La devianza costituisce l'esito peggiore di un processo che inizia con la marginalità, rappresenta il polo opposto alla normalità ed indica tutti gli atti contrari alle norme, alle regole, ai modelli o alle aspettative di una data società. Parlare di devianza giovanile significa parlare di devianza tradizionale, di ragazzi della mafia, della mafiosità senza mafia, di ragazzi stranieri, di ultras e naziskin, del bullismo e del malessere del benessere, tutti con un unico denominatore: i soggetti devianti sono soprattutto adolescenti, poiché l'adolescente vive come un equilibrista fra devianza e normalità. Tra le cause della devianza giovanile si possono annoverare l'appartenenza ad aree di degrado, dove spesso l'unica legge che vige e vale è quella della strada; il gruppo e le sue logiche; il rapporto conflittuale tra adolescente ed agenzie di socializzazione (tra cui la famiglia e la scuola), che può portare ad una mancata acquisizione di norme culturali e di convivenza. Ma tra le cause si possono annoverare anche la noia, il consumismo, la trasgressione, la sfida ed il nichilismo, l'ospite inquietante che secondo Umberto Galimberti si aggira tra i giovani di quest’epoca rendendoli disincantati, disinteressati ed emotivamente analfabeti. La tossicodipendenza ed il satanismo sono due fattori trasversali delle varie tipologie di devianza. La dipendenza è quella condizione per cui una persona si trova nell'impossibilità o incapacità di determinare da sola le condizioni della sua vita. Le dipendenze più diffuse tra i giovani sono la dipendenza da sostanze stupefacenti e psicotrope (marijuana, cocaina, eroina, ecstasy ed LSD le più conosciute), la dipendenza dal fumo, da alcol, dal cibo (anoressia, bulimia e obesità psicologica), la dipendenza da gioco (play station, videopoker, scommesse), e le cosiddette new addiction ovvero tutte le dipendenze da tecnologia che sempre più è alla portata dei giovani di tutto il mondo come Internet ed il cellulare. Da citare infine gli anabolizzanti e gli integratori utilizzati nella pratica sportiva rientranti nel cosiddetto doping sportivo o fai-da-te. Il fenomeno tossicodipendenza può essere considerato sotto diversi aspetti e prospettive, a seconda che il punto di vista sia biomedico, sociologico e/o psicologico. La prospettiva biomedica sostiene che la droga costituirebbe un agente patogeno che, alla pari di un virus, produrrebbe una data patologia; quella sociologica sostiene che il contesto socio-culturale e la famiglia di appartenenza abbiano un ruolo significativo; infine la prospettiva psicologica sposta l'attenzione dalla sostanza alla persona che ne fa uso e ad una possibile manifestazione di un qualche disagio intrapsichico. Tante sono le cause e le motivazioni legate al fenomeno. Una famiglia dove non vi sono regole o ve ne sono troppe accompagnate da una mancanza di comunicazione tra genitori e figli costituiscono le principali cause familiari. Tra le cause amicali, invece, vi è il gruppo e l'adozione di comportamenti devianti frutto di conformismo. L'essere sempre all'altezza, brillanti e socievoli può portare molti ragazzi ad aiutarsi con una qualche sostanza chimica; ed infine la personalità di un soggetto, specie se adolescente e quindi magari fragile, insicuro e alla ricerca di una propria identità. Il satanismo è un culto che prevede l'adorazione di Satana e la divinazione di se stessi, e che ha avuto un'evoluzione storica dal XVII secolo sino ai nostri giorni. Vi sono varie tipologie di satanismo: razionalista, occultista, acido ed il luciferismo, le più note. Il satanismo razionalista non crede in Satana come persona ma promuove un percorso arduo fatto di autodisciplina e autocontrollo per raggiungere la saggezza universale. Quello occultista, invece, crede nell'entità di Satana che può essere invocata e con cui si può entrare in un rapporto diretto. L'uso di sostanze stupefacenti e psicotrope, le azioni violente e gli abusi psicologi caratterizzano il satanismo acido, dove il culto del diavolo è solo un pretesto per fare altro, appunto. Il Luciferismo venera Lucifero e rappresenta un satanismo di orientamento manicheo e gnostico. Una differenza importante da fare è quella tra satanismo degli adulti e satanismo giovanile o selvaggio: il primo è organizzato, censibile e simbolo del malessere del benessere; il secondo è male organizzato, più pericoloso del primo e difficile da censire. La setta è definibile come un'unità sociologica avente un capo