mercoledì 11 luglio 2007

Exit-counseling, una definizione

Un intervento, usualmente applicato agli adepti delle sette, al fine di consentire l’uscita dalle sette stesse. L’exit-counseling fa riferimento ad un processo educativo, volontario e intenso che si svolge in un tempo limitato. A differenza della deprogrammazione l’intervento non è coercitivo e non prevede la relegazione dell’adepto. Gli exit counselor si rapportano prontamente con le famiglie, invitando i familiari a contribuire al processo.
Si utilizza un'intervista di pre-intervento, fondamentalmente per determinare le preoccupazioni specifiche alla famiglia, per spiegare loro l’importanza della scelta del giorno dell’intervento, nonché per chiarire che se la persona decidesse di lasciare il gruppo sarà molto lunga la strada del recupero.
L’exit-counseling è da alcuni mesi analizzato e assestato per la “desensibilizzazione” delle vittime di stalking domestico, dal pool dell’O.N.S.. Semplificando molto, spesso le vittime subiscono inconsapevolmente un “lavaggio del cervello” che somiglia molto alla programmazione subita dai nuovi adepti delle sette.
In modo particolare Massimo Lattanzi e Gelsomina Ferrara dell’O.N.S., seguono i lavori in stretto contatto con gli esperti statunitensi e con la Facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienza” Roma.

Tratto da - Criminalmente.it

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