martedì 18 marzo 2008

Chi la finanzia in Italia Scientology Spa


Commercianti, avvocati, aziende. L’organizzazione fondata da Ron Hubbard può contare su potenti braccia economiche. E si prepara al grande salto.

Cosa ha in comune il Carrozziere Lampo di Arcore con la Cis Consulenze di Corigliano Calabro? Un’azienda che organizza funerali, la Enea di Castelfranco Veneto, con un ristorante che fa anche corsi di merengue, ossia Il tempio inca di Brescia? Apparentemente niente. Invece queste aziende sono socie del Wise, il World institute of Scientology enterprises che raduna le imprese legate al movimento religioso. Sono 235 le aziende italiane che compaiono nell’annuario 2006: solo Stati Uniti, Russia e Ungheria ne contano di più. Il Wise è probabilmente l’organizzazione di Scientology cresciuta di più negli ultimi tempi. Una rete di società con legami che vanno dalla Confindustria alla Confcommercio. Passando per multinazionali come la Kellogg’s e grandi aziende come l’Ina.
Del resto già nel 1972 Ron Hubbard, fondatore di Scientology, indicava la via da seguire negli affari: «Fate soldi, fate ancora più soldi. Fate in modo che gli altri producano in modo da fare soldi». Più di 35 anni dopo, i dettami del filosofo e scrittore americano sono applicati alla lettera dai seguaci. Anche in Italia, paese in cui l’organizzazione non conosce crisi. «Fare soldi»: Scientology riesce nell’intento in vari modi. Legato al Wise è l’Hubbard college administration. Poi ci sono i «servizi spirituali», le donazioni, i lauti diritti incassati con i libri del fondatore. Danari che adesso il movimento sta proficuamente investendo in Italia. Per estendere, come emerge da alcuni documenti riservati, la sua influenza nel Paese. L’ultimo colpo, il più importante, è stato l’acquisto di un edificio a Roma, che ospitava l’Istituto della Chiesa cristiana d’Irlanda. Quasi un contrappasso, dato che il movimento si prepara a chiedere allo Stato italiano il riconoscimento come religione.

Ma per capire il peso economico di Scientology bisogna partire dal Wise. Nell’annuario c’è di tutto: catene di negozi d’abbigliamento, lavanderie, commercialisti, avvocati e medici. Per associarsi serve una tessera annuale che va dai 500 ai 6 mila euro. Lo scopo è «assistere e unire le attività commerciali che utilizzano la tecnologia di Hubbard». In realtà, da documentazione interna, emergono fini più ambiziosi: «Dare supporto e proteggere l’integrità delle chiese e di altre organizzazioni della religione di Scientology» ed estendere ampiamente i metodi «in ogni azienda, organizzazione e governo del pianeta».

Proselitismo: secondo molti, la finalità principale sarebbe fare nuovi adepti, piegare, magari indirettamente, l’economia alla religione. Per questo motivo, e per le presunte pressioni finanziarie sui membri, in Germania le aziende del Wise non possono partecipare alle gare pubbliche. Come riesce invece l’organizzazione a fare soldi e seguaci in Italia, lo raccontano alcuni ex soci. Mentre Scientology ha espresso, in via ufficiale, la «non volontà di rilasciare alcuna intervista» (riquadro a pagina 45).

Fabrizio Tramonti, milanese di 30 anni, è stato affiliato per un anno: oltre ad aver pagato la tessera da 6 mila euro, versava il 10 per cento del fatturato. La sua società, la Tizeta communication, promuove le offerte di aziende come Enel, Telecom, Teledue e Barclays Bank. Nasce nel 2005 e aderisce immediatamente al Wise. «Dopo due mesi mi resi conto che il mio interesse principale era fare avvicinare nuova gente a Scientology» ricorda. «Avevamo grande rotazione di dipendenti: venditori assunti a provvigione. Il primo corso lo pagavo io. Poi loro versavano le altre quote. A volte spendevano più di quanto guadagnavano».

Secondo Tramonti, «attrarre potenziali fedeli è l’obiettivo dichiarato, principale e vitale di ogni impresa legata a Scientology». L’imprenditore racconta che così era sicuro di poter fare carriera nel movimento. «Alla fine del 2005 vinsi una medaglia per aver portato più gente dentro Scientology: 250 persone. Dipendenti, collaboratori, clienti: tutti spinti da me. Ero raggiante».

