed approfondito ci ha portato a capire che i principi basilari delle Sacre Scritture non esistono più nel credo cristiano.
Tutto quello che Cristo e gli Apostoli hanno tramandato è stato coperto da una spessa coperta, sotterrato nella mistificazione, sostituito con inserimenti apocrifi.
Il dominio “lachiesadidio” non deve far pensare ad una organizzazione ecclesiastica, non lo siamo e siamo liberi. Il nostro studio ci ha portato a comprendere che la Bibbia è stata visitata da mano sacrilega. E così sono sorte dottrine senza fondamento biblico.
Noi non cerchiamo proseliti ma dialogheremmo volentieri con chi è del nostro parere; per questo motivo incoraggiamo a scriverci.

1 – La religione, cosiddetta cristiana, ha strumentalizzato la Bibbia con manomissione e testi apocrifi.
2 – Ha messo nella bocca di Cristo le proprie dottrine.
3 – I primi quattro Comandamenti del Decalogo, che riguardano il culto di Dio, sono stati completamente eliminati, ne ha fatto carta straccia.
4 - Si può desumere ciò che è stato indrodotto in modo surrettizio nella Bibbia del NT, ma quello che è stato eliminato è impossibile indicarlo.
5 - La data di nascita di Gesù è quella indicata dal Vangelo di Luca (2:1-7; 3:23) e dalla Storia. Gesù non nacque durante il regno di Erode il Grande, il quale era morto il 4 a.C., ma durante il regno di Archelao che già governava la Giudea da 4 anni. Non ha senso spostare la Storia. Se c’è un motivo questo non può ledere il principio della verità e della Storia.
[A leggere i Vangeli ci si accorge che la manovra blasfema di spostare la nascita di Cristo di 6 anni indietro serve a camuffare l’Angelus Domini nuntiavit Mariae]. “

CHIESA DI DIO UNIVERSALE

diouniversale

(con sede a Roma e Milano).
Diffonde l’opuscolo “La pura verità”.

Dal loro sito http://www.wcg.org/italy:

“La Chiesa di Dio Universale è una chiesa cristiana con un duplice compito: predicare il vangelo di Gesù Cristo in tutto il mondo e promuovere nei suoi membri una sana crescita spirituale (Matteo 28:19-20).
Il vangelo, che la Chiesa è chiamata a proclamare, è il vangelo della redenzione e della salvezza in Cristo, ottenuta per grazia di Dio, tramite la fede in Gesù Cristo, e della speranza della sua seconda venuta per regnare su tutte le nazioni con giustizia e pace.
La Chiesa, in quanto “corpo spirituale” di credenti condotti dallo Spirito Santo, viene esortata dalle Scritture a “crescere nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2 Pietro 3:18).
Poiché è lo Spirito di Dio che guida la Chiesa nella comprensione della verità (Giovanni 16:13), il nostro sommario degli articoli della nostra fede non costituisce un credo fisso e immutabile.
La Chiesa, infatti, rinnova costantemente il suo impegno verso la verità e una comprensione sempre più profonde, affidando i suoi credi e le sue usanze alla guida di Dio.”

CHIESA NEO-APOSTOLICA

apostolica

(con sede a Milano)

Dal loro sito http://www.nak.org/it:

“La Chiesa Neo-Apostolica è una Chiesa cristiana internazionale. La Sacra Scrittura è la base del suo insegnamento. Essa è sorta nel 1863 dalla Comunità Cattolico-Apostolica e da allora è guidata da apostoli, così come le prime comunità cristiane.
La Chiesa Neo-Apostolica conosce tre sacramenti: il Santo Battesimo con acqua, il Santo Suggello e la Santa Cena. Il Battesimo con acqua rappresenta la prima e fondamentale elargizione di grazia della Trinità divina nei confronti dell’uomo che crede in Cristo. Con il Santo Suggello l’uomo è pervaso dallo Spirito Santo; questo atto avviene mediante preghiera e imposizione delle mani di un apostolo a persone battezzate con acqua. Nella Santa Cena viene offerto il corpo e il sangue di Cristo.
Il ritorno di Cristo, dove egli verrà per portare con sè la sua sposa, è un elemento centrale della dottrina di fede neo-apostolica. Altri contenuti essenziali sono l’opera missionaria e l’amore per il prossimo.
La Chiesa Neo-Apostolica pone l’accento sulla responsabilizzazione del singolo. Il cristiano neo-apostolico è responsabile del suo comportamento dinnanzi a Dio. Il Vangelo di Cristo e i valori derivanti dai dieci comandamenti offrono un chiaro orientamento.
La Chiesa Neo-Apostolica è politicamente neutra ed indipendente. Si finanzia con le offerte volontarie dei suoi membri.
Alla Chiesa Neo-Apostolica aderiscono quasi undici milioni di persone sul mondo intero.”

