lunedì 16 luglio 2007

Sette orientali e psicosette: quali pericoli?

Sintesi della relazione di Raffaella Di Marzio

1. La Situazione

Dati riguardanti le minoranze religiose fra i cittadini italiani tratti dall’ Enciclopedia delle Religioni in Italia.

Induisti e neo-induisti
15.000
Buddhisti
74.000
Gruppi di Osho e derivati
4.000
Sikh, radhasoami e derivazioni
1.500
Altri gruppi di origine orientale
800
Nuove religioni giapponesi
2.500
Movimenti del potenziale umano
100.000
Movimenti organizzati New Age e Next Age
20.000

2. Alcuni pericoli della meditazione

La meditazione è una pratica solitamente innocua, anzi talvolta salutare quando viene eseguita secondo determinate modalità e sotto la guida di persone competenti. Viene praticata in diversi contesti, e in modo particolare è parte integrante delle attività di molti gruppi di matrice orientale.
Ci sono tuttavia alcuni gruppi o individui che si servono anche di questa pratica per indurre nei loro adepti atteggiamenti di dipendenza e che, non avendo le necessarie competenze, provocano volontariamente o inavvertitamente danni anche rilevanti alle persone che si affidano alla loro guida.
Ecco alcuni pericoli per chi si affida a queste persone o frequenta determinati gruppi:
- L’individuo si perde completamente nel suo mondo soggettivo, tanto da estraniarsi dalla realtà fisica
- Durante la meditazione viene provocata una forte tensione mentale o un eccesso di stimolazione emotiva che tende ad accentuare le caratteristiche sia positive che negative e a portarle in superficie facendole così apparire chiaramente
- La tentazione di procedere troppo velocemente bruciando le tappe
- Essere vittima di illusione e farsi guidare da “persone” o “spiriti” che si crede di vedere ma che non sono altro che parti di sé: il pericolo in questo caso è quello di non saper più distinguere tra realtà e fantasia o di entrare in contatto con aspetti del proprio inconscio senza gli strumenti adatti per affrontare la situazione
E’ da sottolineare che, quando si tratta di soggetti che presentano già problematiche di tipo nevrotico o psicotico, questi effetti risultano ancora più evidenti e i danni per la stabilità psicofisica sono ancora più accentuati.

3. Le psicosette

La categoria di psicosette (nell’ambiente accademico per designare questi gruppi si usa invece la definizione “movimenti del potenziale umano”) per designare questi movimenti viene utilizzata in alcuni documenti governativi e di polizia, e si riferisce a quei gruppi che hanno di solito una valenza terapeutica spesso accusati di sfruttamento economico dei frequentatori e del cosiddetto “lavaggio del cervello”. Nella maggior parte dei casi si tratta di gruppi e movimenti che, anche se in parte si fondano su una qualche forma di spiritualità, non propongono tuttavia una visione del mondo globale, ma solo specifici rimedi a problemi di salute, di comunicazione o di lavoro.
I critici di questi gruppi chiamano psicosette tutti quei centri che propongono una terapia, una psicoterapia o una formazione che non sono accettate o sono denunciate come “pseudo-scientifiche” dalle scienze “ufficiali” e che sottopongono i partecipanti a forme di pressione psicologica più forte del consueto. Di fatto, una notevole pressione psicologica è diventata una componente essenziale di certe forme di terapia e di formazione dove si sente chiaramente l’influenza di esponenti come Werner Erhard, Gurdjieff e Osho Rajneesh. All’interno del variegato mondo di questi gruppi sono presenti concetti come karma, aura, chakra, reincarnazione e corpo astrale.
Un’altra critica che viene spesso rivolta a questi movimenti è quella di utilizzare metodi di propaganda molto discutibili (se non illeciti) per fare nuovi proseliti e vendere i loro corsi.
I movimenti del potenziale umano insieme ad altri si inseriscono nel filone del New Age legato alle terapie alternative e a quelle tendenze che sono finalizzate ad esaltare e potenziare l’uomo, facendo appello alle sue risorse interiori. In molti di questi gruppi convivono l’anima religiosa e quella secolare, l’agnosticismo e la spiritualità.

