lunedì 18 giugno 2007

Che cosa è la psicodiagnosi e cosa significa fare una diagnosi psicologica?


Da Dia-gnosis ovvero "conoscenza ottenuta attraverso" (segni); oppure da diagignoskein "distinguere" (dia, "attraverso", e gignoskein, "arrivare a conoscere").

Quindi, volendo trarre una definizione più precisa, potremmo definire la diagnosi "l’organizzazione critica di dati osservati ed evocati allo scopo di prendere una decisione".

Dunque, all’interno di tale processo conoscitivo:

- raccogliamo dei dati attraverso l’osservazione (ad esempio, il modo di atteggiarsi durante l’incontro del paziente, il suo modo di vestirsi, di atteggiarsi etc.) e/o attraverso l’evocazione degli stessi (in particolare, con le domande dell’intervistatore rivolte al paziente o con i test e/o questionari che vengono utilizzati dal clinico);
- organizziamo questi dati in modo critico. Ciò si riferisce al modo con cui scartiamo o prendiamo in considerazione i dati che ci vengono forniti dal paziente e li organizziamo affinché acquistino un senso;
- prendiamo una decisione.

Perché in modo critico? Cosa si intende con questa parola?

L’esame psicodiagnostico non è una passiva raccolta di informazioni, ma un processo attivo, sostanzialmente simile ad un processo di problem-solving e decision making: un complesso processo di raccolta e di elaborazione di informazioni relative al soggetto in questione.
Ciò significa che nessuna delle domande che l’intervistatore pone è avulsa da una logica di tipo ipotetico-deduttiva: infatti, egli durante tutto il processo usa in modo intelligente i dati in suo possesso, ponendoli all’interno di una cornice ipotetica, affinché essi acquistino un significato.

A quanto detto segue direttamente il terzo punto. L’obiettivo ultimo del processo diagnostico è proprio quello di prendere una decisione in merito ai dati che sono stati raccolti e alle ipotesi che sono state fatte.


La psicodiagnosi, o diagnosi clinica- psicologica va oltre al quadro sintomatico che il soggetto presenta ed indaga alla ricerca delle valutazioni più complessive della persona.
La psicodiagnosi può essere effettuata attraverso test e reattivi.
Come illustro nel mio ultimo libro "I segni della Violenza" i test possono essere considerati di due tipi:

Test invasivi e test non invasivi.


I test invasivi sono quelli che sottopongono il paziente ad una sorta di "domanda-risposta" e sono denominati propriamente test, gli altri, quelli non invasivi sono per lo più i test proiettivi che consentono al soggetto a cui vengono sottoposti di rispondere o descrivere a seconda del proprio vissuto.

TEST INVASIVI

- Questionari di personalità , come MMPI-2 e MMPI-A; 16 PF-5; EPI; ESPQ. Alcuni test ovviamente sono rivisitati specificatamente per i bambini.
- Scale cliniche e psichiatriche, come il CDI


TEST NON INVASIVI

- Tecniche proiettive come: TAT, CAT, Rorschach, Favole della Düss, Blacky Pictures, Lüscher test.

- I test grafici come: il test del Disegno della Figura Umana, il reattivo dell’albero di Koch, , il disegno della famiglia, il test di Wartegg, Test della Persona sotto la Pioggia di Fay e il test House - Tree – Person di Buck. Questo settore può essere denominato quindi Psicodiagnosi grafica.


La psicodiagnosi include così un'attenta valutazione delle correlazioni valide fra cause esogene (cioè gli eventi e le esperienze collocate nel tempo passato dell'individuo durante gli anni evolutivi dalla nascita alla fine dell'adolescenza), cause endogene ( cioè i determinanti genetici/biologici ) e strutture e funzioni mentali presenti, con un'attenta considerazione degli aspetti biotipici, genetici ed ereditari.

Come si può vedere, dunque, la psicodiagnosi va molto oltre la diagnosi clinica sintomatica, centrata su una valutazione nosologica, che si basa su un inquadramento del "caso" e della presunta "malattia" per mezzo di una etichettatura sintomatica. In psichiatria, dove la metodologia diagnostica è fondamentalmente nosografica, ci si riferisce a questo scopo a manuali e sussidi come il DSM.

La psicodiagnosi certamente include la diagnosi sintomatica, ma la conclude con le valutazioni molto più complesse, di pertinenza psicologica, che trascendono il "caso" e la "malattia" e abbracciano la persona nella sua unicità e individualità e nella sua storia di vita.
Particolare rilevanza assume poi il TAPPS: TEST DI ANALISI SULLE PSICOPATOLOGIE SOCIALI ATTRAVERSO LA SCRITTURA (vedasi maggiori informazioni nel paragrafo "test accreditati") in TAPPS è satto validado e confrontato con il DSMIV da parte di psichiatri e psicologi.
Il risulatato di questa validazione è riporatta nel libro edito dalla Giuffrè a firma di Bidoli, Mastronardi e Calderalo.




IMPORTANTE!!

L'attività di Diagnosi è al solo uso dello Psicologo e del Medico, nel rispetto di quanto cita l'articolo 1 della Legge del 18 febbraio 1989, n. 56, che recita:
La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.


Fonte: Psicodiagnosi.com

Autore: Autori Vari

1 commento:

Anonimo ha detto...

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