CROCIATA DEL VANGELO
(con sede a Palermo)

probabilmente il movimento si è esaurito, non si trovano infatti notizie recenti

OPERA DI RIMPATRIO DI GESU’ CRISTO
(Firenze, Roma, Milano, Torino)

Adesso il movimento si chiama “Vita Universale”
Dal sito http://home.tele2.it/exodo/vita%20universale.htm:

“I membri del movimento Vita Universale affermano che l’immagine di Dio proposta dalle chiese tradizionali non ha nulla in comune con il vero Dio e dichiarano di credere nella divinità vista come uno Spirito onnipresente e una Forza Creatrice che si trova in ogni elemento della natura ed è presente in ogni anima: tutti gli uomini sono immersi in Dio. Tale Dio è uno e unico ed è il Padre e, al contempo, la Madre di tutti gli esseri. Egli, inoltre, è la personificazione dell’amore: l’immagine veterotestamentaria di un Dio che comanda la pena di morte per i trasgressori della Sua Legge, e che gradisce i sacrifici animali, è, secondo la Wittek, un’immagine fuorviante. Egli, inoltre, è un Essere puro. Un giorno ognuno di noi, essendo stato purificato, Lo rivedrà.”

SCIENZA CRISTIANA

scienza

(Christian Science Society, con sede a Firenze e a Roma).

Da http://www.saluzzo.chiesacattolica.it/gris/aggrega/file_doc/scienza_crist.doc:

“Fondamentale, per Scienza Cristiana, è il principio che è Dio che guarisce, e Gesù lo ha provato attraverso i ‘miracoli’ che non sono - secondo la Baker - sospensione o superamento delle leggi naturali. Infatti, poiché “Dio è il principio divino…di tutto ciò che realmente esiste…la materia e le sue pretese…non possono emanare da Lui. Non v’è alcuna verità materiale”. La materia, la malattia, il dolore, la morte, il male e il peccato non hanno sostanza, sono solo illusione, prodotto erroneo della nostra “mente mortale”.
L’uomo, quindi, può farli svanire riconoscendo Dio come principio di tutto e presente in tutto ciò che è reale, e ponendosi così nell’impossibilità di ammalarsi e morire: “il corpo non può morire, perché la materia non può perdere la vita che non possiede”.
Dio è “Persona Una e Trina”, Vita Verità Amore, corrispondenti al Padre (che è anche Madre), al Cristo e allo Spirito consolatore. Non è però la Trinità della fede cristiana, poiché non si tratta di persone: lo Spirito è la stessa scienza divina e il Cristo è “idea spirituale di filialità”. Inoltre Gesù di Nazareth non è Dio che ha redento gli uomini “dimostrando” la Verità. Anche la Resurrezione di Gesù è “dimostrazione” della non realtà della morte.”

I “Ferventi di Dio”

