mercoledì 9 gennaio 2008

Prostitute Uccise in Versilia - Spunta ipotesi serial killer


Da CentoMovimenti.com
Gennaio 8, 2008

Ci sarebbe un filo che unisce i vari omicidi di giovani prostitute italiane, dell’est Europa ed Africane, lungo i lunghi rettifili della Via Aurelia tra Sarzana e Pisa. Di questo sono convinti gli inquirenti dopo il ritrovamento nella settimane scorse del corpo seminudo ed in avanzato stato di decomposizione di una ragazza di colore, probabilmente nigeriana, in uno dei tanti canali scolmatori che attraversano la pineta di Migliarino, nel pisano. A trovare l’elemento comune di queste morti violente potrebbero essere i Ris di Parma che stanno passando al setaccio, utilizzando i più moderni strumenti che la tecnologia offre, tutti gli omicidi di meretrici avvenuti a partire dalla fine degli anni novanta sino ad oggi nel triangolo che ha come vertici le città di La Spezia, Livorno e Lucca. Bocche cucite nei vari comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri ma la sensazione è che si stia lavorando attorno a qualcosa di consistente. L’ipotesi investigativa è che ci si trovi di fronte ad un serial- killer, a qualcuno cioè di simile a quel Donato Bilancia che, tra l’autunno del 1997 e la primavera del 1998, disseminò di diciassette cadaveri tutta la Liguria, da Chiavari a Ventimiglia. Questa volta il serial killer dovrebbe concentrare il suo raggio d’azione solamente all’interno di quello squallido mondo, denotato da vere e proprie forme moderne di schiavismo, che solitamente prende il nome di “prostituzione da strada”. L’inizio della matassa potrebbe essere rappresentato da tre assassini accaduti tra il 1998 ed il 1999 sulla circonvallazione di Sarzana e su altrettanti ferimenti che in quel periodo insanguinarono la seconda città dello spezzino. Tutte nigeriane, ungheresi od albanesi le vittime. Già riaperto invece il fascicolo concernente la tragica fine di Idemudia Blessing, trovata cadavere con il cranio fracassato nello specchio acqueo antistante la Palmaria. Era il 19 Gennaio 1999. Cinque mesi dopo, a Santo Stefano Magra, l’uccisione di Andije Vujuvic, ventunenne proveniente dai Balcani, come dai Balcani provenivano le albanesi Mikaela M., ancora minorenne, e Laureta Kikjia da poco maggiorenne. Gli ultimi due casi risalgono ad appena due anni fa. Nel frattempo altre ragazze albanesi, nigeriane e dell’Est Europa furono trovate cadavere attorno al lago di Massacciucoli, nelle pinete del viareggino e del Tombolo che già lambiscono la città di Livorno. Certamente quella che va dalla foce del Magra a quella dell’Arno è una delle zone italiane più tristemente conosciute per essere storicamente teatro d’incontri mercenari che frequentemente coinvolgono anche minorenni di entrambi i sessi. Come dimenticare il tristemente noto caso Lavorini del lontano 1969? Polizia e Carabinieri contrastano il fenomeno come possono, considerate le penurie d’organico e di mezzi. Ora il racket della prostituzione è interamente in mano alle mafie russe ed albanesi, notoriamente molto feroci. Dietro a questa interminabile scia di sangue secondo i Carabinieri potrebbe dunque spuntare l’ombra di un serial- killer mentre secondo altri invece ogni omicidio farebbe storia a se, qualche volta perpetrato dal racket a mo’ di punizione per qualche sgarro, altre volte da qualche cliente in preda ad un folle raptus. Quel che è certo è che da ormai quarant’anni la dolce Versilia carducciana, terra di spensierate vacanze, è una delle mete maggiormente ambite dai moderni schiavisti.

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