martedì 20 novembre 2007

Massacro in Guyana,parte 2

Parte seconda



Nel 1963 la setta di Jones cambiò ancora nome in Chiesa del Vero Vangelo del Tempio del Popolo, ed in quel periodo egli cominciò a parlare ai suoi discepoli di sempre più frequenti visioni di olocausto nucleare, per sfuggire al quale cominciò a cercare un sito che potesse essere sicuro da abitare in previsione di una devastazione di quel genere, finendo infine per trovarlo in una piccola colonia nella Guyana Inglese; sempre nello stesso periodo cominciò a praticare guarigioni apparentemente miracolose su ammalati di cancro, di malattie cardiache, di artriti reumatiche, di crisi epilettiche, malattie in verità o millantate o addirittura posticce.


Nel 1965 Jones fondò assieme alla moglie Marceline la Jim-Lu-Mar Corporation, impresa con fini di lucro il cui scopo era quello di acquisire proventi derivanti dalla gestione di case di cura, di proprietà immobiliari, di esercizi di commercio, società che però falli ben presto. Riprendendo e riproponendo allora con ancor più decisione la sua visione di olocausto nucleare, Jones trasferì nello stesso anno tutta la propria comunità, composta all’epoca da circa centocinquanta individui, nel paese di Ukiah, in California, nel minuscolo villaggio di Redwood Valley, dove due anni dopo i membri della setta erano saliti al numero di più di trecento. Jones riuscì pur tra mille difficoltà a trovare i fondi per la realizzazione di una nuova chiesa, di una piscina battesimale e di undici pullman Greyhound per le trasferte della comunità, e cominciò un’intensa attività di pastore itinerante nella non lontana San Francisco, attività basata su spettacoli di guarigioni mirabolanti ed in apparenza miracolose che ne esaltarono e sparsero la fama di taumaturgo.


Fu così che, sull’onda di un successo anche finanziario non indifferente, che Jones poté nel 1970 stabilire la propria comunità in una grande città, e precisamente nella vicina San Francisco, dove acquistò per più di centomila dollari un auditorio inutilizzato trasferendovi il suo quartier generale e spendendo altri duecentomila dollari fra contributi locali e spese straordinarie non meglio specificate, ed iniziando al tempo stesso a contribuire con somme ingenti alle spese di stazioni radio e quotidiani locali (tra cui gli stessi San Francisco Chronicle e Los Angeles Times). Nell’agosto del 1973 i locali della setta andarono distrutti in un violento e misterioso incendio, del quale lo stesso Jones aveva “predetto” che si sarebbe potuto verificare accrescendo così la sua fama di veggente e profeta. Acquistata una vecchia sinagoga in South Alvarado Street, Jones vi si trasferì con tutta la propria congregazione, e cominciò anche nello stesso periodo ad ampliare le proprie attività con la fondazione di una casa discografica (la Brotherhood Records – Dischi della Fratellanza), di un giornale di sei-otto pagine, con la collaborazione ad un’emittente radiofonica locale. Nello stesso periodo Jones cominciò per la prima volta ad occuparsi fattivamente dei problemi della Guyana, dopo essersi recato una prima volta nel 1973, cominciò a brigare per l’elezione di amministratori locali a lui favorevoli e si accodò pure al carrozzone del Partito Democratico impegnato all’epoca nella campagna presidenziale del 1976.

Fin qui la storia di Jim Jones, della nascita del tempio del popolo, le motivazioni pseudoreligiose degli aderenti alla setta. Una storia che prosegue in Guyana,e che si conclude il 18 novembre del 1978, una storia che coinvolge mille persone, uomini, donne e bambini. E un deputato del congresso, Leo J. Ryan.

Il sogno è diventato realtà, e a Jonestown è nata una comunità che vive secondo i dettami della legge superiore del suo fondatore. L’emigrazione di massa è avvenuta in silenzio, ma non è passata del tutto inosservata. E Leo Ryan, cinquantenne deputato democratico della California, uomo retto e onesto, da tempo ha deciso di indagare a fondo sulle voci di dissidenti della setta che parlano di plagio, di strane abitudini sessuali del reverendo, di armi e violenze, di danaro e di voci di suicidio di massa. Del resto per lui non è una novità: ha già indagato su Patricia Hearst, il caso clamoroso della miliardaria divenuta guerrigliera. Ne ha tratto la convinzione che la ragazza non sia altro che un volgare caso di plagio da parte della setta che l’ha rapita, e porta quella esperienza importante nello studio del caso del Tempio del popolo. Ma la motivazione più forte arriva dalla segnalazione di Sammy Houston, un suo vecchio amico, che gli chiede di indagare sulla morte di Bob, suo figlio, morto in circostanze misteriose dopo l’abbandono della setta di Jones. Le indagini che il deputato svolge confermano la possibilità che all’interno della setta ci sia una struttura coercitiva, psicologica ma anche fisica, che impedisca ai dissidenti di riprendere una vita normale. Nell’estate del 1978 Ryan arriva alla conclusione che le voci non siano solo tali, ma che contengano molti elementi di verità. Ma, come già accennato, Jones sfugge alle indagini trasferendo tutti gli aderenti alla setta a Jonestown. A Ryan non resta altro da fare che organizzare un viaggio nella nuova colonia, cerca appoggio alla Camera dei deputati, ma il massimo che riesce ad ottenere è un incarico semi ufficiale che gli eviti di far apparire la cosa come un gesto indipendente.

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