nur

Una setta che ha il suo luogo di culto in una casa nobiliare romana, ma che conta un migliaio di adepti in tutta Italia, è quella dei “Ferventi di Dio”. Il fondatore è Nur Alì Elahi un maestro curdo dell’Iran che ha mantenuto viva una via spirituale che ingloba tutti gli elementi della mistica musulmana. Tale tradizione nasce dal contesto dell’Islam sci’ita che si originò quando, dopo la morte di Maometto, i seguaci della gnosi musulmana si riunirono intorno all’Imam Alì, genero e primo compagno di Maometto. Secondo le teorie di Nur Alì Elahi (che si possono leggere nel testo “La Via della Perfezione”) dopo la caduta di Adamo (il primo profeta) nel corso dei secoli gli uomini hanno beneficiato della guida degli inviati di Dio. Nella tradizione semitica tali inviati furono i profeti dell’Antico Testamento, poi Gesù il Cristo ed infine Maometto. In altre tradizioni essi hanno portato altri nomi e molti tra loro sono stati dimenticati. Alcuni non sono nemmeno conosciuti, ma sono stati pur sempre degli iniziati: i Vali, i santi amati da Dio e incaricati di una missione spirituale. I mistici musulmani, i Sufi autentici, sanno che essi sono gli intermediari indispensabili tra Dio e l’uomo, i custodi della verità esoterica. Tali uomini, i Vali, formano una chiesa spirituale, un Ordine che talvolta si adegua ad un ordine temporale, ma che ignora ogni limitazione storica, spaziale e confessionale.
Dal primo Imam fino all’ultimo, il Mehdi, La Perfezione Assoluta si è manifestata in ciascuno dei dodici Imam che, nel corso dei secoli, insegnarono segretamente l’essenza della fede e della Conoscenza, mentre all’esterno gli adepti dei dogmi ufficiali elaboravano la brillante civiltà islamica.
Dopo la scomparsa dell’ultimo Imam, lo shi’ismo divenne un movimento popolare, fissandosi progressivamente in una setta islamica ortodossa ed esoterica che oggi riunisce un decimo dei musulmani.
In certi ordini molto riservati, i Sufi perpetuarono le tradizioni esoteriche valorizzando alcuni maestri, i Vali, che via via si manifestarono. Uno di essi fu Soltan Eshaq che fondò la setta dei “Ferventi di Dio” nel XIV secolo. La setta si diffuse in molte province del Kurdistan ma, con il passare del tempo, parte delle dottrine andarono perdute o furono fraintese. Nur Ali Elahi ha purificato la via dei Ferventi di Dio dalle aggiunte, dai falsi riti e dalle deviazioni accumulate dagli adepti nel corso dei tempi.
Il maestro Nur Ali Elahi è stato il penultimo di tali maestri segreti: oggi suo figlio Sha Bahram Elahi è il capo della setta. Nato a Jeyhoonabad, un villaggio nell’Iran occidentale, il 24 agosto del 1931, ha studiato medicina in Francia, si è laureato, specializzato come medico-chirurgo e solo nel 1963 è tornato in patria ed è diventato discepolo di suo padre; attualmente è professore alla Facoltà di medicina all’Univeristà di Teheran e dedica il suo tempo a guidare i discepoli. Si deve a lui un testo che sintetizza le idee di suo padre e i fondamenti della Via del Perfezionamento, alcuni dei quali di alta levatura spirituale.

Hare Krishna

krishna

L’Associazione Internazionale per la Conoscenza di Krishna fu fondata nel 1966 negli USA da Swami Prabhupada. In America Prabhupada convertì i giovani americani della cultura underground all’osservanza di un’antica tradizione religiosa che si fonda su Krishna, dio personale, forma spirituale prima e sorgente di tutti gli esseri. L’Associazione Internazionale giunse in Italia esattamente nel 1973 ad opera di una giovane devota, Ali Krishna, che già aveva tradotto in italiano le opere del maestro. Il piccolo gruppo arrivò a Roma e trovò la sua sede in via Mistretta. Dal 1973 al 1980 ci fu un aumento degli adepti e si fondò un asharam in una villa vicino a Firenze.
I punti fondamentali della dottrina degli Hare Krishna ci sono stati rivelati dagli adepti stessi. La materia è un’emanazione dell’energia spirituale della persona suprema. Esistono dei cicli della materia cosmica: ora viviamo nel kali-juga, epoca nera. Infatti, l’attuale momento della civiltà occidentale è conforme alla dura età di Kali, dominata dall’ignoranza, dai vizi e dalla dimenticanza delle realtà spirituali. La vita del perfetto devoto deve essere chiusa nell’orizzonte della coscienza di Krishna. Il servizio al Dio rappresenta la via della salvezza.
Nella prassi giornaliera i devoti devono cantare i santi nomi, devono evitare qualunque tipo di droga, compreso il tabacco e l’alcool, devono essere continenti e casti. Le restrizioni alimentari sono molto precise: bisogna osservare una dieta vegetariana. Il cibo è chiamato prashada “misericordia di Dio” ed è considerato nutrimento spirituale, in quanto Krishna stesso discende nel cibo puro. Queste pratiche sono necessarie perché l’uomo riscopra la sua vera vocazione: raggiungere la realizzazione spirituale attraverso l’amore puro per Krishna e l’abbandono in Dio. Si deve svegliare la coscienza assopita e purificarsi dal male. L’unico metodo per servire Krishna è recitare il maha-mantra, vibrazione spirituale canora dai grandi effetti interiori. Il mantra è meditazione, è unione; le sue vibrazioni trasportano l’anima lì da dove è venuta, nel cuore delle potenze spirituali. E’ importante recitare il nome di Krishna davanti alle Murti, icone sacre che facilitano il contatto con la divinità.
Oggi gli Hare Krishna sono parzialmente in crisi, ma contano ancora in Italia un migliaio di simpatizzanti. Si tratta di una religione “a tempo”: la partecipazione è discontinua, fluttuante e difficilmente supera la durata di cinque anni.

