Lo stupro e gli abusi sessuali in genere, a qualunque età vengano vissuti, possono determinare una situazione post-traumatica nella quale il soggetto oscilla tra due posizioni:
· intrusione del trauma della violenza sessuale nei pensieri del soggetto, per cui l’evento è continuamente rivissuto
· bisogno di far sparire il ricordo della violenza sessuale dalla coscienza negandola, cercando di minimizzare, di non pensare
Il DSM IV, manuale psichiatrico descrittivo delle varie patologie, individua lo stupro e le violenze sessuali alla pari dell’essere esposti alla guerra e alle catastrofi naturali, alla base del disturbo post-traumatico da stress, poiché la violenza sessuale solitamente viene vissuta come evento che minaccia la vita o l’integrità fisica.
Secondo il DSM IV i sintomi caratteristici derivati dall’esposizione a un trauma includono:
* il tentativo di evitare in modo persistente gli stimoli associati al trauma. La persona si sforza volontariamente di evitare pensieri, sentimenti o conversazioni che riguardano lo stupro e le violenze sessuali, e così pure persone, situazioni, attività che possono esservi associate. Questo può portare ad amnesie, ad incapacità di ricordare fatti importanti legati al momento in cui si è subita la violenza sessuale.
* sintomi persistenti di ansia, di aumento dell’eccitazione non presenti prima del trauma. Questi possono portare ad insonnia, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, incubi. Possono essere presenti: ipervigilanza, esagerate risposte di allarme, irritabilità o scoppi di ira o difficoltà a concentrarsi sui compiti.
* riduzione della reattività e dell’interesse verso il mondo esterno: ” paralisi psichica” o “anestesia emozionale” che può portare ad una marcata riduzione dell’interesse o della partecipazione ad attività precedentemente piacevoli, o della riduzione della capacità di provare emozioni o interesse o amore nei confronti delle persone. La persona può provare incapacità a fare progetti, un senso di diminuizione delle prospettive future (non aspettarsi di sposarsi, avere figli, una carriera, una normale durata di vita).
La violenza sessuale, come qualunque altro avvenimento traumatico, sopraffà il normale sistema che il soggetto utilizza per fronteggiare gli eventi spiacevoli e per integrarli, attribuendo loro un significato.
Per capire le reazioni che avvengono a seguito di uno stupro è necessario partire dal sintomo dell’aumentata eccitazione: questa è l’espressione patologica di una risposta fisiologica al pericolo. Infatti ognuno di noi, posto di fronte al pericolo, prova reazioni fisiologiche naturali di eccitazione, concentrazione e reazioni psichiche quali la paura e la rabbia, che servono ad attivare una risposta adeguata: la resistenza efficace o la fuga. Quando la resistenza e la fuga non sono possibili, si instaura il trauma, che porta ad un sovraccarico di risposta emotiva e ad una disorganizzazione del normale stato di coscienza.
Ogni soggetto reagisce in modi differenti, a seconda della particolarità dell’evento e della sua struttura di personalità. Il sistema difensivo durante uno stupro o una violenza sessuale è posto nell’impossibilità di funzionare e mette in atto un persistente evitamento, inteso come un continuo sforzo per evitare pensieri o attività associate al trauma, con la conseguenza di incapacità di ricordare, ritiro emotivo, diminuito interesse verso attività, incapacità progettuale, estraneità affettiva.
Quando una persona si trova una situazione in cui ha perso ogni potere e non è possibile alcuna resistenza, può sentirsi in uno stato di arresa. Il sistema di autodifesa è annullato. La persona privata di ogni potere per poter sfuggire alla situazione di realtà, può farlo invece alterando il suo stato di coscienza. Qualcosa di analogo é stato osservato negli animali che si “congelano” quando vengono attaccati. Paradossalmente questo stato di calma distaccata dissolve il terrore, la paura e la rabbia. Gli eventi continuano ad essere registrati dalla coscienza ma è come se venissero scissi, staccati, dai significati ordinari. Le percezioni sono intorpidite, parzialmente anestetizzate o senza particolari sensazioni. Il senso del tempo è alterato spesso con una sensazione di rallentamento delle azioni.
Durante una violenza sessuale o uno stupro la persona può avere la sensazione che ciò che accade non stia succedendo proprio a sé, come se si stesse osservando fuori dal proprio corpo o come se si trovasse all’interno di un incubo da cui sta per risvegliarsi. Queste alterazioni si sommano ad un sentimento di indifferenza, di distacco emotivo e ad una profonda passività in cui si rinuncia all’iniziativa e alla lotta.
Quando le persone traumatizzate non riescono a dissociarsi spontaneamente (cioè fare ciò che è sopra descritto), nei momenti in cui i ricordi della violenza sessuale o dello stupro ritornano in modo incontrollato, possono cercare di raggiungere effetti simili di intorpidimento con l’uso di alcol e droghe.
Le persone traumatizzate corrono un alto rischio di dipendenza da sostanze come modalità di compensazione delle difficoltà e per controllare i sintomi intrusivi e di ipervigilanza.
L'instabilità dovuta all'alternanza di stati “dissociativi” (cioè momenti in cui si perde almeno in parte il contatto con la realtà) e di sintomi intrusivi (ricordi della violenza sessuale o dello stupro), spesso accompagnati da uno stato di ansia cronica generalizzata, aumentano il senso di imprevedibilità nel soggetto e rendono più intenso il sentimento di sfiducia verso il futuro.
(Tratto da Synergia Centro Trauma)
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