Minori abusati. E costretti, a loro volta, ad abusare di altri coetanei. Una catena di sevizie, consumata in appartamenti o ville private. Complici e protagonisti adulti - tra cui diretti familiari - incappucciati o travestiti che invocano e usano Satana per dare un nome alle proprie perversioni. Accade a Salerno, anche se non se ne parla. L’ultimo episodio - su cui da mesi sta indagando la Procura - ha coinvolto tre fratellini. Padre salernitano, madre straniera. A far scoppiare la bomba, una vicina di casa, insospettita dal comportamento e dalle frasi di uno dei tre bambini. «Ma anche tu fai a tua figlia queste cose?», le chiese il più grande mimando un atto sessuale. Poi l’iter drammaticamente lungo com’è prassi in questi casi: le denunce, le perizie, un pm che sta raccogliendo elementi per arrivare alla fase dibattimentale del processo ed appurare se, quanto raccontato dai tre fratellini, corrisponda al vero. Se le loro parole ed i loro disegni - analizzati anche da periti di Torino - raffigurano quello che realmente hanno subìto, di satanico c’è solo la perversione reiterata tradotta in un abuso collettivo e rituale. A cui avrebbe partecipato il padre, il nonno e un nutrito gruppo di amici di famiglia. Liberi professionisti e commercianti, dediti a riunioni in un appartamento salernitano ed in una villa appena fuori le porte cittadine. Vere e proprie orge, con bambini violentati ripetutamente e costretti a replicare i comportamenti degli adulti su altri coetanei. I tre fratellini, nel ricco dossier sottoposto all’attenzione della Procura, hanno riferito di altri tre bambini coinvolti, alla cui identitá i magistrati stanno cercando di risalire. Si parla di adulti incappucciati e travestiti, di pozioni da ingurgitare - «sennò non diventi figlio del diavolo» - a base di sangue, sperma e droghe, probabilmente anfetamine. Per chi le sette sataniche doc le conosce bene, questa di casa nostra è solo una brutta copia priva di organigrammi, rituali e finanche di una pur discutibilissima filosofia guida. Resta l’orrore delle sevizie, degli abusi e delle violenze, su cui la Procura salernitana è chiamata a fare luce. La madre è intenzionata ad andare fino in fondo: senza esitazione ha denunciato il marito, che in passato aveva picchiato anche lei. Si cercano conferme, indizi, prove su quanto raccontato dai tre fratellini ai vari psicoterapeuti che li hanno ascoltati e che li stanno affiancando. «Sono battaglie lunghe e dolorose, ma per noi la salvaguardia dei minori è una missione - tuona Sandra Pagliuca, psicoterapeuta presidente della cooperativa salernitana "Minor Amati" - Purtroppo c’è la tendenza a non dare troppo credito a quanto raccontano i bambini. Ma un esperto del settore riconosce subito un minore abusato. Lo legge perfino nel modo in cui parla o cammina. Negli ultimi tre anni mi è capitato di occuparmi di tre "sette sataniche" nel Salernitano. I processi sono ancora aperti e generalmente durano anni. Nel frattempo i minori soffrono e questi personaggi se la spassano».
( Repubblica-La Città di Salerno 02 dicembre 2007)
Nessun commento:
Posta un commento