Critiche di ex adepti ai seguenti link:
perchè ho lasciato gli Hare Krishna
il lato oscuro di Krishna
cronache di abusi sui minori

Gli “Arancioni” di Osho

osho

Bhagwan Shree Rajneesh cominciò ad organizzare campi di meditazione nel 1964 in India, nel Rajastan. Nel 1974 fondò un asharam a Puna in cui entrarono molti occidentali. Nel 1981 si stabilì negli Stati Uniti, nell’Oregon, dando vita ad una comunità in cui confluirono più di 7.000 persone. Le attività degli “Arancioni” erano varie e articolate: aziende agricole, case editrici, piccole fabbriche, alberghi, università.
Nel 1985 gli “Arancioni” entrarono in una complicata crisi: la segretaria fuggì con i denari della comunità e Rajneesh fu arrestato. Ora, se anche in ribasso, la sua figura carismatica influenza ancora numerosi fedeli.
Il Bhagwan ha messo a punto una sintesi originale fra varie dottrine orientali. Si possono identificare nella sua predicazione alcuni elementi portanti, come il tantrismo, secondo il quale tutto è sacro, compreso l’atto sessuale, anzi il sesso è un mezzo per progredire nell’ascesi spirituale, per arrivare a trascendere la sessualità senza reprimerla.
Il buddismo è presente nel gusto del paradosso, tanto caro al Bhagwan, mentre le pratiche yoga hanno una parte preponderante nella prassi della meditazione e della danza.
Rajneesh si burla delle religioni e della morale tradizionale e in questo senso si ispira massicciamente a Friederich Nietzsche, delle cui opere il “maestro” propone continui elementi, sempre omettendo di citare la fonte: “Diventa ciò che sei”, “Voi guardate in alto perché cercate elevazione, io guardo in basso perché sono elevato”…
Altri autori sono riscontrabili nel messaggio “arancione”: S. Freud, Jung, Adler, i saggi del Tao e persino Paolo di Tarso.
La meditazione è il punto di forza di questa prassi religiosa. Esistono vari modi di meditare, ogni adepto o sanyansi può scegliere il modo che gli è più congeniale. I seguaci devono osservare tre precetti: vestire sempre con colori “caldi” che vanno dall’arancione al bordeaux, portare al collo il mala, che è una collana di perle di legno con il ritratto del Bhagwan, e infine sottoporsi all’iniziazione durante la quale si riceve un nome nuovo.
Il Bhagwan afferma di aver fatto una parte del cammino interiore con il Buddha, ma poi l’Illuminato gli era sembrato eccessivamente ascetico… Ha camminato con Gesù; ma non avrebbe mai condiviso il Calvario (sic!). Eppure le parole del maestro sono linfa vitale per i suoi discepoli, anche se appaiono estremamente contraddittorie, paradossali e spesso istrioniche.

Critiche a Osho:
la sua vera storia
Osho, precedentemente conosciuto come Rajneesh
aspetti controversi da cui traggo il seguente trafiletto: “Ciò che apparentemente nelle comuni di Osho si vuole ottenere è l’abbattimento delle barriere emotive e dei blocchi psicologici, in realtà si tratta di maldestri esperimenti sugli stati mentali. La cosiddetta liberazione della persona è stata per alcuni la disintegrazione della personalità. Le numerose tecniche che Rajineesh ideò si sono rivelate in diversi casi la causa di perdita di personalità. Ex devoti del guru affermano di casi di persone (professionisti, avvocati, architetti, insegnanti) viste vagare in evidente stato confusionale per le strade di Poona e di ricovero in clinica psichiatrica di decine e decine di devoti ogni anno.”