Nei conti dell’azienda si scopre però una perdita. «L’organizzazione concluse che la colpa era mia: venni mandato a seguire un processo di purificazione da 70 mila euro. Servì, ma allo scopo opposto. Ruppi con i miei soci e Scientology, a cui ho dato 280 mila euro in sei anni».
L’intreccio fra interessi della chiesa e dei clienti è evidente nel caso delle società di consulenza del Wise: in Italia sono 31 su 235 associati. Una delle più importanti è la In-Formazione. Nel bollettino di gennaio mandato ai clienti si parla di «centinaia di aziende servite» e «salotto imprenditoriale». La società organizza corsi con la Cescot, ente della Confesercenti, e la Confidi Veneto, associazione della Confcommercio. Collabora poi con Hotel Notizie, il periodico lombardo della Federalberghi. La filosofia del fondatore viene utilizzata anche dalla Learning school, che offre servizi a multinazionali come la Kellogg’s, regina dei cereali, e la Hayes Lemmerz, che fa cerchioni in alluminio. Così come a grosse concessionarie Peugeot e importanti agenzie immobiliari. Aziende che, seppur indirettamente, senza consapevolezza, finanziano il movimento. Fino a tre anni fa in Italia il socio più importante era la Mind consulting di Bologna: 17 milioni di euro di fatturato l’anno e circa 200 persone tra collaboratori e dipendenti. «Le difficoltà cominciarono nel 2003» racconta l’amministratore delegato Andrea Condello. «Volevano obbligarci a usare solo il metodo di Hubbard. E ci chiedevano di mandare via gli psicologi, con cui siamo obbligati a lavorare per legge». Scientology, infatti, rifugge i metodi della psichiatria e, in generale, quelli scientifici. La Mind rimane associata dal 1996 al gennaio del 2005. Da quel momento i contatti si diradano, fino all’espulsione nel gennaio del 2006. I suoi manager sono accusati di fare «propaganda nera». Per Scientology sono «persone non grate». In cima alla lista c’è Paolo Ruggeri, 41 anni, uno dei fondatori della Mind. «Il Wise mette sempre al primo posto il proselitismo. E fa pressioni molto forti in tal senso» dice Ruggeri. «Il conflitto di interessi è evidente. Da una parte c’è il mercato, con al centro il cliente. Dall’altra c’è Scientology, che pone la chiesa sopra a tutto, sempre e comunque: alla continua ricerca di nuovi adepti e finanziamenti».

