mercoledì 11 giugno 2008

Will Smith prende in giro i nuovi miti (ma non risponde sul tabù Scientology)


«Hancock» : Il protagonista è dotato di poteri speciali ma va alla deriva

Super eroe da buttare

Will Smith prende in giro i nuovi miti (ma non risponde sul tabù Scientology)


LOS ANGELES — È tempo di eroi sugli schermi anche se imperfetti: come Indiana Jones e, soprattutto, come Hancock interpretato dall'uomo d'oro del box office americano Will Smith. L'attore nella vita privata tiene all'immagine di padre e marito perfetto e sullo schermo questa volta è vestito come un barbone, in crisi con se stesso e la sua identità nonché «alcolista senza speranza, capace di combinare guai di ogni tipo, ma....». Ma Hancock è anche capace di salvare «il popolo» e si sente un uomo del popolo afroamericano, ha capacità erotiche «sensoriali », si innamora della bella moglie del suo publicist, assoldato (e da lui salvato) per ricostruire la sua immagine da perdente.

Circolano tante voci su questo film in relazione a Smith. Ma l'attore non ha chiarito i dubbi su una sua «conversione » a Scientology né a Cannes — dove ha partecipato a un'anteprima del film diretto da sua moglie Jada Pinkett, The Human Factor — né agli MTV Movie Awards. Ha cancellato molti incontri con la stampa, trincerandosi dietro un no comment, mentre a Hollywood si parla anche di una donazione generosa al gruppo fondato da Ron Hubbard e dell'iscrizione dei figli di Smith a una scuola di Scientology. Davanti alla sede dell'associazione c'è chi inalbera striscioni che invitano Smith e Cruise a lasciare questa «religione-non religione ».

Prima delle polemiche Will parlava. Svelandosi «ex studente di una scuola cattolica, cresciuto in un ambiente Battista, aperto a ogni studio religioso, buddismo compreso». Oggi l'attore tace, timoroso di demolire la sua immagine e di fallire al botteghino per una reazione negativa della platea. Il film uscirà a luglio in Usa, a settembre in Italia. Ma dopo le proiezioni- test si incrociano già i primi commenti su Internet. C'è chi sostiene che la pellicola di Peter Berg «sia un plateale omaggio a Scientology nelle sue ricerche spirituali di salvezza e ricerca di autostima o sicurezza». A sua prima «difesa», Will ha detto: « Hancock ha bisogno di aiuto spirituale e morale, malgrado i suoi poteri, e a par mio potrebbe trovarlo in Scientology, nel Buddismo, nell'Induismo perché la base dei dettami di tante religioni è la stessa». A proposito di Hancock, costato più di 150 milioni di dollari alla Sony Columbia, dice ancora: «Ne sono entusiasta: provate a pensare a un produttore come il mio maestro Michael Mann, che ha voluto fortemente, come me, questo film. A una attrice come Charlize innamorata di un perdente con varie dipendenze... Il gioco è fatto visto che Hancock è capace di volare persino quando è ubriaco. Non metterei il mio personaggio tra gli eroi tipo Iron Man o Batman o il demone Hellboy. Volevo interpretare un uomo che sa volare e salvare la gente, ma che vive come tutti, anche se è rozzo, senza compromessi nelle sue dichiarazioni e non profuma di colonia, dato che vive come un homeless e si sente un paria. Il film è una commedia con toni agrodolci ed effetti ed affetti speciali. Interrazziale anche nei sentimenti».

Charlize Theron interpreta la perfetta moglie del pubblicitario. Dapprima detesta Hancock e poi è irrimediabilmente attratta da lui. Parla del film, non di Scientology «perché ognuno è libero di scegliere la sua fede e la cosa non riguarda gli altri». Dice: «Ho trovato il copione validissimo, ricco di colpi di scena e anche romantico. Poi lo abbiamo girato a Los Angeles, anche nei pressi dei quartieri in cui abitiamo io e Will. Lui era sempre pronto a battersi per salvare i meno fortunati, i nostri «vicini» di casa, che Hollywood finge di ignorare o arresta. La mia Mary si ritiene una moglie e una mamma perbene, ma qualcosa si incrina perché in realtà non è quella che sembra e che si è convinta di essere. Accade a molte donne. Sono stata la prima a firmare il contratto e a credere al suo fascino tra toni drammatici e brillanti. Subito dopo ho interpretato un ruolo realistico e amaro, diretta da Guillermo Arriaga. Ma Mary mi ha dato tantissimo: tra azione e risate».

Fonte - Il Corriere della Sera, art. di Giovanna Grassi, 04 giugno 2008

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