Meditazione Trascendentale

meditazione

Il movimento fu fondato nel 1958 dal Maharishi Mahesh Yogi.
Nel 1972 ebbe inizio il piano mondiale per la diffusione della Scienza dell’Intelligenza Creatrice. In Italia il primo corso di meditazione trascendentale si tenne a Fiuggi nel 1972: vi parteciparono 200 persone. Oggi i centri di meditazione sono 25, sparsi nelle maggiori città italiane. Secondo il bollettino ufficiale della setta, gli adepti sarebbero 35.000. Costoro non hanno in realtà un’ideologia religiosa precisa; il Mabarishi non insegna nessun tipo di teologia, nessuna fede particolare. Il suo programma propone una semplice tecnica che permette di esprimere in modo pieno e spontaneo il potenziale della mente avvalendosi di nozioni psicologiche, il guru insegna un metodo che permette all’individuo di “raggiungere le radici del proprio essere e di ricavarne energia vitale libera e positiva”. Durante l’iniziazione l’adepto riceve una mantra personale, una parola segreta. L’uso del mantra è l’unica concessione che il Maharishi fa alla religione tradizionale. Recitare la mistica parola, in cui è racchiusa l’essenza segreta degli dei, è una pratica antichissima della fede indù. Innumerevoli benefici sembrano derivare dalla pratica della meditazione: il praticante raggiunge un livello di riposo mentale più profondo del sonno, che gli permette di recuperare energie insospettate ed equilibri duraturi.
Coloro che meditano affermano di aver ridotto il consumo di alcool e tabacco, di avere acquistato stabilità emotiva e maggiore fiducia in se stessi, di essere diventati allegri e socievoli.
Per chi vuole procedere nel cammino, esiste un programma superiore che si chiama siddhi. Il significato della parola è “perfezione” ma anche “magia”. Con tecniche segrete si potenziano le capacità più profonde e segrete della psiche e del soma. Chi arriva a praticare le “siddhi” sperimenta una illimitata consapevolezza di beatitudine, una salute perfetta: in una parola lo stato di illuminazione e di auto-realizzazione.
Si propongono varie vie: alcune permettono di ampliare le capacità di tutti i sensi (fanno udire a distanza e vedere attraverso i muri) altre sviluppano i sentimenti, altre riguardano la perfetta coordinazione mente-corpo e permettono di… librarsi nell’aria.

Per approfondire:
www.nonsoloreligione.it/dati/meditazione.rtf

Il Buddismo di Nichiren

gakkai

Nel 1240 un monaco giapponese, conosciuto più tardi con il nome di Nichiren, polemizzando con le varie correnti buddiste, giunse alla conclusione che tutta la “legge” fosse racchiusa nel Sutra del Loto. Recitare quindi la frase “Nam, Myoho Renge Kyo” che significa (”devozione al Sutra del Loto”) è l’unica via di salvezza.
Tale preghiera, detta “daimoku”, ha, secondo gli adepti, effetti miracolosi ed immediati: può far passare il mal di testa, far trovare lavoro, evitare le contravvenzioni nel traffico, togliere la timidezza e i complessi di inferiorità. Gli adepti in Italia sono più di 5.000 e in costante aumento, data la capillare attività di proselitismo della setta. La facilità delle adesioni trova una sua giustificazione nel vuoto religioso che gli adepti riscontrano nella società italiana. Le pratiche devozionali si limitano alla recitazione del diamoku, alla lettura del gonghio (una preghiera più lunga) e al possesso del gohonzon, un altarino in cui sono racchiuse pergamene sacre.
In Giappone esiste l’associazione Sokka Gakkai, che è il corrispondente laico della religione di Nichiren.
Il buddismo è forse la religione neo-orientale che si propone come emergente in Italia.
Altre forme di buddismo si stanno diffondendo: il culto tibetano, gli Amici della Consapevolezza ed altri piccoli gruppi come il Risho Kosei Kai e lo Zen.
Nel 1986 si è formata l’UBI, Unione Buddista Italiana, a cui aderiscono venti centri principali. Esistono diverse riviste come Paramita, Siddhi, Il Canto del Cuculo, Zen, in cui il messaggio del Buddha è diffuso tra gli adepti e i simpatizzanti.

Sito critico di un ex adepto (da me contattato, molto in gamba): Soka Gakkai: esperienze, documenti e articoli

La Chiesa dell’Unificazione

moon

Si tratta della setta fondata dal reverendo Moon, vagamente ispirata alle dottrine orientali.
Mescolando l’anti-comunismo con messaggi in linea con lo stile di vita americano, il Reverendo ha riscosso un successo enorme. I suoi seguaci diffusero capillarmente dagli Stati Uniti all’Europa il credo di Moon.
In Italia la setta ebbe un momento di grande espansione nella metà degli anni ‘70, con un coinvolgimento degli adepti su un piano totalizzante che prevedeva, oltre il proselitismo, la questua per l’organizzazione. L’ideologia religiosa di Moon si fonda sull’annuncio del giorno della “seconda venuta del Signore”: il Reverendo sarebbe stato inviato da Dio per la rivelazione finale. La redenzione non sarebbe compiuta: un nuovo profeta (lo stesso Moon) avrebbe il compito di salvare il mondo.
Agli adepti si chiede fede nella profezia e una continua opera di proselitismo, anche molto intrusivo. La rivelazione di Moon contiene elementi biblici, più un forte contenuto messianico. Tutte le attività della setta sono centrate sulla seconda venuta del Signore. La Chiesa dell’Unificazione ha promosso e realizzato nel 1985 un’assemblea mondiale delle religioni, a cui hanno partecipato delegati di 90 nazioni, il che dimostra la presa sociale che il movimento stesso ha attualmente.
La ricchezza incalcolabile del reverendo Moon è dovuta alle questue dei suoi adepti, che vivono la sua figura di capo carismatico con un’intensità sconcertante.

