giovedì 21 giugno 2007

Rapporto sicurezza: un milione150mila le italiane vittime di violenze nel 2006

ROMA (20 giugno) - Crescono le denunce per violenza sessuale e la maggioranza delle aggressioni avviene tra le mura domestiche, così come aumentano le rapine e i sequestri di cocaina. Un italiano su quattro ormai ha paura. Sono in calo gli omicidi e di questi uno su tre è commesso da stranieri. Sul fronte immigrazione ben 22mila sono stati i clandestini espulsi nell'ultimo anno. E la mafia risulta sempre più infiltrata nel tessuto economico-finanziario. Questo il quadro generale che emerge dal rapporto sulla criminalità in Italia nel 2006.

Donne- Sono 6.743.00 le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita:3.961.00 vittime di violenze fisiche, 5 milioni hanno subito violenze sessuali di queste 482.000 donne sono state vittime di stupro e 703.000 di tentato stupro nel corso della loro vita. Negli ultimi 12 mesi sono 1.150.000 le donne che hanno subito violenza, pari al 5,4% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Il rapporto del Viminale sottolinea che «le violenze fisiche sono state commesse dal partner nel 62,4% dei casi, le violenze sessuali nel 68,3% e gli stupri a 69,7% dei casi. I partner sono dunque responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica e delle forme più gravi di violenza sessuale». Tra le violenze sessuali sono le molestie fisiche a rappresentare la forma decisamente più frequente (79,5%) seguite dai rapporti sessuali non desiderati (19%), dai tentati stupri (14%), dagli stupri (9,6%) e dai rapporti sessuali vissuti dalla donna come degradanti ed umilianti(6,1%).

Rapine- In costante crescita da oltre 30 anni con un tasso di incidenza nel 2006 sulla popolazione 18 volte superiore a quello del 1970. Le rapine nelle abitazioni non superano il 3% del totale, la maggiore crescita si è registrata al centro nord. Nel sud infatti, il picco del 1991 (113 rapine ogni 100mila abitanti) è stato superato solo nel 2004 e nel 2006 (124). Al centro nord invece si è passati dal picco di 44 nel 1991 al 65 del 2006. Discorso a parte merita la Campania che è la regione a maggiore frequenza di rapine: nel 2006 il tasso è di 296 ogni 100mila abitanti. Le città maggiormente colpite sono Milano e Catania, seguite da Torino, Bologna, Napoli e Palermo. Un tasso più elevato rispetto ai grandi centri urbani si registra in provincia: Trapani (9,9 rapine ogni 100mila abitanti), Asti (8,2), Caserta (8), Reggio Calabria (7,1), Prato (7) e Vibo Valentia(6,4).

Droga- La cocaina rappresenta l'8,37% del totale della sostanza stupefacente sequestrata nel 2006 e la cifra record di cocaina sequestrata risale al 2005 con 4.625 chili. Rimane costante il numero delle persone denunciate per violazione della legge sugli stupefacenti che si è attestato sulle trentamila unità l'anno. Sono, invece 3 mila, in media, l'anno le persone denunciate per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Il rapporto sottolinea, infine, come è cresciuta, negli anni, la percentuale degli stranieri denunciati per reati legati alla droga: mentre tra il 1987 e il 1996 erano il 17,3% rispetto all'82,7% degli italiani, tra il 1997 e il 2006 gli stranieri rappresentano il 29,2% dei denunciati e gli italiani il 70,8%.

Omicidi- Diminuiscono i delitti, nel 2006 sono stati 621, poco più del minimo storico di 601 toccato nel 2005. Un dato che conferma il trend di netta diminuzione per questo reato, che ha raggiunto il picco nel 1991, con ben 1.901 omicidi, per poi scendere negli anni successivi. In sostanza, nel 2005 e 2006 si è registrato un tasso di omicidi di poco superiore a 1 ogni 100.000 abitanti. Per trovare un tasso più basso bisogna risalire ai primi anni '70. Sono i livelli più bassi degli ultimi 30 anni. C'è da vedere però che su tre persone denunciate una è straniera e quasi sempre irregolare.

