martedì 30 settembre 2008

HA CIRCUITO MONS. BALDUCCI, IN CARCERE AVVOCATO ROMANO














ROMA - Un giro di denaro molto 'consistente', proprietà immobiliari in Italia e all'estero ma anche quote azionarie in diverse società. Questo il patrimonio attorno al quale si sarebbe consumato un vero e proprio raggiro che ha avuto per vittima monsignor Corrado Balducci, demonologo e teologo, per anni l'esorcista della diocesi di Roma, morto sei giorni fa dopo una malattia. 

Un raggiro che, al momento, ha portato in carcere un altro personaggio 'in vista' nella capitale, l'avvocato Giorgio Bosio. Un raggiro che, si sussurra, potrebbe superare il mezzo milione di euro. Sarebbe stato, secondo le accuse mosse dalla procura romana, proprio l'avvocato l'ideatore della truffa della quale, sembra, si mormorava già da tempo negli ambienti più vicini all'alto prelato. 

Gli stessi ambienti che hanno sollecitato l'indagine dei carabinieri. E questa mattina, all'alba, i carabinieri si sono presentati nell'elegante appartamento dell'avvocato Bosio, nel cuore del quartiere Monteverde. Le accuse mosse dai carabinieri della compagnia di Porta Cavalleggeri e dalla Procura di Roma si riferiscono alla posizione dell'avvocato in ordine alla gestione dell'eredità e del patrimonio del prelato. Bosio è accusato di circonvenzione di incapace. 

Secondo l'accusa l'avvocato avrebbe dilapidato il patrimonio dell'alto prelato del quale era curatore legale. Ma ci sono altre persone indagate, denunciate in stato di libertà, nell'ambito dell'inchiesta. Secondo quanto accertato dai carabinieri l'avvocato Bosio e le altre persone avrebbero sottratto denaro a monsignor Balducci, sin dal luglio 2007. I carabinieri hanno sequestrato l'appartamento dell'alto prelato in via Pio IV e i conti correnti bancari riconducibili agli indagati per verificare e risalire a tutti gli assetti societari titolari dei beni di monsignor Balducci. 

L'arresto dell'avvocato Giorgio Bosio è stato effettuato in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Barbara Callari del Tribunale di Roma, che aveva accolto richiesta del pm Alberto Caperna. In uno stralcio dell'ordinanza si legge che Bosio "in concorso con altre persone denunciate in stato di libertà, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, abusando dello stato di incapacità di mons. Balducci con più atti di disposizione patrimoniale a lui sfavorevoli cagionavano alla persona offesa un danno patrimoniale di rilevante gravità sin dal luglio 2007".

 Monsignor Corrado Balducci, molto stimato in Vaticano, è stato Prelato d'onore del Papa dal 1964. Era conosciuto soprattutto per i suoi interventi a trasmissioni televisive su satanismo, occultismo, astrologia ed extraterrestri. Ha scritto diversi libri, tra cui "Il diavolo esiste e lo si può riconoscere", dove spiegava come riconoscere una vera possessione diabolica da un caso psichiatrico. Una dedizione che probabilmente non lasciava tempo alle vicende economiche che aveva affidato al suo avvocato di fiducia.

"Le accuse rivolte nei confronti del mio assistito risultano prive di qualsivoglia fondamento in fatto". Lo ha affermato, in una nota, Daniele Fabi, difensore dell'avvocato di monsignor Corrado Balducci, Giorgio Bosio, accusato di avere dilapidato il patrimonio dell'alto prelato del quale era curatore legale. 

Fabi ha sottolineato che "grazie all'attività professionale svolta dall'avvocato Bosio, della quale è gia" in atti la prova documentale, lo stesso è riuscito in più occasioni ad evitare che terzi soggetti spogliassero il monsignore dei propri beni, nonché a tutelare la persona del prelato promuovendo azioni di natura giudiziaria volte ad evitare abusi e circonvenzioni che altri soggetti, e sicuramente non l'avvocato Bosio, hanno tentato di perpetrare".

 "Lascia perplessi - ha aggiunto - la circostanza che l'autorità giudiziaria già a conoscenza da molti mesi di quanto sopra è stato indicato, solo dopo la morte del monsignore, della quale è stato proprio Bosio a dare notizia al procuratore tramite il sottoscritto, abbia ritenuto necessario procedere alla richiesta di applicazione di misura cautelare senza che ve ne siano i presupposti e le condizioni di legge".

Fonte - ANSA, 26 settembre 2008

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