Riguardo a questo movimento vi consiglio di leggere il libro “Mentalmente liberi” di Steven Hassan, che è diventato “exit consuelor” dopo un’esperienza nella setta di Moon. Il libro è anche un fondamentale trattato sulle sette e su come aiutare chi c’è dentro. Una scheda la trovate qui: mentalmente liberi

Centro Bhole Baba

babaji

L’ispiratore di questa comunità e Babaji, considerato dai suoi seguaci Shiva-Mahavatar, la divinità stessa. Il centro dispone in Italia di tre ashram, nei quali la vita è ispirata ai principi della Verità, della Semplicità, dell’Amore. Le pratiche principali si basano sulla ripetizione del mantra, sul lavoro fisico svolto senza interessi personali e sulle pratiche devozionali (canti di testi sanscriti, meditazione, offerta alla Divinità).
Indirizzi: Centro Bhole Baba, C.P. 56, Cisternino (BR) e castello di Galeazza Pepoli, Crevalcore (BO).

Dal sito lucideimaestri

“Babaji è uno di quei Grandi Spiriti che appaiono sulla terra in momenti di crisi dell’umanità per aiutarla nell’evoluzione. I suoi discepoli raccontano che vivere con Lui era un insegnamento continuo; il suo sorriso, la sua serenità, il suo donarsi senza limiti, rappresentavano l’Amore Divino in incarnazione. Egli ha sempre ripetuto:” Non sono venuto a portare una nuova religione, desidero che voi viviate nell’Amore, nella Verità e nella Giustizia; ognuno preghi il Dio della sua religione, ma Dio è Uno.
Nei suoi insegnamenti ha indicato la Via del Sanatana Dharma (l’Eterna Religione)e ne ha condensato l’Essenza in tre principi fondamentali: Verità, Semplicità e Amore. La nostra sofferenza è causata dall’ignoranza e dalla separazione dalla legge Eterna. La disciplina spirituale di Babaji ci conduce alla libertà dell’Anima, purificandoci da tutto ciò che ci impedisce di vedere e di realizzare la Verità.”

Istituto Lama Tzong Khapa

lama

E’ sorto a Milano nel 1975 e si ispira al Buddismo Mahayana.
Svolge un intenso programma di logica e filosofia buddhista per il conseguimento del titolo di ghesce ed un programma settennale di studi per la conoscenza dei principali testi sacri Sutra e Tantra.
La sede principale dell’istituto si trova a Pomaia (Pisa), ove risiedono una cinquantina di membri stabili. Collegato all’Istituto è il Centro GHE-PEL-LING (tibetani del Dalai Lama), con sede a Milano, Via Romolo, 1.

Personalmente non considererei questa una setta, ma una vera e propria religione. Che poi il centro sia frequentato da gente che come al solito cerca le risposte giuste nel posto sbagliato, è un altro paio di maniche…

Seguaci di Sri Chinmoy

sri

Si tratta di una nuova religione che si ispira all’insegnamento di Sri Chinmoy, guru indiano attualmente a New York. Le basi del suo insegnamento sono la meditazione, varie forme di yoga e la “skisha” una particolare forma di iniziazione secondo la quale il discepolo si consegna al maestro e il maestro gli concede una parte della sua anima.
Il contatto con il guru è molto importante, anche se può avvenire a molti chilometri di distanza nella meditazione. Come molte sette “neo-orientali” Sri Chinmoy non predica l’allontanamento dal mondo bensì la sua trasformazione. Ha infatti posto la sede centrale del suo gruppo alle Nazioni Unite, dove guida un gruppo di meditazione. L’arte, la musica, la ginnastica sono considerate forme di conoscenza, anzi lo sport (in particolare l’atletica) viene considerato una via privilegiata di illuminazione. I centri Sri Chinmoy organizzano maratone, tornei di tennis e altre manifestazioni sportivo-spirituali e lo stesso guru ama farsi fotografare in tuta!

