lunedì 7 aprile 2008

Diavoli e magistrati


Il demonio torna di scena in due interviste - un magistrato e un docente di psicopatologia - in un giornale "online".

In genere di diavolo parlano preti e appassionati di demonologia. Quando ne accennano il papa o i vescovi, fa notizia. E' singolare che di questo personaggio tratti un magistrato di spicco. Bruno Volpe, del giornale online “Petrus” ha intervistato Tiziano Masini, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Varese che ha rappresentato l’accusa nel processo alle cosiddette ‘Bestie di Satana’, ritenute responsabili di diversi omicidi (fra cui quelli di Chiara Marino e Fabio Tollis, i primi ad essere scoperti), induzioni al suicidio e altri delitti che hanno colpito l’opinione pubblica italiana. La tesi accusatoria è stata accolta dal Collegio Giudicante che ha comminato pene severissime. Riportiamo una parte dell'intervista:
Dottor Masini, che idea si è fatta del satanismo vivendo in prima persona questo processo? “Intanto che si tratta, senza ombra di dubbio, di un fenomeno preoccupante e in espansione, molto più di quello che sembri realmente. Una delle cause scatenanti, da quanto ho potuto constatare, è la disgregazione delle famiglie. La maggior parte dei giovani processati, infatti, proveniva da nuclei familiari multiproblematici a causa di separazioni e divorzi. Di conseguenza, penso che la famiglia possa giocare un ruolo importante al fine di prevenire anche questo triste fenomeno. Un’altra causa del satanismo - data per scontata l’adorazione del Male - è il cosiddetto contesto amicale, cioè le cattive compagnie. Anche in questo caso entra in gioco la famiglia: i genitori dovrebbero controllare di più e meglio le frequentazioni dei figli”.
Lei accennava all’adorazione del Male da parte dei seguaci di Satana, comprese le ‘Bestie’ di Varese.
“Esatto. Tutti gli imputati, dico tutti, mostravano inimicizia e disprezzo verso il cristianesimo, e dicevano di parlare il linguaggio dell’antiCristo”.
Il codice penale non consente, come è noto, che imputati come le ‘Bestie di Satana’ vengano sottoposti ad esorcismi. Ma ha avuto modo di constatare in loro dei segni di possessione diabolica? “Posso dire che nell’ambito delle indagini è emerso che parlassero lingue strane, emettessero suoni gutturali indecifrabili e di stampo rauco, invocassero e nominassero continuamente tutti i demoni. Inoltre bestemmiavano contro Cristo e la religione cattolica e affermavano di soffrire alla vista di immagini e oggetti sacri e di gemere soprattutto quando vedevano un pentagono di vetro”.
Nel processo si è parlato anche di magia nera.
“Sarò più preciso: gli imputati si riunivano per celebrare messe nere ed invocare le forze dell’inferno. Anche questo meccanismo li ha portati, con la forza del branco, a commettere i reati contestati”. Ritiene che il fenomeno del satanismo sia presente in che misura oggi in Italia? “Altissima; ciò che si vede è solo la punta dell’iceberg: molti casi sono ancora sconosciuti e quindi impuniti. Ma penso sia il frutto di questi tempi in cui sono in voga oroscopi, letture esoteriche, maghi e cartomanti. Sarebbe certamente più saggio diffidare e stare alla larga dall’occultismo”.
Bruno Volpe ha poi intervistato il professor Francesco Bruno, criminologo e docente di psicopatologia forense all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, che si definisce cattolico non praticante. E’ un volto noto al grande pubblico, perché spesso ospite di “Porta a Porta”.
Professor Bruno, iniziamo con il satanismo e le sue relazioni con la criminalità. Lei, da medico, crede alle possessioni diaboliche?
"Il vero problema, e lo scriva pure, consiste nel voler sempre spiegare scientificamente anche quello che non lo è. Io non sono un teologo, ma qualche volta mi imbatto in persone affette da fenomeni che non saprei come incasellare e che non hanno una logica secondo la psichiatria moderna. Ecco, se vuole la mia opinione, il male esiste, poi se abbia le corma o il forchettone non lo so, ma è indubbiamente subdolo ed ammiccante".
Come giudica il fenomeno del satanismo in Italia e nel mondo?
"Allarmante, ed è molto ma molto più diffuso di quanto si creda. Ciò che si legge sui giornali e si vede in Tv è solo la punta dell'iceberg, la fetta di un retroterra sempre più ampio. Credo che la causa a livello sociale sia la disgregazione della famiglia, l'edonismo sfrenato, il pensare che tutto sia lecito, l'aver perduto il senso del peccato. Sembra che il confine tra il bene e il male si sia attenuato o addirittura sfumato. A tal proposito, penso che Benedetto XVI, nel suo Magistero, stia giustamente evidenziando la necessità di ripensare e rivalutare l'idea del peccato, a cui - ci ammonisce continuamente - bisogna saper dire di no".

Fonte - La Stampa, di Marco Tosatti, 11 Marzo 2008.

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