mercoledì 9 aprile 2008

Italia, boom delle sette sataniche: sono ottomila per 600mila adepti


(Retrospettiva giornalistica)

La polizia: «Indagini complesse, manca la normativa adeguata»
ROMA
In Italia le sette sataniche sono circa ottomila, con oltre 600mila adepti, «cui si aggiungono migliaia di nuovi culti e forme di religiosità legate a figure carismatiche». È Poliziamoderna, il periodico ufficiale della Polizia di Stato, a fare il punto sul fenomeno. «Le occasioni per aderire sono tante: Internet, negozi di musica gotica, raduni camuffati da feste, ma è difficilissimo uscirne. Un universo sotterraneo che di tanto in tanto affiora attraverso tragici casi di cronaca nera, come i delitti delle Bestie di Satana, l’omicidio della suora di Chiavenna (Sondrio) e l’assassinio di Manfredonia (Foggia), compiuto da due ragazze che sostenevano di essere possedute dal demonio». Molto spesso «le fattispecie accertate nelle indagini sono violenza privata, istigazione al suicidio, furto, vilipendio di tombe e sequestri di persona», spiega Antonio Salvatore Tonti, da sette mesi alla guida di una task force di investigatori anti-sette, che fa capo al Servizio centrale operativo della Direzione anticrimine centrale. «Quando parliamo di setta, bisogna pensare all’accezione negativa del termine -spiega il primo dirigente della Polizia di Stato- e cioè ad un’associazione che agisce ai limiti dell’ordinamento legale e che opera in modo strisciante ed occulto». Le indagini sono complesse «poichè non esiste una normativa adeguata a questa realtà. Basti pensare -rileva Poliziamoderna- al reato di plagio che è stato attenuato. A complicare ulteriormente il lavoro dei poliziotti concorre spesso anche la reticenza e la scarsa collaborazione delle vittime». Talvolta sono gli stessi familiari a segnalare gli episodi criminosi. «Usare una metodologia investigativa più incisiva diventa a volte difficile poichè nelle attività dei presunti ’santonì, a meno che non si riesca a dimostrare il reato di associazione a delinquere, si configurano spesso ipotesi di reato come la violenza psicologica», continua Tonti. Dimostrare il condizionamento mentale operato all’interno delle sette nei confronti di soggetti fragili richiede un lavoro accurato da parte di psicologi ed esperti. Per questo a coadiuvare il pool anti-sette ci sono anche i tecnici dell’Unità di analisi crimini violenti (Uacv) della polizia scientifica. «I nostri referenti sono le squadre mobili di tutte le questure d’Italia -spiega il capo della task force anti-sette della Polizia- e sul territorio abbiamo dei particolari sensori, come l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che, grazie al numero verde 800.228.86, ci segnalano situazioni connesse alle varie manifestazioni dell’occultismo, anche se, spesso, molti episodi non hanno valenza penale».

Fonte - La Stampa, 24 Giugno 2007

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