giovedì 3 aprile 2008

NEW AGE: Apocalisse il 21 Dicembre 2012


IL CASO. Si diffonde la nuova strampalata moda New Age millenarista: con libri, film e siti internet proclama che la fine del mondo è vicina

Il profeta di questa ennesima profezia si chiama Gregg Braden.
Un diffuso fenomeno culturale, basato sul calendario dei Maya
MARIO A. IANNACCONE - Avvenire 2 Aprile 2008.-

2012, incubo apocalisse

L’ apocalisse il 21 dicembre del 2012? Ci credono mi­lioni di persone, per lo più legate al variegato universo del New Age. Uno dei più seguiti pro­feti di questo nuovo millenarismo è Gregg Braden. Barba brizzolata, capelli un po’ indisciplinati come si conviene ad un profeta, devotis­simo a Madre Terra (rigorosamen­te con le maiuscole), scrive libri e tiene affollate conferenze in giro per il mondo che iniziano con un’ammonizione severa: «negli ul­timi duemila anni abbiamo smes­so di vivere in simbiosi con Madre Terra». È stato un errore gravissi­mo, perché le lontre sono dimi­nuite, e noi umani siamo sempre di più e sempre più egoisti. Ma ora tutto ciò «sta per finire» perché «stiamo per entrare nella nuova Età della Luce». Dunque secondo Braden le cose stanno per miglio­rare? Sì e no. Non senza contrac­colpi, comunque, perché prima della rivelazione apocalittica e della beatitudine dovremo passa­re attraverso una grande tribola­zione. Quando entra nei dettagli Braden sorride: sì, certo, le sue profezie sono allarmanti, ma l’an­goscia va scacciata perché il mes­saggio, in fin dei conti, è positivo.
Sarà. E tuttavia è difficile mante­nere la calma quando si scorre la lista di mirabilia che ci attendono fra quattro anni: il moto di rota­zione della terra s’invertirà, il sole si fermerà in cielo per un’intera giornata e poi sorgerà ad ovest, i poli magnetici subiranno un bru­sco slittamento, ci saranno eru­zioni e terremoti, ci sfioreranno nubi galattiche, pianeti e asteroidi con nomi di deità egizie (Niburu, Aphopis). Insomma ci sarà poco da stare allegri. Per fortuna, dopo la notizia cattiva c’è quella buona (ecco spiegato il sorriso di Braden e d’altri profeti del 2012): dopo lo spavento, quelli fra noi che esiste­ranno ancora saranno sottoposti ad una Grande Pulizia (con le maiuscole) prodotta dal cambia­mento della frequenza vibratoria di tutta la materia. La nostra car­ne, addizionata di un supplemen­to di Dna, produrrà un «corpo di luce» che ci farà diventare molto spirituali, pressoché disincarnati, altruisti, ecologisti, tendenzial­mente matriarcali e inoltre poco interessati alle differenze fra i sessi (che l’Unione Europea ci stia pre­parando con la sua gender philo­sophy?).
Il lettore può chiedersi a questo punto chi sia questo Gregg Braden e donde derivi queste conoscenze: Braden è un geologo, figlio di quel William Braden che insegnava a trovare Dio con l’Lsd negli anni Sessanta. I segni dei tempi (riscal­damento globale in primis, rivolta della natura, impazzimento dei delfini) a lui paiono molto elo­quenti. Ma la rivelazione princi­pale gli è arrivata meditando sugli insegnamenti della civiltà Maya, e in particolare dal suo calendario che s’interromperebbe, misterio­samente, proprio nel fatidico sol­stizio d’inverno del 2012. Il condi­zionale però è d’obbligo perché gli archeologi avvertono che l’inter­ruzione è dovuta alla sparizione della civiltà Maya e della sua casta sacerdotale, che ha impedito l’ag­giornamento del calendario.
Le teorie, le ansie, le predizioni sul 2012 stanno producendo una co­spicua massa di libri e un’attività frenetica sul web. Un centinaio di volumi sono stati pubblicati in lingua inglese soltanto negli ulti­mi tre/quattro anni, e qualcuno i­nizia a filtrare, tradotto, anche da noi. Prepariamoci all’alluvione. E­sistono differenti predizioni sull’a­pocalisse del 2012: alcune s’ispira­no ai cicli indù, agli Inca, all’Anti­co Testamento, all’immancabile Nostradamus, alla Teosofia e per­sino alle apparizioni di Fatima; al­tre ancora ai culti dei dischi volan­ti oppure ad ipotesi scientifiche più o meno eretiche. Per qualcuno arriveranno gli extraterrestri (già ci stanno parlando con i cerchi del grano, no?), il Maitreya o Buddha dei tempi ultimi, un «Cristo» che poco ricorda il Signore atteso di nuovo dai cristiani. Comunque sia, le ansie e le speranze di tutti sono concentrate sull’anno 2012, data di un nuovo millenarismo nel quale il Cristianesimo e i suoi Novissimi sono generalmente as­senti o interpretati in modo tanto eterodosso da risultare irricono­scibili. L’appuntamento con l’apo­calisse del 2012 si propone, in­somma, come un laicissimo giu­dizio universale, dove la separa­zione del loglio dal grano non sarà opera di Gesù al secondo ritorno, ma dalla capacità del «peccatore» di adeguarsi o meno alla giusta «frequenza vibratoria» dell’uni­verso. Un giudizio impersonale, dunque, governato, al limite, da intelligenze aliene, quelle che ci hanno collocato sulla terra e che ora ci soccorrono. Sebbene alcune tragedie passate, come i suicidi di massa della setta di Heavens’Gate (1997) o quella del Tempio Solare (1994-1995), non siano estranee al tema (basti pensare che nell’eso­terismo neotemplare già cin­quant’anni fa si citava il 2012 co­me data cruciale), l’attesa della data fatidica non sembra destina­ta a tramutarsi in un’angoscioso panico, anche se non è affatto e­scluso che in gruppi minori, carat­terizzati da dottrine di separatez­za e guidati da personalità forti, si possano riprodurre eventi dram­matici come già nel passato.
Quando la data arriverà e passerà, ci verrà detto probabilmente che l’umanità non era pronta o che la «Grande Invocazione» (la preghie­ra- invocazione che risuona di più nel mondo New Age) ci ha rispar­miato tribolazioni e seccature. In­tanto, dopo che Mel Gibson nel suo Apocalypto aveva alluso al ve­ro legame fra la nostra apocalisse e quella dei Maya (la corruzione morale che porta al sacrificio u­mano più o meno mascherato), Michael Bay, il tycoon più fracas­sone di Hollywood, ha già messo il cappello sopra il tema (e non è il solo) annunciando l’avvio della produzione di un kolossal che s’intitolerà, guarda un po’, 2012 la guerra delle anime.

Fonte - GRIS Roma.org, 2 Aprile 2008

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