Dal sito http://www.srichinmoy.org/italiano/:

“Sri Chinmoy è un insegnante spirituale che dedica la sua vita a servire ed ispirare l’umanità offrendo con tutta l’anima le proprie preghiere e meditazioni e la propria opera letteraria, musicale e figurativa…Sri Chinmoy offre le sue realizzazioni al mondo attraverso i suoi scritti: poesia, conferenze, domande e risposte, racconti, opere teatrali…Sri Chinmoy ha creato decine di migliaia di canti, che si possono classificare come canti di musica spirituale…Sri Chinmoy è autore di migliaia e migliaia di dipinti e disegni, creati con tanta rapidità, quanta concentrazione, intensità e sicurezza espressiva…Lo sport è parte rilevante nello yoga e nella filosofia di Sri Chinmoy…”

Mahikari

mahikari

A Milano l’associazione Mahikari si trova in Via Lodovico da Viadana, 9. Altri centri a Varese in Via Bertini, 6 e a Lecco (c/o Sandro Gorla).

Da http://www.sukyomahikarieurope.org/it/:

“Con il termine Sukyo si intendono le “Leggi universali che Dio stabilì all’inizio della creazione al fine di consentire l’eterna prosperità di tutto il creato”; il termine Mahikarì sta a significare “Luce di Verità”, ossia la Luce di Dio che purifica la componente spirituale insita in tutto ciò che esiste. Secondo l’Organizzazione spirituale Sukyo Mahikarì, il fatto di ricevere la Luce di Divina permette alle persone di risvegliarsi più facilmente all’esistenza di Dio ed alla comprensione dei ‘principi Divini universali’.
L’Organizzazione spirituale Sukyo Mahikarì è convinta che attraverso l’approfondimento della comprensione dei ‘Principi Divini’ un grande numero di persone possa pervenire a provare un più intenso desiderio di collaborare alla realizzazione di una civiltà terrestre nel cui contesto i valori spirituali siano prioritari rispetto a quelli materiali cosicché regnino pace ed armonia per l’intera umanità.”

Sai Baba

saibaba

Parecchi i centri del movimento. Segnaliamo innanzi tutto il centro a Pontevecchio di Magenta in Via S. Francesco, 45; il responsabile è Antonio Craxi, che dirige “L’Eterno Auriga”, trimestrale. Sempre a Milano si trovano alri due centri: Via Dall’Ongaro, 2 e Via G. Asolli, 27.

Dal sito del CICAP:

“Sathya Sai Baba (all’anagrafe Sathya Narayana Raju) è un santone indiano diventato famoso anche in occidente. Egli è nato nello sperduto villaggio di Puttaparthi, nel centro-sud dell’India, il 23 Novembre 1926.
La sua biografia è ricca di particolari sensazionalistici. Egli sarebbe stato concepito per intervento soprannaturale e fin da bambino avrebbe mostrato segni della sua straordinaria natura. Lui stesso sostiene pubblicamente di possedere una natura divina. All’interno della comunità da lui fondata (Prashanti Nilayam ovvero “dimora della pace suprema”) i suoi fedeli lo considerano un essere superiore e gli attribuiscono facoltà sovraumane. Egli sarebbe onniscente, onnipotente, sarebbe capace di apparire contemporaneamente in più luoghi e, soprattutto, sarebbe in grado di compiere straordinari miracoli.
La sua specialità consiste nella materializzazione di oggetti…”

Il maggiore sito critico nei confronti di Sai Baba: www.exbaba.it

Manav Kendra

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Il “Centro dell’uomo”, fondato nel 1976, è dedicato al maestro Kirpal Sing. A Milano il centro si trova in Corso Buenos Aires, 43.

Al momento il “Centro dell’Uomo” è un’Associazione Non-Profit di volontariato riconosciuta di Utilità Sociale (ONLUS), che opera in Italia e all’estero, almeno così c’è scritto nel loro sito www.centrodelluomo.org. dove si dice anche che “Il Centro dell’Uomo è sorto come un centro di armonia internazionale, dove persone di differenti culture, nazionalità, religioni, possano convivere in armonia, al fine di sviluppare le proprie qualità migliori per diventare degli uomini completi, capaci di fornire un esempio di un’umanità nuova e felice in quest’epoca dilaniata dai conflitti. Per realizzare tale finalità il Centro dell’Uomo promuove il servizio verso l’uomo, il servizio verso la terra e un ecumenismo autentico, sorretti da una rinascita interiore dell’essere umano”. Sembrerebbe qualcosa che non ha a che vedere con questa Manav Kendra, anche perchè parla di varie “Conferenze mondiali per la pace e la prosperità dei popoli.” Però a un certo punto si parla anche degli “insegnamenti dei Maestri delle varie tradizioni: conoscenza di se stessi e felicità; l’importanza della meditazione”, per cui un attimino da pensare me lo dà…

Bambini di Dio

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In Italia il movimento dei Bambini di Dio, detto anche Famiglia D’Amore, ha avuto una discreta diffusione negli anni 1973-1976, con centri a Milano, Bologna, Genova, Firenze, Torino, Roma, Napoli e Palermo. Veniva diffuso il periodico “Notiziario della Nuova Creazione”.
Da alcuni anni non si hanno più notizie sulla sua attività ufficiale in Italia. Causa l’accusa di prostituzione, sono state parecchie le disavventure giudiziarie del movimento, con chiusura di alcune sedi, tra cui l’”Ok Club” di Roma…

Al momento questo movimento si chiama “The Family” (ricorda niente? A me un certo Manson).