Oltre al Wise, alle imprese si rivolge un’altra organizzazione legata al movimento: l’Hubbard college of administration, sistema di scuole di consulenza aziendale con sette sedi in Italia. Lo scopo è sempre lo stesso: diffondere i metodi del fondatore. Presentandosi però come alta scuola di amministrazione. I prezzi non sono esattamente abbordabili: il «corso di laurea» di due anni (senza valore legale) costa 32.643,28 dollari, cioè circa 22.300 euro. Più di quanto si sborsa per un biennio alla Bocconi. Punto forte dell’Hubbard college sono i corsi e i seminari nelle aziende. Tra le società in cui è stato diffuso il verbo del fondatore ci sono l’Ina Assitalia; la Biofin, multinazionale del farmaco; la Sac service, che gestisce i servizi dell’aeroporto di Catania; l’Assopiastrelle, che raggruppa le aziende di ceramica della Confindustria. Proprio con la sede della Confindustria di Ragusa, e con quella di Siracusa, l’Hubbard college di Catania ha stipulato una convenzione. I soci potranno godere «di particolari agevolazioni» per i seminari. Venti dipendenti dell’agenzia generale dell’Ina Assitalia di Ragusa hanno partecipato a uno di questi corsi. Sonia Scionti, la responsabile commerciale, ricorda: «Un programma elementare, durato un paio di giorni. Dopo però mi hanno chiamato insistentemente per avere referenze». Costruire una fitta rete di contatti con le aziende, specie quelle note, è difatti uno dei propositi dell’Hubbard college. La struttura, nonostante il nome, si dice svincolata da Scientology. Niente secondi fini. Nessun collegamento economico. «Invece è solo un’attività satellite: tutti i dirigenti fanno parte del movimento» sostiene Enrico Costantini, 47 anni, direttore esecutivo dell’Hubbard college di Terni dal 2002 al 2004. «Il materiale utilizzato è lo stesso di Scientology. Viene solo secolarizzato: riferimenti a spirito e anima sono sostituiti da termini economici». Secondo Costantini, i tentativi di trovare nuovi adepti sono incentivati. «Ogni venerdì, fra le statistiche da mandare ai dirigenti c’era il numero dei corsisti che avevano contattato la chiesa». Costantini è uscito da Scientology nel 2004. Due anni dopo è stato condannato dal tribunale di Terni per essersi spacciato come consulente aziendale pur non avendo i titoli. «Sarebbe potuto capitare a qualsiasi dirigente dell’epoca» afferma Costantini. Oltre al tramite del Wise e dell’Hubbard college, i soldi entrano nelle casse del movimento in molti modi. Il più importante è rappresentato dai corsi e le sedute di auditing che bisogna acquistare per raggiungere la «consapevolezza». «Questi incontri servirebbero a liberarsi dai traumi della vita precedente» sostiene Simonetta Po, che dopo avere frequentato per un anno il movimento ha creato il sito Allarme Scientology, raccolta di materiale critico verso l’organizzazione. «I corsi» dice Po «sono invariabilmente a pagamento. Più si avanza, più si paga: circa 25 mila euro per raggiungere lo stato di Clear, primo stadio di consapevolezza; 250 mila euro per il livello di Ot VIII, il più alto a cui può arrivare un comune mortale. Ma sono stime prudenti, che non tengono conto dei servizi accessori».
Per esempio la tessera della Ias: l’associazione internazionale di Scientology. Dopo i primi sei mesi gli adepti devono spendere 300 euro all’anno per affiliarsi. La Ias raccoglie donazioni. Secondo Impact, la rivista inviata ai soci, esistono diverse categorie di benefattori: dal semplice «sponsor», che versa 5 mila dollari, al «Diamond meritorious», titolo concesso a chi paga più 2,5 milioni di dollari. Nel mondo sono solo tre.
Tra questi c’è l’attore americano Tom Cruise: grande sostenitore, non solo economico, dell’organizzazione. Mentre tra i divi italiani non c’è mai stato alcun nome noto. Cosa che rammarica i responsabili del movimento: una celebrità tra i seguaci sarebbe uno straordinario veicolo promozionale per il culto.
In Italia, secondo Scientology, i membri sono 15 mila. Quelli attivi però non supererebbero i 5 mila. Conoscere i loro esborsi per i «servizi spirituali» è impossibile. Invece si può calcolare quanto versano alla Ias: circa 1,5 milioni di euro. Quisquilie, se raffrontate alle donazioni fatte dagli italiani negli ultimi vent’anni. Secondo Impact, fino al 2006, sono state 960, per un totale di 30.315.000 euro. Stima però prudenziale, perché dall’elenco vengono depennati i fuoriusciti. I più generosi tra gli italiani sono stati il costruttore ticinese Marco Chiancianesi e la moglie: «gold meritorious» per avere regalato 1 milione di dollari. Stessa cifra elargita da John Travolta e la moglie Kelly Preston.
Le donazioni alla Ias esulano da altri tipi di versamenti chiesti agli adepti: come quelli per l’acquisto di immobili del movimento, che ha sedi in tutta Italia. A Milano, non lontano dalla Stazione Garibaldi, Scientology possiede un palazzo di sette piani, inaugurato nel 2000. Un grosso investimento è stato fatto anche a Rivoli, vicino a Torino: l’ex collegio degli Artigianelli. Quasi 8 mila metri quadrati che sarebbero costati 4 milioni. Il committente dei lavori di ristrutturazione è la Bellaria srl, che ha due scientologi nel consiglio d’amministrazione.È stata invece una società americana, la WestWorld Llc, ad acquisire a Roma un palazzo di 6 mila metri quadrati in via della Maglianella. La struttura apparteneva all’Istituto della Chiesa cristiana d’Irlanda. Ora cambia utilizzo: diventerà la nuova casa dell’«Org ideale» (acquistare sedi di rappresentanza in alcuni capoluoghi fa parte di una strategia di espansione, esplicitata nel progetto chiamato appunto Org ideali). La struttura, si legge in una lettera mandata agli auditor, è stata già presentata da David Miscavige, leader del movimento. «La nostra influenza come scientologist» aggiunge il comunicato «si sentirà a 360 gradi nella città, nel sociale» e il complesso diventerà «punto di riferimento, stabile e sicuro. Si tratta di operazioni immobiliari spesso condotte usando società estere, come la WestWorld, o italiane, come la Casa Bellaria».
Il giornalista torinese Luca Poma, 35 anni, è stato per dieci anni influente esponente di Scientology. Il movimento lo ha però allontanato nel 2003, dopo che aveva messo in discussione alcuni metodi del gruppo tra cui la scarsa chiarezza nella gestione finanziaria. «Queste informazioni non sono divulgate neanche agli stessi membri» sostiene Poma. «Nessuno conosce entrate e uscite, destinazione esatta dei fondi, saldo dei conti correnti. Perché Amnesty pubblica i bilanci e Scientology no? Regole di trasparenza e condivisione sarebbero un bel messaggio. Spero in una riforma: così la chiesa si danneggia da sola». Maggiore chiarezza, tra l’altro, potrebbe tornare molto utile al movimento, che in Italia si prepara a chiedere lo status di religione. Se venisse accettata la domanda, Scientology otterrebbe quel riconoscimento a cui ambisce da sempre. Una condizione giuridica che gli permetterebbe di pagare meno tasse. Per «fare ancora più soldi». Proprio come auspicava il vecchio Hubbard.

Fonte - ANTONIO ROSSITTO, Panorama , 03 Marzo 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

MIND CONSULTING E SCIENTOLOGY La Mind Consulting non fa più parte di Scientology ma continua a sfruttare e malpagare i suoi "collaboratori"...si perchè solo una parte sono dipendenti, per il resto sono co.co.pro. malpagati..è questa l'incentivazione di cui parla il sig. Condello?