spirituale, il quale ha come principali armi il controllo mentale e la manipolazione psicologica; degli adepti che tendono a perdere ogni concezione di se stessi e a sottomettersi alla volontà del capo; delle regole rigide di comportamento ed un forte sentimento di appartenenza al gruppo. Le sette sataniche hanno delle ricorrenze che celebrano, come il 31 ottobre in cui ricorre Capodanno di Satana, simboli come il Pentacolo o il 666, il famoso numero del diavolo, dei luoghi di ritrovo come vecchi casolari di campagna, cimiteri e ville isolate, ed una certa tipologia di musica rock che costituisce il link di reclutamento principale degli adolescenti. Tra le cause e motivazioni del fenomeno vi sono le cosiddette variabili sociali come l'individualismo, la delusione nei confronti della Chiesa Cattolica, il consumismo, l'edonismo ed il materialismo. L'inadeguatezza sociale, l'insicurezza, la bassa autostima, il masochismo e la solitudine sono le principali variabili psicologiche, invece. Tra le altre cause sono da citare un’educazione familiare rigida e delle possibili esperienze di abuso fisico e/o psicologico. Il dottor Giuseppe Benevento è uno psicologo e psicoterapeuta che lavora presso il Ser.T Servizio di Tossicodipendenza di Matera e che quindi quotidianamente cerca di combattere il fenomeno tossicodipendenza. Dall’intervista che gli ho rivolto è venuta fuori una difficoltà da parte dei ragazzi a riconoscersi come tossicodipendenti per via di un possibile ed inevitabile etichettamento sociale; una prevalenza di soggetti maschi tra l’utenza del Ser.T; l’isolamento sociale, una pubblicità deleteria, una spinta al consumo e agli interessi economici tra le principali cause della tossicodipendenza giovanile; un successo terapeutico non sempre assicurato ed infine l’importanza della prevenzione nelle scuole, dei controlli statali e di una presa di coscienza seria del problema da parte degli organi politici. L'intervista sul tema “satanismo giovanile” è stata rivolta alla dottoressa Lorita Tinelli, psicologa clinica, grafologa, criminologa, docente e presidente del CESAP Centro Studi Abusi Psicologici, centro che effettua accoglienza, sostegno e consulenza a vittime di culti distruttivi e totalitari e che cerca di combattere la manipolazione psicologica operata dalle sette. La dottoressa sostiene che 5 adolescenti su 10 tra coloro che ha conosciuto si sono avvicinati al campo dell’occulto, ma che sono gli adulti che proseguono il percorso; la voglia di trasgressione dei giovani, come il riferimento a Marylin Manson (noto cantante controverso e simbolo di trasgressione) è la principale causa del fenomeno; la duttilità dei ragazzi e la loro consapevolezza di ciò che vivono o hanno vissuto ed infine l’importanza della sensibilizzazione ed informazione per la prevenzione del problema. A mio parere oggi la trasgressione vera e propria è la normalità, è l’ancoraggio a dei valori solidi, alla famiglia, agli amici, all’istruzione come preparazione alla vita futura. Senza contare che gli adolescenti protagonisti di questo lavoro rappresentano una piccola fetta di un universo giovanile multi- sfaccettato, colorato e multivariato. Così, accanto a chi va fiero di partecipare ad un rituale satanico, c’è anche chi è orgoglioso di recarsi la domenica a messa; accanto a chi si sente grande per aver bevuto un superalcolico in discoteca, c’è anche chi si ritiene maturo per aver bevuto un bicchiere di succo di frutta, perché deve tornare a casa con la propria auto e ci tiene alla sua vita e a quella degli altri; c’è chi si cala mezza pasticca di ecstasy per “viaggiare”, e chi il viaggio lo fa veramente, magari per studio o con qualche associazione di volontariato per aiutare gli altri ma prima ancora per aiutare se stessi; c’è chi, infine, si uccide perché non ha più stimoli o peggio ancora chi rimane in vita ma è morto dentro, e non sorride mai, pur avendo agi , prestigio, bellezza e salute (malessere del benessere) e chi, sfortunatamente, tutte queste cose non ce le ha perché si ritrova su una sedia a rotelle o è affetto da un male incurabile, ma quello che non perderà mai è il sorriso e l’amore per la vita. I giovani non devono essere considerati un problema dalla società, ma una grande risorsa per essa e per il suo futuro. Perché i giovani sono la società, quella del presente e quella del futuro. Fonte - CESAP, Dott.ssa Quattromini Olimpia, Tratto dall'omonima tesi di laurea discussa nell'Ottobre 2008 29/10/2008 |