Per molti sono gli esami a non finire mai, per altri invece i guai come conferma il film da 90 milioni di dollari prodotto e interpretato da Tom Cruise nel ruolo del colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, autore del fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944. All’annuncio del progetto l’unicoentusiasta era stato Florian Henckel von Donnersmarck, regista di “Le vite degli altri”, per il quale “Operazione Valkyria” è destinato ad accrescere il prestigio della Germania «più di dieci campionati mondiali di calcio». In termini ben diversi si era espresso il figlio maggiore di Stauffenberg, Berthold, che aveva intimato alla star di mettere «giù le mani da mio padre». L’appartenenza di Cruise a Scientology, poi, aveva poi fatto il resto, scatenando polemiche così violente che il ministero delle Finanze aveva negato l’autorizzazione a girare nello storico cortile del suo “Bendlerblock” la scena della fucilazione dell’eroico attentatore del Führer. Alla fine la sospirata autorizzazione era stata accordata, ma a quel punto era iniziata un’altra sequela di vicissitudini fra il comico e il ridicolo. Un autocarro con a bordo un gruppo di comparse in divisa nazista aveva imboccato una curva a velocità troppo elevata, perdendo il suo carico. Con il risultato che la casa produttrice si è vista chiedere 11 milioni di dollari di risarcimento danni dalle comparse. E, per colmo di dabbenaggine, il materiale sulla fucilazione di Stauffenberg è andato irrimediabilmente perduto per l’incuria di qualche tecnico, costringendo la troupe a ripetere le scene.
A film ultimato, infine, l’uscita nelòle sale era stata rinviata due volte, secondo i maligni per la necessità di girare nuove scene di azione e rimpolpare una storia poco apprezzata dal pubblico delle proiezioni private. Lunedì “Operazione Valkyria” è stato presentato ufficialmente ai critici americani, in una piccola sala del Lincoln Center di Manhattan e senza aspettare la prima europea, fissata per il 20 gennaio a Berlino, quelli tedeschi si sono precipitati a New York, con il coltello fra i denti. Il più feroce nei giudizi è il quotidiano progressista berlinese Tagesspiegel, secondo il quale con questo film Cruise «ha rovinato definitivamente la sua immagine di attore». Il giornale infierisce definendo “grottesco” lo sforzo di credibilità degli attori inglesi di contorno “di fronte a un protagonista che agisce come se fosse pietrificato”. La conclusione del Tagesspiegel è che il film avrà un «destino difficile, sia per gli Oscar che alle casse dei cinema»
Sferzante il giudizio del conservatore Die Welt, secondo il quale questa volta a Cruise-Stauffenberg “hanno coperto con la benda l’occhio giusto, quello sinistro”. Il quotidiano ironizza anche sul tentativo fatto dallo Stauffenberg cinematografico di convincere un generale a rovesciare Hitler nel bel mezzo di una battaglia nell’Africa del Nord: “Con un comportamento tanto dilettantesco la Gestapo avrebbe scoperto il complotto nel giro di sei settimane”.
Il giornale rileva che lo Stauffenberg di Cruise è “serio, solido e rispettabile, ma dalla sua interpretazione non si capisce come abbia fatto a attirare tante persone dalla sua parte”. Anche la Welt assegna poche speranza al film per conquistare un Oscar: “Se questa era l’intenzione, il conto alla fine non tornerà”. Il Los Angeles Times propone invece di designare il film Lampone d’oro per il film peggiore dell’anno, dove in inglese la parola “raspberry” è anche sinonimo di pernacchia.
Fonte - Il Secolo XIX, 17 dicembre 2008