venerdì 13 giugno 2008

Tracce di Satana in Maremma


RITI DIABOLICI IN PROVINCIA - Ragazzi di 13 anni o poco più attirati dal mistero dell’occulto. Molti i resti di pratiche oscure

Tracce di Satana in Maremma

Claudio Bottinelli
Certa la presenza di sette «acide», formate da giovani
GROSSETO. Maremma, terra di Satana. Affermarlo è esagerato, e non esistono riscontri oggettivi - almeno secondo le forze dell’ordine - che portino ad affermare la presenza nella provincia di Grosseto, di sette sataniche organizzate. Ma è anche vero che tracce di messe nere, di riti diabolici, di malefici ogni tanto si trovano; e accade con una certa frequenza.
Più volte è accaduto in quel che resta dell’Abbazia di San Guglielmo, per esempio, e perfino in un campo alla periferia della città, verso l’aeroporto, c’è stata la segnalazione di strani rituali che gruppi di persone facevano nella notte lasciando sul terreno segni evidenti di riti satanici: candele disposte in certi modi, e addirittura soldi abbandonati in un oliveto. Neppure i cimiteri sono stati risparmiati ed è accaduto di trovare tombe devastate durante la notte o chiese profanate; è accaduto per esempio al cimitero di Sterpeto. Ed è stato trovato un casale nella zona di Alberese con muri dipinti di nero, candele bruciate, teschi; e la stessa cosa è accaduta a Roccatederighi. Secondo Maria Pia Gardini, dell’associazione Aris Toscana, «Grosseto e provincia pullulano di satanismo di tipo “fai da te”, poiché viene praticato da ragazzi di 13 e 14 anni che non sanno bene cosa significano i gesti che compiono. Solitamente si drogano, bevono alcool e dopo, nel momento del fervore, si colpiscono a vicenda oppure compiono gesti sacrileghi».
Una affermazione, questa della Gardini, sulla quale sembrano esserci numerose conferme. Come dimostrerebbe anche l’intervento di una insegnante della quale pubblichiamo l’intervista.
Sette sataniche? Il termine è grosso e sproporzionato.
Vero è invece - come risulta anche alla polizia e come è emerso nelle denunce di un paio di anni fa quando cinque giovani arrivarono a strappare le braccia a un Cristo in croce - che in Maremma sembra essere forte la presenza delle cosidette “sette acide” formate per lo più da giovani (dai 15 ai 25 anni, ma sopratutto minorenni) che si lasciano affascinare dal mistero dell’occulto, si inebriano di musiche cosiddette “diaboliche” e finiscono con il seguire persone più grandi che affascinano le loro menti con racconti sul diavolo e le inebriano con sostanze stupefacenti.
Chiudere gli occhi e far finta che questo non accada, in Maremma, vuol dire fare come gli struzzi. Sono realtà che i giovanissimi conoscono e che, alla fin fine, sono protagoniste dei riti notturni di cui ritrovano poi tracce qua e là, da Grosseto all’Argentario a Manciano e particolarmente attorno a Saturnia.
Voler tentare una mappa di questo mondo che guarda verso Satana è difficile, se non impossibile. Se però si ricorda che qualche anno fa la nostra provincia fu sede di un convegno nazionale sul diavolo, c’è da ritenere che la scelta del luogo non sia stata del tutto casuale. Ed è cosa certa che la Maremma è famosa da sempre per il gran numero di maghi e streghe, di persone che sono pronte a fare “fatture magiche” arrivando perfino a varcare le soglie della magia nera. Sono cose che fanno parte della cronaca di tanti anni. Cronaca che parla anche di una Maremma che è scelta talvolta da persone che abitano in altre province (Firenze e Siena soprattutto) che vengono quaggiù per fare i loro riti. La scarsa densità di popolazione in certe zone favorisce queste cose e d’altra parte che la Maremma fosse indicata come sede di sabbe e riunioni malefiche è cosa che risale fino al medioevo.
Oggi, poi, basta usare internet per impossessarsi di rituali per qualunque tipo di messa o rito diabolico. Ed è cosa da dare come certa che ci sono giovani che usano a man bassa questi siti “diabolici” per trarne ispirazione e suggerimenti. Forse anche spinti da una mancanza di valori che va facendosi sempre più pesante.
Parlare dunque in Maremma di sette sataniche capaci di sacrifici cruenti o di altri malefici appare eccessivo. Ma occhio a giovanissimi. Non sono pochi coloro che vengono attratti dal mistero e che, come dimostra l’intervista della professoressa che riportiamo, finiscono per prendere una brutta strada. Le cui conseguenze sono state ben delimitate dall’allora monsignore Angelo Scola, undici anni fa.

Fonte - IL TIRRENO, 11 giugno 2008

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