Dal libro “Costretti ad amare” di Cristina Caparesi:

“In Italia il gruppo dei Bambini di Dio fece la sua prima comparsa nel 1972 e, dopo un primo tentativo iniziale di ottenere il favore dcl mondo cattolico, si trovò nel 1978 al centro di una forte ondata di pubblicità negativa come conseguenza della diffusione del flirty fishing, una pratica di proselitismo che richiedeva il coinvolgimento sessuale delle adepte (e talvolta degli adept). Già in quel periodo si contavano circa 300 Bambini di Dio italiani, per lo più giovani studenti appena maggiorenni i quali, per seguire il richiamo di Berg, avevano abbandonato gli studi e le proprie famiglie ed infine l’Italia stessa per dirigersi verso il Sud America o i paesi dcl Sud-Est Asiatico. Fu solo agli inizi degli ‘90 che alcuni di questi giovani, ormai sulla quarantina, hanno fatto ritorno in patria con al seguito numerosi figli, nati all’estero, dietro la spinta delle pratiche sessuali del movimento. Il gruppo è tuttora presente ed operativo in Italia ed è per lo più formato dalla seconda generazione. Molte delle giovani donne, talvolta non ancora ventenni, hanno dato vita ad una nuova ondata di nuove nascite: sono i bambini della terza generazione del gruppo italiano. Sebbene il movimento abbia uflicialmente abbandonato le sue pratiche più radicali, rimane ancora piuttosto isolato dal resto del mondo e fedele agli insegnamenti del fondatore ed alle nuove dottrine prodotte dai leaders che hanno sostuito Berg dopo la sua morte nel 1994…Per la permanenza di certe forme di radicalità ha subito un involuzione tale che il reclutamento dipende, almeno in Italia e nei paesi occidentali, quasi esclusivamente dalla nascita di bambini cui vengono trasmessi gli insegnamenti del gruppo tramite l’educazione all’interno delle comunità.”

Missione della Luce divina

maraji

Fondato nel 1960 in India dal guru Shri Hans Ji, il movimento è attualmente diretto dal figlio Maharaj Ji, il “maestro perfetto”, che nel 1972, all’età di 14 anni, si stabilisce negli USA dopo un suo “primo giro mondiale per la pace”. Fin dagli inizi, in Italia ha avuto un notevole successo: nel 1975 aveva un migliaio di seguaci, con centri e ashram a Milano (Viale S. Michele del Corso, 3 e Via Lampugnano, 144) e nelle principali città d’Italia, soprattutto nel Nord.

Dal sito http://www.riflessioni.it/dizionario_religioni/
“Come contenuti dottrinari, il ramo indiano afferma l’esistenza di un primo principio impersonale, Energia, di cui si sono avute nella storia incarnazioni perfette (Mosè, Buddha, Krishna, Gesù) e attualmente il guru Maharaji jr. I seguaci attraverso pratiche meditative mutuate dallo yoga e semplificate, potranno raggiungere la salvezza o illuminazione; tali pratiche prevedono quattro momenti fondamentali: la tecnica della luce, la musica o tono divini, il nettare e il nome divino. Secondo G. Filoramo tale illuminazione «tende a diventare nella versione popolare un puro fatto psicofisico, prodotto da una semplice pressione esterna delle mani tra i due occhi, là dove si situerebbe il terzo occhio, e non l’effetto di un complesso processo di risveglio dell’energia divina presente nel microcosmo umano, fondato su una ricca mitologia».
I milioni di fedeli di questo movimento si chiamano Premies, termine che in sanscrito significa «amanti della verità». Alcuni abitano in comunità e seguono le virtù monastiche della povertà, castità e obbedienza, altri invece vivono una vita laicale con famiglia e lavoro.”

Pensa un po’: ne conosco uno, di questi “amanti della verità”! E vi posso assicurare che NON ha alcuna virtù monastica, anzi: si diletta a strapazzare chiunque abbia la malaugurata idea di provare a lavorare con lui, facendo un mobbing spietato. Chissà che ne pensa Maharaji jr.

FONTE: http://www.sfairos.it