Stranieri- Per ridurre il numero degli immigrati clandestini non servono a nulla le sanatorie. Il giudizio è contenuto nel capitolo dedicato all'immigrazione del rapporto sulla criminalità in Italia 2006 del Viminale in cui si sottolinea che i primi tre paesi da cui provengono gli irregolari, dal '98 ad oggi, sono l'Albania, il Marocco e la Romania. Sono oltre 22mila (22.770) gli immigrati irregolari espulsi dall'Italia l'anno passato, esclusi quelli respinti alle frontiere e dai questori: un numero che è tornato ai livelli del 1998, anno d'esordio della Turco-Napolitano.

Terrorismo- Sono venti i provvedimenti di espulsione che il Viminale ha adottato nel 2006 nei confronti di altrettanti stranieri ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale. Di questi 20, 8 sono algerini, 8 tunisini, 2 marocchini, un egiziano e un siriano. 14 erano state nel 2005 le espulsioni 'miratè (6 marocchini, 5 tunisini, 2 algerini, 1 egiziano), 8 nel 2003 (6 marocchini, 1 senegalese, 1 algerino) e nel 2002 una soltanto (un algerino).

Mafia- La criminalità organizzata continua a mantenere «un'elevata capacità di infiltrazione nel tessuto economico-finanziario» grazie anche alla presenza di affiliati «dotati di un adeguato profilo culturale (operatori economici e finanziari)». A sottolinearlo è il rapporto sicurezza che evidenzia tra le associazioni mafiose «modelli in persistente evoluzione» che oltre a persistere nell'azione di controllo del territorio di origine, «condizionano segmenti dell'economia imprenditoriale nazionale con ingerenze negli appalti pubblici». Il Viminale lancia l'allarme anche sull'alleanza tra la criminalità organizzata italiana e quella di matrice straniera per la gestione del traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, tratta degli esseri umani e sfruttamento della prostituzione.

Brigatisti- Nonostante il gruppo delle Br responsabile degli omicidi di Massimo D'Antona e Marco Biagi «sia stato pressochè disarticolato», gli investigatori tengono «alta l'attenzione» verso altre formazioni che «vedono nella lotta armata l' 'approdò della propria strategia politica o nel ricorso alla violenza uno strumento per "fare politica"». Un'attenzione che ha portato agli arresti nel febbraio di quest'anno ad alcuni presunti terroristi aderenti alla cosiddetta 'seconda posizionè delle Br.

A fronte di questi dati il ministro dell'Interno Giuliano Amato ha riservato una particolare attenzione alla violenza sulle donne: «Sono rimasto sconvolto dal capitolo sulla violenza sulle donne: è impressionante, non c'è solo la violenza sessuale ma tanti reati mai commessi verso i maschi e che implicano l'uso non appropriato delle mani: il 62 per cento dei reati commessi sulla donna sono commessi dal partner».

Un altro tema su cui si è soffermato Amato è quello dell'immigrazione: «abbiamo assoluto bisogno di non fare un uso emotivo di dati che portino a ritenere "immigrato uguale a criminale". È un esercizio immorale e incivile. Dato un 5 per cento di popolazione di immigrati regolari in Italia il tasso di criminalità coincide sul percentuale della popolazione italiana. La criminalità si concentra nel mondo dell'irregolarità». «Nelle rapine in abitazione - ha aggiunto Amato - c'è una maggioranza di presenze non italiana, le rapine sulla pubblica via trovano il 45 percento di non italiani e che il furto con destrezza sono in gran parte di non italiani. Le nazionalità sono di gran lunga la rumena, la marocchina, l'albanese».

Ed è inevitabile il riferimento al bisogno di maggiore sicurezza che gli italiani chiedono nelle città e riguardo a questo il ministro ha sottolineato: «Stiamo ormai definendo i patti per la sicurezza per le città metropolitane abbiamo messo in strada in queste città oltre 1800 uomini in più, attraverso riorganizzazioni. Le nostre tasche sono ormai quasi vuote, abbiamo ancora qualche moneta. È da due giorni che con questo rapporto stiamo lavorando con Prodi che ci ha detto del suo personale interesse di fare misure ulteriori ai patti per le città».

(Il Messaggero)

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Il rapporto, di ben 450 pagine, può essere scaricato al seguente link
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