Un'intera chiesa, tremila fedeli con sei sacerdoti e trenta diaconi, vescovo in testa, si uniscono a Roma a San Josè.Sembra una notizia di altri tempi, quando intere tribù o nazioni seguivano il loro capo e piegavano il ginocchio davanti a un apostolo giunto ad annunciare la Buona Novella. La Chiesa cattolica di rito caldeo (quella maggioritaria in Iraq) della California ha accolto ieri formalmente nel suo seno tremila cristiani ortodossi iracheni, guidati dal loro vescovo, monsignor Mar Bawai Soro, che alcuni mesi fa era stato criticato duramente perché aveva riconosciuto la supremazia del Primato di Pietro sulle altre chiese cristiane. La Chiesa Assira, che ha il suo centro storico e gerarchico in Iraq, è una chiesa “apostolica”, vale a dire che la sua nascita viene fatta risalire ai primi anni del cristianesimo. Si chiama nestoriana, perché segue la dottrina di Nestorio, un monaco di Antiochia, elevato al patriarcato di Costantinopoli nell’anno 428. Nestorio affermava l’esistenza di due nature in due persone in Cristo; e per questo motivo fu condannato dal Concilio di Efeso. Senza dubbio, questa eresia fu respinta da varie chiese ortodosse, compresa quella assira,mentre invece restava aperta la questione dell’eventuale riconoscimento della supremazia di Pietro. Dal sedicesimo secolo, un gran numero di assiri nestoriani entrarono in unione con Roma, formando la chiesa cattolica caldea, che oggi conta un numero di fedeli di molto superiore alla Chiesa Ortodossa Assira. Monsignor Mar Bawai, responsabile della chiesa assira di San José, California, nelle settimane passate è stato sospeso dal Sinodo della Chiesa Assira per aver difeso, con un suo articolo, la supremazia papale. Sei sacerdoti, trenta diaconi e tremila fedeli lo hanno seguito nell’ingresso in totale comunione con la Chiesa cattolica. Intanto, dalla’latra parte del mondo, a Timosoara, un vescovo ortodosso della Romania ha condiviso l’eucaristia con i cattolici. Alla consacrazione della parrocchia della Regina della Pace a Timisoara, il 25 maggio, il Metropolita Nicolae Corneanu di Banat ha chiesto di ricevere l’ostia. Il celebrante, il vescovo cattolico Alexandru Mesian di Lugoj era il celebrante, e dalle sue mani il collega ortodosso ha ricevuto la comunione. Era presente anche il nunzio apostolico, l’arcivescovo Francisco Javier-Lozano. Anche se cattolici e ortodossi spesso partecipano a preghiere ecumeniche insieme, e talvolta presenziano alle cerimonie liturgiche dell’altra chiesa, non condividono l’eucaristia. In Romania, dove ci sono state tensioni fra cattolici e ortodossi, il gesto del Metropolita Corneanu ha creato scalpore. Il patriarcato ortodosso di Romania si è limitato a commentare che al prossimo Sinodo, in luglio, al vescovo “può venire chiesto di dare una spiegazione appropriata” del suo comportamento. Corneanu è stato uno dei primi vescovi ad ammettere di aver collaborato con I servizi segreti durante il regime comunista. E’ stato anche uno dei pochi leaders ortodossi a dirsi disposto a rendere ai cattolici le proprietà che il regime aveva tolto loro, per darle agli ortodossi nel 1948.
Fonte - La Stampa, 28 Maggio 2008
Fonte - La Stampa, 28 Maggio 2008
1 commento:
se quanto da voi riferito fosse vero ne sarei molto felice.essendo un credente cristiano. mi auguro che la chiesa romana non deluda i nuovi arrivi, come ha fatto nei secoli con i cristiani che non potevono credere alle supestizioni di questa cosidetta religione cristiana che dopo il primo amore avrà più indiferenti che credenti.ono?
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