venerdì 18 luglio 2008

Religioni, alle Molinette una "stanza del silenzio"


Firmato un protocollo d´intesa tra l´ospedale e 14 confessioni

Religioni, alle Molinette una "stanza del silenzio"

(cla.m.)
Una "stanza del silenzio". Una struttura pronta ad accogliere i ministri delle diverse confessioni. Ortodossi, protestanti, ebrei, musulmani, induisti e buddhisti avranno, a partire dal prossimo autunno, il loro spazio all´interno dell´ospedale. Lo ha deciso la Regione Piemonte in accordo con le Molinette che già da tre mesi ha avviato una prima sperimentazione del progetto ottenendo ottimi risultati. «Abbiamo voluto rispettare la composizione della nostra popolazione - afferma l´assessore regionale alla sanità Eleonora Artesio - permettendo a tutti di trovare in ogni luogo rispetto e libertà di espressione». Si offre, in questo modo, la possibilità di vivere la malattia nella sua dimensione più completa, non dimenticandone l´aspetto spirituale.
Sorgerà così un luogo destinato a tutte le quattordici confessioni che hanno sottoscritto il protocollo, quelle con più di 30 mila adepti e riconosciute ufficialmente dallo Stato italiano. Restano fuori Scientology, perché non riconosciuta, e i Testimoni di Geova che non hanno siglato l´accordo. Giuseppe Galanzino, direttore generale delle Molinette, spiega come si è arrivati al primo abbozzo di "stanza del silenzio": «Abbiamo assegnato un questionario a tutti i ministri per sapere cosa doveva esserci e cosa no all´interno della stanza, quali colori usare e quali immagini raffigurare. Alla fine avremo uno spazio piuttosto spartano ma che rispetta la sensibilità di tutti. La Curia di Torino ci ha offerto la cappella dell´ospedale dermatologico di via Cherasco per la sua costruzione».
I pazienti potranno dunque ottenere in ospedale una lista con i contatti dei diversi ministri da poter chiamare nel momento del bisogno. Questi avranno libero accesso alle strutture di degenza ma dovranno anche rispettare il vincolo di non proselitismo che è stato imposto. Una volta stilato un protocollo ufficiale, si potrà quindi passare agli altri ospedali piemontesi che dovranno creare le loro "stanze del silenzio". Diverso discorso, invece, se si parla dell´officiare un culto. Per ora non sarà possibile perché prevederebbe una serie di strutture e vincoli che in fase sperimentale non sono di facile risoluzione. A piccoli passi, però, si potrebbe arrivare anche a questo.

Fonte - La Repubblica ed. di Torino, 16 luglio 2008

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