venerdì 18 luglio 2008

La Rete del diavolo


Si diffondono sempre più sul Web chat, forum e bacheche dove si incontrano i devoti di Satana

Maria Cristina Ascenzi

Ci sono temi per definizione impegnativi che sembrerebbero esclusi, per consenso comune, dalle discussioni estive. Del tutto controtendenza, quindi, vi proponiamo in questo numero un ragionamento su uno dei fenomeni più antichi, discussi e per molti aspetti pericolosi che conosciamo. Stiamo parlando del satanismo. E ne parliamo perché suggestioni e pratiche di derivazione satanista hanno provocato anche di recente fatti di sangue rendendo il fenomeno attualissimo.
Ce ne occupiamo naturalmente sul versante telematico.
Già dieci anni fa infatti quella che viene considerata una disciplina tra le più occulte aveva trovato su Internet notevoli spazi di divulgazione e proselitismo cresciuti a un ritmo sempre maggiore.
Fare il punto della situazione oggi consente di registrare una realtà vastissima. Non siamo ancora ai livelli degli Stati Uniti – con migliaia di siti – o di altri Paesi europei in cui la Rete è utilizzata più diffusamente. Ma non dimentichiamo che Torino risulta la seconda città per numero di sette sataniche conosciute, dopo Londra. In ogni caso la presenza satanista in Internet nel nostro Paese è significativa.
Ricerche sempre più frequenti sul fenomeno hanno consentito di individuare su Internet non meno di 700 siti satanisti che propongono computer e linea telefonica come “veicoli” di Satana, suggestionando con facilità molti utenti. E sono sempre più frequenti le pagine Web utilizzate da congreghe sataniche per diffondere liberamente contenuti illegali.
Il “disvalore” – incolpevole – della Rete sta tutto nel fatto di essere un mezzo di grande diffusione, facilmente raggiungibile e frequentato da moltissimi adolescenti. Così diventa un formidabile strumento di propaganda e di suggestione satanica. E se prima dell’avvento della telematica i contatti con questi ambienti erano quasi impossibili, oggi si viene catapultati su migliaia di pagine Web con un paio di clic.

Fonte - Polizia Moderna, ago/sett. 2004

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