venerdì 26 ottobre 2007

AMAZZONI NEL NOME DI JULIA




di Niccolò D’Aquino
Tratto da IO DONNA del Corriere della Sera, 23/10/2007

La capa, Katarina, ha 26 anni. Le altri sono quasi tutte studentesse.. Le nuove guerriere di Ucraina hanno riti di iniziazione, armi in pugno, vite separate dai maschi. E un’eroina: la bionda Tymoshenko, trionfatrice alle elezioni.

Si certo, le amazzoni erano guerriere. Si per tirare meglio con l’arco si tagliavano il seno destro. Ed erano sicuramente contro i maschi. M, colpo di scena, “non erano greche. Nei libri di testo era scritto che erano originarie di Ponte Eusino sul Mar Nero. Ed erano le antenate di noi cosacche”.
Meglio ascoltare, visto che a dirlo è Katarina Tarmovska. Affilata come un coltello, segaligna, bionda e bianchissima, le mani dentro i guantoni da pugile, sguardo pericoloso, la 26enne Patarina ha interrotto gli allenamenti di Gopak, l’arte marziale cosacca: metà danza,, metà combattimento. E’ circondata da un gruppo di ragazze altrettanto inquietanti. Mariana, 19 anni, stivali torchiati e gonnella di pelle nera, maneggia una daga. Yarina, 17 anni, esibisce una bastone con catena (“E’ un martello medioevale”); mentre la sorella gemella Chrystyna padroneggia con disinvoltura l’ascia. Un’altra Mariana, 19 anni, studentessa del Politecnico, ha per le mani due falci affilate. Ben due asce – con l’aggiunta di due asce- quelle con cui si fa fotografare la terza Mariana, pure lei 19enne e studentessa di lingue. Nella palestra di Lvov, frontiera tra Ucraina e Polonia nel cuore dei monti Carpazi, l’atmosfera è surreale. Le armi non sono l’unico elemento che accomuna le 150 ragazze dell’Asgarda, il gruppo che i autoproclama discendete delle Amazzoni, messo in piedi da Katarina.
Nella mitologia nordica l’Asgarda era la residenza degli Dei, signori assoluti del Cielo e separati dai mortali. Queste ragazze, per il momento si accontentano di stare separate dai maschi (Cosa perdono ndr). E si sono scelte una propria Dea, poco importa che sia viva e molto terrena: quasi tutte indossano una T-shirt dove campeggia la foto di Yulia Tymoshenko. La passionaria bionda, leader della Rivoluzione Arancione e vera trionfatrice delle elezioni del 3 settembre, è la loro eroina. Perché è vincente ma, soprattutto, perché è donna. Soltanto folclore questo delle neo Amazzoni? La Tymoshenko non ha dato il suo appoggio di gruppo. Ma non risulta nemmeno che abbia preso le distanze. Perché, tra i tanti problemi politici che bollono nel calderone ucraino, c’è anche l’esplosione del nazionalismo cosacco. Che in una mente politica cme quella di Yulia, nata a Denepropetrovsk sul fiume Dniepr - città il cui nome un tempo era Fortezza dei cosacchi – può tradursi in voti e consensi. Senza dimenticare che in Ucraina, c’è una questione femminile a rischio esplosione. Anche se nessuno lo ammette ufficialmente, dal 1991, anno dell’indipendenza dall’impero sovietico, sono letteralmente sparite dal Paese sei milioni di donne: il 13 per cento della popolazione. Emigrate per fare le badanti nelle ricche case degli europei dell’ovest. Se va bene. Se no, avviate alla prostituzione. Oggi, l’85 per cento delle comunità ucraine – in Italia e altrove – è formato da donne. Le posizioni estreme di un gruppo come quello dell’Asgarda vanno lette anche alla luce di questi dati sulla minoranza femminile. E una figura come la Tymoshenko, che racchiude in sé qualcosa del guerriero politico e la forza del femminile più arcaico (vedi la sua treccia bionda oramai diventata un marchio e la nota a piè pagina ndr) si presta a ben rappresentare le loro aspirazioni. Anche quelle più esagerate. Per esempio l’ostracismo verso gli uomini. Gli unici a essere tollerati sono i cosacchi. Ma per un solo motivo: sono gli addestratori. Per il resto la regola è chiara: vite separate. Figlie con le madri, figli con i padri. Per tutti l’addestramento militare inizierà a cinque anni. Patarina elenca le regole. “Come un tempo, non avremo che un solo rapporto sessuale all’anno, il 21 giugno, giorno del Solstizio d’Estate. E non per il piacere ma a fini riproduttivi. Il padre dovrà essere un guerriero, meglio se un cosacco. Come mio marito, nostro capo addestratore. Il parto avverrà in acqua di sorgente. Fino a tre anni, la prole starà con la madre. Poi le femmine si uniranno alle Amazzoni. I maschi andranno con il padre a sette anni”. Non finisce qui. Se il sesso è praticamente bandito, lo sono pure gli altri vizi:tabacco,caffè,alcol.”Nuociono all’organismo” dice Patarina, riecheggiando senza un sorriso le pubblicità salutiste. Nell’Asgarda, come in ogni comunità di iniziati, ci sono i gradi: sette, per la precisione. La differenza la fa il taglio dei capelli. A ogni livello superato, la “novizia” si fa rasare una striscia sulla nuca. Parlare di “novizie”, però, può essere pericoloso. Le amazzoni hanno una loro religione, refrattaria al cristianesimo “che relega le donne in un secondo piano”. Il loro credo è un misto di panteismo nordico primitivo, paganesimo indo-europeo e messaggio vedico(i sacri testi dell’antica India). “Noi cerchiamo la Via, fusione tra acqua e fuoco, elementi sacri” spiga patarina. Che ha un progetto. “Costruire un tempio, vicino a una sorgente. Sarà la nostra Kortitzia, l’isola sacra dei cosacchi: a forma concentrica con, al centro, un altare. Vi abiterò con le mie vestali. Un primo cerchio, da cui saranno esclusi i maschi, che avranno la loro Kortitzia. Qui potrò finalmente riposarmi lontano dagli uomini. Compreso mio marito”. Il fotografo francese, maschio, scatta in silenzio. Il loro sguardo suggerisce di non fare domande.



NOTA
Dal carcere al trionfo
Dall’altare del governo all’inferno del carcere, per corruzione. E ritorno. Da trionfatrice. Il voto ha confermato che Yulia Tymoshenko sarà l’ago della bilancia della politica ucraina. Il partito della pasionaria della Rivoluzione Arancione è balzato al secondo posto al 31 per cento. Assieme al quello del presidente Viktor Yushenko, la 46enne Yulia può contrastare il 34 per cento dell’avversario storico, il filorusso Viktor Yanukovich. Così, sarà lei a mediare con Putin lo spinoso – e lucroso- contenzioso delle forniture del gas. Riuscirà a sventare la minaccia di una nuova chiusura dei rubinetti?

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