4. Le psicosette : quali pericoli?

I pericoli insiti nell’adesione e partecipazione ai corsi proposti da questi movimenti sono molti. Ecco solo alcuni esempi:
- Le tecniche per “curare” o “aiutare” sono applicate in modo selvaggio, senza controllo da persone che non hanno competenza alcuna e che possono quindi perdere il controllo della situazione
- Le tecniche sono applicate per se stesse e per gli effetti che possono produrre senza riferimento al contesto teorico che le giustifica. Spesso ciò significa che si fanno sperimentazioni sulla pelle dei corsisti
- Le tecniche sono applicate a molte persone tutte insieme e con la fretta di raggiungere risultati senza rispetto per i tempi, che sono diversi da individuo a individuo
- Le tecniche sono insegnate per essere usate dal soggetto quando ne sente il bisogno, per cui la persona può iniziare un pericoloso “fai da te” che potrebbe condurla, suo malgrado, in uno stato preipnotico ottenuto attraverso tecniche di rilassamento e visualizzazione. Tutto questo può creare dipendenza e far estraniare la persona dalla realtà. In casi particolari può capitare che la persona entri nello stato preipnotico automaticamente, in certe particolari circostanze.
- Col tempo, seguendo i corsi e le indicazioni dei responsabili del movimento, la persona può arrivare a convincersi di avere poteri sovrumani e questa certezza potrebbe allontanarla anche dalle persone più care
- La deresponsabilizzazione è un’altra possibile conseguenza, poiché qualsiasi cosa o persona ostacoli la propria autorealizzazione viene rifiutata come un ostacolo da evitare
- In molti casi si è verificato, gradualmente, una sorta di inaridimento affettivo oppure un’ esasperazione dei sentimenti con relativa diminuzione della capacità di autocontrollo. Ciò può causare sofferenze e divisioni all’interno delle famiglie
- La pratica (frequente in questi gruppi) di leggere in pubblico le autoanalisi è stata, in alcuni casi, utilizzata da persone senza scrupolo per ricattare in vario modo chi aveva rivelato i suoi “segreti” pensando che essi fossero “al sicuro”
- La dipendenza dal gruppo, misurabile anche dal grado di ermetismo del linguaggio gergale utilizzato, in molti casi supera i livelli consueti e limita la capacità di autodeterminazione dell’individuo
- Il pericolo, all’interno di questi gruppi è evidente quando essi non si presentano per quello che sono veramente: i trattamenti terapeutici che utilizzano sono praticati in forma impropria e mascherata. Essi usano mezzi tipici della psicoterapia senza avere le necessarie competenze nel campo. Manca, infatti, molto spesso, il momento della ristrutturazione della personalità e della proposta di nuovi valori. Ciò che si ottiene, invece, è la dipendenza dal gruppo che spinge gli adepti a continuare ad acquistare corsi nuovi e sempre più costosi.
In alcuni di questi movimenti le tecniche teorizzate e poi applicate alle persone non si limitano ad essere solo un rimedio alle sofferenze del singolo, ma si propongono la risoluzione anche dei problemi sociali, politici e morali dell’intero genere umano. Per questo motivo certe organizzazioni agiscono anche come Organizzazioni Non Governative, come associazioni per il recupero dei tossicodipendenti o dei criminali, come organizzazioni per i diritti umani ecc.
In questo modo il loro campo di azione non si limita a un ristretto gruppo di frequentatori ma cerca di espandersi in tutti i settori della società. E’ facile intuire la pericolosità sociale di questi movimenti e l’importanza di un’ informazione corretta su di loro che prevenga il più possibile i danni (materiali, morali, psicologici, sociali) da loro causati.
La prevenzione attraverso una corretta informazione è l’unica strategia valida per prevenire i danni causati alle persone e alla società da gruppi e movimenti all’interno dei quali la meditazione, l’ascolto, la drammatizzazione, l’espressione di sé vengono utilizzate senza le dovute cautele o addirittura per fini illeciti.



Riferimenti:

Introvigne M., Zoccatelli P., Roldan V., Macrina N. I., Enciclopedia delle Religioni in Italia, Elledici, Leumann (Torino), 2001
Raffaella Di Marzio, Ho letto un libro: Dianetics, in Telematic Journal of Clinical Criminology (www.criminologia.org)
Raffaella Di Marzio, Conseguenze dell’affiliazione a comunità settarie: che fare?, in Rivista online Psichiatria e Territorio
M.Di Fiorino- F.M. Saviotti, La persuasione socialmente accettata, il plagio e il lavaggio del cervello (Vol. 1 - 2), Psichiatria e Territorio, Forte dei Marmi, 1991

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